L’Italia, si sa, è un Paese di amanti del vino. Tuttavia, anche la birra riscuote grande successo, con 27,4 milioni di italiani che la apprezzano, secondo una recente indagine dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini. Un amore rafforzato ai tempi del Covid. Infatti, secondo una ricerca dell’Istituto Piepoli, la birra era diventata, durante il primo lockdown, addirittura la bevanda più consumata dal 71% degli italiani, più di vino rosso e caffè.
Sul mercato l’offerta è molto ampia e spesso non è facile destreggiarsi tra le varie proposte e offerte. Ci può aiutare nella scelta la classifica stilata da Altroconsumo, che ha analizzato trenta birre vendute nei supermercati, effettuando una doppia prova, vale a dire assaggio e laboratorio, per decretare quale sia la più buona e quella con la migliore composizione. A conquistare il primo posto è stata la Corona Extra 35,5, seguita sul podio da Menabrea Original e Dreher.
Ecco la classifica completa:
- Corona Extra 35,5 CL (voto 78/100)
- Menabrea Original 66 CL (voto 77/100)
- Dreher 66 CL (voto 77/100)
- Birra Moretti 66 CL (voto 77/100)
- Kozel Premium Lager 50 CL (voto 76/100)
- Ichnusa 66 CL (voto 76/100)
- Coop La Bionda 66 CL (voto 76/100)
- Finkbrau Lager 66 CL (voto 76/100)
- Birra Castello La Decisa 66 CL (voto 74/100)
- Warsteiner Premium Verum 66 CL (voto 73/100)
- Birra Messina Cristalli di Sale 50 CL (voto 73/100)
- Wuhrer 66 CL (voto 73/100)
- Peroni Nastro Azzurro 66 CL (voto 72/100)
- Birra Moretti Filtrata a Freddo 55 CL (voto 71/100)
- Ichnusa Non Filtrata 50 CL (voto 71/100)
- Peroni 66 CL (voto 70/100)
- Pedavena 66 CL (voto 70/100)
- Bavaria 66 C (voto 70/100)
- Heineken Silver 50CL (voto 70/100)
- Forst Premium 66 CL (voto 70/100)
- Heineken 66 CL (voto 69/100)
- 11 Paralleli Conad (voto 69/100)
- Beck’s 66 CL (voto 69/100)
- Stella Artois 66 CL (voto 69/100)
- Best Brau Eurospin Premium 66 CL (voto 68/100)
- Birrificio Angelo Poretti 3 Luppoli 66 CL (voto 67/100)
- Tuborg 66 CL (voto 65/100)
- Otwald 66 CL (voto 62/100)
- Willianbrau 66 CL (voto 58/100)
- Fonsbrau 66 CL (voto 58/100)
L’associazione dei consumatori ha analizzato questi trenta prodotti della GDO, seguendo il seguente metodo: controllo dell’etichetta per verificare l’esaustività delle informazioni riportate, analisi di laboratorio su acidità, quantità di malto/altri cereali, colore etc., infine la prova dell’assaggio a cura di quindici esperti. A ogni birra è stata data una valutazione in centesimi che teneva conto di questi parametri. Gli assaggiatori hanno dato ottimo o buono a tutti i campioni analizzati. I prodotti non sono stati sottoposti a una semplice degustazione, ma a un’analisi sensoriale, cioè a una prova che stabilisce con metodo scientifico quanto piace la birra e perché, delineandone il profilo organolettico.
Le birre più apprezzate sono state quelle più corpose, cioè con più viscosità, densità e pastosità al palato. Sono state premiate anche quelle con maggiore intensità dei profumi, persistenza degli aromi percepiti per via retronasale e con un certo grado di amaro. Quanto agli aromi, i più ricercati sono stati lievito (note odorose, riconducibili a fermenti, lieviti e pane), fruttato (profumi di frutta fresca, come gli agrumi, ma anche secca e cotta), cereale (frumento e malto), speziato (liquirizia, tabacco, vaniglia), tostato (affumicato, caramello, caffè) e infine floreale (miele, oltre che fiori).
Birre Lager, le preferite dagli italiani
Le birre testate da Altroconsumo sono tutte Lager, prodotte a bassa fermentazione, in cui i lieviti, cioè, fermentano a basse temperature e più lentamente. La maggior parte delle birre Lager sono del tipo “pale” (chiare) o di colore intermedio, hanno alta carbonatazione (effervescenza) e aromi di luppolo abbastanza marcati, che si traducono in un leggero retrogusto amarognolo, ma senza la presenza di un aroma eccessivamente persistente. Sono, quindi, birre solitamente fresche e leggere dal punto di vista del contenuto alcolico, attorno al 3-5% per volume. Le birre Lager si bevono al meglio a basse temperature, intorno ai 4°C.
La birra Lager è il tipo di birra più acquistato dagli italiani, nonostante il suo prezzo sia aumentato di ben il 13,9% rispetto all’anno scorso (dati Istat 2023). Se pensiamo che l’inflazione è al 7,6%, il prezzo di queste birre è cresciuto più di tutto il resto, anche più di quello delle altre bevande alcoliche (che sono al 7,4%).
La storia delle birre Lager è molto più recente rispetto alle Ale, cioè le birre ad alta fermentazione. Il grande vantaggio della fermentazione a bassa temperatura è la maggiore riproducibilità del processo produttivo in termini di resa organolettica finale. Nonostante il metabolismo dei lieviti qui utilizzati sia più lento rispetto a quello dell’alta fermentazione e il loro contributo aromatico molto più contenuto, il processo si presta meglio all’industrializzazione e alla produzione di birre dal sapore omogeneo su larga scala.
Il termine Lager deriva dal tedesco “lagern”, ossia “conservare”, “immagazzinare” e si riferisce alla pratica di conservare le birre a bassa temperatura, per permettere loro di auto-filtrarsi. La cosiddetta lagerizzazione fa depositare sul fondo le sostanze esauste del processo produttivo, come i lieviti, il luppolo, le proteine, i tannini e i solfuri, rendendo limpida la birra. Inoltre, la lagerizzazione è necessaria per ammorbidire i sapori aspri della fermentazione e far maturare la birra.