A fine aprile il lancio della prima birra ufficiale dei bianconeri, per una birretta a fine partita arriva la Juventus Beer.
Per tutti i tifosi bianconeri da fine aprile arriva la Juventus Beer. Un modo nuovo per celebrare la squadra del cuore in pre, durante e post partita. Questo un nuovo progetto che legherà il marchio della società torinese a una birra che si troverà in commercio nella grande distribuzione. Partner di questa iniziativa come licenziatario ufficiale di Juventus Beer la società El Original Srl, con l’imprenditore Driss El Faria, già molto attivo nella creazione di marchi conosciuti nel beverage come Aviva e Bombeer, che ha svelato il lancio del prodotto sui suoi canali social. “Nasce la Juventus Beer, uno dei primi casi di birra a marchio di una squadra di calcio. Prodotto e distribuito dalla mia società El Original srl con licenza di Juventus Footbal Club, disponibile da fine aprile”.

Che tipo di birra è la Juventus Beer?
Sulle caratteristiche della birra bianconera, si è scelto di andare su una classica lager, dal posizionamento e mainstreaming facilmente accessibile, anziché su una birra artigianale. Lattina in formato standard da 33 cl con una gradazione alcolica di 4,7%. Sui social tifosi e rivali scatenati con vari commenti ironici.
La Juventus Beer arriva in Italia alla fine del mese di aprile sugli scaffali dei supermercati della grande distribuzione. La birra del club torinese nasce con l’intento di unire le idee e lo spirito imprenditoriale di Moulay Driss El Faria, che ha già lanciato diverse birre, su tutte la Bombeer in collaborazione con Bobo Vieri, e i tanti tifosi bianconeri presenti in tutto il mondo che rappresentano un mercato potenzialmente enorme. La birra è inoltre una tra le bevande più bevute al mondo. Per quanto riguarda i consumi in nel 2021, essi sono cresciuti rispetto al 2020 portandosi a quasi 300 Mio hl.
Secondo l’ultima classifica di settore, infatti, la Juventus è la squadra più tifata in Italia con oltre 8 milioni di sostenitori, davanti al Milan, che vanta più di 4 milioni di tifosi, e all’Inter, terza con 3,9 milioni. Nella graduatoria che vede spiccare la “Vecchia Signora”, troviamo il Napoli al quarto posto, la Roma al quinto, la Fiorentina al sesto e la Lazio al settimo.

Il binomio calcio-birra.
Il legame tra il mondo del pallone e la birra mostra uno dei grandi rapporti legati allo sport. Un rapporto che va anche al di là della passione dei tifosi e anche degli atleti.
Anche a livello commerciale, infatti, il legame tra la birra e il calcio è da sempre stato molto stretto. Basta guardare, ad esempio, i tabelloni a bordo campo nelle gare di Champions League, dove il marchio Heineken campeggia addirittura dal 1994.
In Italia, tra i tanti esempi di rapporto tra mondo del pallone e birra, spicca senza dubbio quello del Trofeo Birra Moretti, nato quando il marchio italiano era già passato sotto il controllo di Heineken: si trattava un triangolare estivo disputato per la prima volta nel 1997 a Udine (dove è nata la Birra Moretti, tanto che il primo stadio della città friulana si chiamava appunto Stadio Moretti) e giocato fino al 2008, utilizzato spesso anche per testare regole innovative, dalle rimesse laterali battute coi piedi agli shootout stile hockey invece dei calci di rigore.

Birra e storie di merchandising.
Ma la storia della Juventus Beer non è sola nel panorama del beverage brassicolo legato al calcio. Vi sono infatti anche altre squadre di calcio che hanno delle birre ufficiali di rappresentanza. E’ il caso della birra ufficiale della Roma che è stata creata dal birrificio Turan. Si tratta di una blonde ale con una luppolatura leggere ma incentrata sulla parte aromatica tramite l’uso di dry hopping e hopback. Anche la Fiorentina ha una sua birra prodotta dall’Olmaia che si ispira allo stile delle Golden Ale. L’ultima nata oltre a quella della Juventus è la birra del Genoa calcio, realizzata da Kamun, che curiosamente non è un birrificio ligure ma piemontese.