Aumento dei prezzi per i birrifici: ecco l’analisi dell’Osservatorio Birra

Anche i birrifici risentono dell’aumento delle materie prime. Si teme anche il rincaro delle accise

L’aumento dei prezzi delle materie prime incide su tutti i comparti e a soffrire sono anche i birrifici.

Secondo l’Osservatorio Birra, le conseguenze per il settore rischiano di andare a intaccare valore e occupazione della filiera e di azzerare quel ‘fenomeno birra’ che in dieci anni aveva restituito dignità al prodotto.

Il calo dei ricavi del settore si ipotizza possa arrivare ad un 5%, sulla base di una dinamica classica che vede nell’aumento dei prezzi una possibile diminuzione della domanda.

L’aumento riguarda soprattutto i seguenti comparti:

  • mais e malto d’orzo- aumento dell’80 e del 95%
  • costi di produzione- 50%
  • vetro
  • imballaggi
  • energia elettrica

Ma non solo: al peso dell’aumento delle materie prime, si potrebbe aggiungere quello delle accise.

Una situazione che può mettere a rischio una filiera che da sola vale 9,4 miliardi di euro e che dà lavoro a 95000 famiglie.

Nel 2022, a parità di valori di vendita rispetto al 2021, per i birrifici l’incidenza dei costi di materie prime ed energia sul valore della produzione è aumentata del +50%. Un aumento di 20 punti percentuali, superiore anche alla marginalità del settore nel 2021 (17,1%).

L’analisi di Coldiretti

I dati dell’Osservatorio Birra si aggiungono a quelli, altrettanto preoccupanti, di Coldiretti che meno di un mese fa aveva fatto sapere che “l’esplosione dei costi colpisce tutta la filiera con un balzo negli ultimi due anni che va dal +200% dell’energia al +45% per gli imballaggi al +40% per le bottiglie. Mentre le lattine hanno segnato +10%, i tappi +22%, i fusti di plastica +23%”.

A preoccupare sono anche “i cambiamenti climatici che nel 2022 hanno tagliato di 1/3 il raccolto dell’orzo per il malto” e la carenza di CO2.

Non c’è solo il caro bollette per i birrifici. Il settore brassicolo ha dovuto fare i conti, negli scorsi mesi, con una forte carenza di CO2, che ha messo in difficoltà i produttori.

“Per questo – affermano Coldiretti e Consorzio nella nota – il progetto presentato per il Pnrr prevede lo sviluppo di una tecnologia che permetterebbe il recupero dell’80% dell’anidride carbonica generata in fase di produzione della birra”.

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