La Terra Vocata del Classico Berardenga

Parole chiave: promozione, unione e riconoscibilità.

La cornice è stata la splendida Certosa di Pontignano, l’occasione Terra Vocata, appuntamento che ha riunito i 27 produttori del Chianti Classico della zona di Castelnuovo Berardenga. Un’unione quella dei viticoltori locali costituitasi nel 2015, pronta a ‘premere l’acceleratore’ sul perché scegliere i vini della denominazione di questa zona caratterizzati dalla scelta di premiare il Sangiovese in purezza, enfatizzando l’eterogeneità dei terreni: “Per sfruttare al meglio il potenziale produttivo – ha detto Leonardo Bellaccini consigliere dell’Associazione Classico Berardenga – è necessario conoscere i propri vigneti e soprattutto il terreno in cui crescono”Preziosi sono gli esempi vincenti, come quello dell’Unione Viticoltori di Panzano di cui Valeria Viganò, presidente dell’associazione, ha sottolineato le ‘carte vincenti’: unione di intenti e produzione biologica. Hélène Stoquelet, chef stellato de La Bottega del 30 le ha fatto eco raccontando come il locale suo e del marito sia decollato grazie agli ottimi rapporti con la comunità. Monica Larner, giornalista per The Wine Advocate e RobertParker.com ha dato invece i 5 punti chiavi di un vino di qualità:

1 parlare ai sensi incluso quello intellettuale, solleticando la conoscenza di un territorio
2 intensità e purezza: aromi e gusto non devono essere piatti
3 personalità e riconoscibilità: ogni vino ha la sua voce
4 migliorare con gli anni
5 riflettere la zona d’origine
Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio Chianti Classico ha riportato il focus sulla necessità di non perdere di vista l’appartenenza a una denominazione più grande: “Il binomio Consorzio-associazioni è positivo, ma il Chianti Classico è tutta zona vocata e il messaggio non è essere i migliori, bensì diversi”.

 

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