Vuoto a rendere per il vino: le news sul recupero delle bottiglie

Nel vasto panorama del mondo enologico, il concetto di “vuoto a rendere” riveste un ruolo di notevole importanza, spesso trascurato, ma che merita un’attenzione particolare. Il vuoto a rendere per il vino, è un sistema di deposito e resa che incoraggia il riutilizzo delle bottiglie, contribuendo alla riduzione dei rifiuti e promuovendo un’economia circolare.

Pur essendo un modello di successo in Germania, in Italia la pratica è ancora poco diffusa a causa di sfide infrastrutturali e preoccupazioni del settore vinicolo. Le recenti iniziative europee e locali mirano a superare questi ostacoli e a promuovere un approccio sostenibile al riciclo e al riutilizzo delle bottiglie, offrendo benefici ecologici e sociali a lungo termine.

Cosa si intende con “vuoto a rendere” per il vino?

Il vuoto a rendere, conosciuto anche come “sistema di deposito e resa“, è un meccanismo per il quale il consumatore versa un piccolo deposito al momento dell’acquisto di una bottiglia di vino. Tale deposito viene poi rimborsato quando la bottiglia vuota viene restituita al punto vendita o al produttore. In questo modo, si incentiva la restituzione delle bottiglie vuote, che vengono successivamente pulite, sterilizzate e riutilizzate per contenere nuovo vino.

Uno dei paesi in cui il vuoto a rendere per il vino è maggiormente diffuso è la Germania, dove questo sistema di riciclo rappresenta un modello di successo ben radicato nel tessuto sociale ed economico del Paese, che viene applicato non solo al settore vinicolo, ma anche a quello delle bevande in generale, dalle bottiglie di birra a quelle di acqua e bibite.

Il funzionamento del vuoto a rendere in Germania

In Germania, quando i consumatori acquistano una bottiglia di birra, pagano un extra di 8centesimi per il vuoto, che viene poi rimborsato al momento della restituzione della bottiglia. L’associazione di categoria stima che siano disponibili circa quattro miliardi di unità di bottiglie pronte per il riutilizzo.

Tuttavia, i consumatori tedeschi tendono a conservare le bottiglie vuote in casa per lunghi periodi, determinando una situazione in cui i produttori di birra si vedono costretti a lanciare campagne di sensibilizzazione sui social media per incoraggiare la restituzione tempestiva delle bottiglie vuote.

In Italia, la situazione è più complessa e coinvolge diversi settori, tra cui quello delle conserve oltre che quello vinicolo.

Il ripristino del vuoto a rendere per il vino in Italia

In Italia, il vuoto a rendere per il vino è una pratica poco diffusa, con solo il 10% delle bottiglie di vetro riutilizzate, rispetto al 70% nei paesi del Nord Europa. Questo è principalmente dovuto alla scarsità di materie prime come il vetro per le bottiglie, i cartoni per gli imballaggi e le carte speciali per le etichette, oltre ai costi per i trasporti e l’energia.

Il 30 novembre 2022, Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea e commissario allo European Green Deal, ha presentato a Bruxelles il progetto “Packaging Waste Directive“. L’iniziativa mira a ridurre l’imballaggio pro-capite del 15% per ogni paese entro il 2040. Tuttavia, per il settore vinicolo italiano, questa proposta appare sostanzialmente impraticabile.

Riciclo e deposito cauzionale: le sfide ambientali

Le industrie italiane e la filiera vinicola europea, rappresentate da Ceev e UIV, hanno espresso preoccupazione per le difficoltà nell’applicare obblighi incompatibili con la distribuzione globale del vino. Inoltre, hanno ribadito l’importanza della qualità del contenitore nelle strategie di marketing del settore. Timmermans, tuttavia, non sembra mettere in discussione le affermazioni dei produttori italiani, sottolineando che l’obiettivo è migliorare le pratiche di riciclo e non minare gli investimenti esistenti.

Timmermans ha affermato: “Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti. Non c’è competizione tra i due approcci”. Ha poi aggiunto che il riutilizzo non è in competizione con il riciclo, e che entrambi gli strumenti sono necessari, così come lo sviluppo di ulteriori impianti per il trattamento dei rifiuti.

I vantaggi del deposito cauzionale sono molteplici e includono una maggiore consapevolezza dei consumatori riguardo al trattamento dei rifiuti, una riduzione del littering e dell’abbandono dei rifiuti nelle aree pubbliche, benefici per la fauna selvatica e un impatto sociale positivo per le persone meno abbienti che raccolgono bottiglie per ottenere la cauzione.

Secondo un recente sondaggio realizzato dall’Associazione dei Comuni Virtuosi l’83% degli italiani intervistati sarebbe favorevole alla reintroduzione del deposito cauzionale. Il che asseconderebbe gli obiettivi dell’Unione Europea.

Il futuro del settore vinicolo: vetro riutilizzabile e iniziative ecologiche in crescita

Nel 2022, l’ONU ha scelto il vetro come materiale modello perché si adatta perfettamente all’economia circolare. Infatti, può essere riciclato infinite volte senza perdita di qualità, con un risparmio notevole di energia, materie prime e di emissioni di gas serra.

Inoltre, una cantina del trevigiano sta valutando la creazione di centri di raccolta per favorire il riutilizzo del vetro in prossimità dei luoghi di consumo. Come? Mettendo a disposizione delle cantine locali le bottiglie da riutilizzare e riducendo i costi di carburante e trasporto.

Se molti altri produttori adottassero questa iniziativa, offrirebbero numerosi vantaggi sia dal punto di vista ecologico che sociale. Ecco perchè è fondamentale che le imprese aprano nuove strade mentre la politica lavora per implementare le necessarie iniziative di supporto.

Related Posts

Ultimi Articoli