“Vinology” e “Vini da Scoprire”: letture…sotto l’albero

Due volumi per imparare e scoprire l’affascinante mondo del vino. Per esperti e neofiti

Babbo Natale ogni tanto legge le letterine che gli arrivano. imageQuest’anno devo dire che mi è andata bene e fra profumi, sciarpe e oggetti vari per la casa, sono arrivati anche loro: Vinology e Vini da Scoprire. Accorpati nell’economia di queste poche righe, in realtà sono due volumi molto diversi che assolvono a compiti fra loro complementari: conoscere “il vino” e conoscere “i vini”.

Non amo le guide e non amo i punteggi, non me ne vogliate. Lo so, un numero dà quel non so che di oggettivo che avvalora e armonizza una recensione (anche se ci sarebbe da discuterne a lungo) ma toglie anche tanto romanticismo e spazio alle singole soggettività, ai caratteri meno codificati e codificabili del prodotto che spesso sono proprio la nota più affascinante. Non amo neppure quando a spuntarla sono i soliti noti e onestamente mi sono anche un po’ scocciata di darla sempre vinta al marketing. Da qualche anno provo ad andare oltre alle apparenze e a non soffermarmi solo su una bella etichetta: ho tanti amici che fanno vino in maniera semplice, genuina, che bacchetto perché io che di marketing vivo inorridisco davanti alle loro brochure o ai loro siti internet. Ma alla fine quando mettono una bottiglia sulla tavola vincono loro. Credo che il libro firmato Castagno – Gravina – Rizzari, Vini da Scoprire, vada proprio in questa direzione: ci sono molte aziende che non ho mai neppure sentito nominare, alcune che già adoro. Ci sono storie e viticoltori e vini, ci sono etichette che possono essere acquistate senza necessariamente accendersi un mutuo. A me viene la voglia di iniziare dal primo – Vino Bianco La Gazzella, La Gazzella – e arrivare all’ultimo – Minneddu, Paddeu – e assaggiarli tutti, tutti e 120. Credo che lo farò (è fra i buoni propositi per il 2017). In generale mi piace che non si cerchi categorie, né punteggi, né estremismi vari: ha la freschezza di una chiacchierata, ma la competenza di tre “saggi” di questo settore.

Vinology è una benedizione per me in questo momento. Avevo bisogno di semplicità e sintesi e qui le trovo entrambe. Apprezzo molto più la parte delle infografiche rispetto a quella testuale, ovviamente si tratta di un mio personalissimo parere. Credo che per quanto possa sembrare immediato, in realtà un libro così non sia esattamente per neofiti e che richieda comunque un trascorso di studio e conoscenza del prodotto vino per avere una giusta chiave di lettura complessiva. Però è comodissimo: ovvio, tutte le semplificazioni devono essere approcciate con la giusta consapevolezza, così anche quando si parla delle sensazioni olfattive di un vino è indubbio che non tutto possa esaurirsi in una manciata di simboli, ma si tratta di uno strumento che trovo assolutamente indispensabile per chi, come me, ama il settore, lo vive professionalmente ormai da qualche anno, ma sa bene che c’è ancora tanto, tantissimo, da imparare. O semplicemente ogni tanto ricordare e “ripassare”.

VINI DA SCOPRIRE – Castagno, Gravina, Rizzari – Giunti Editore 2016 – 253 pagine

VINOLOGY – Alessandro Torcoli – Rizzoli 2016 – 303 pagine

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