Vino senza alcol: Patuanelli dice no, Unione Italiana Vini dice si!

Netta la posizione di Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, in merito alla proposta UE di produrre vino senza alcol

Non si placano le polemiche intorno alla delicata questione di permettere la commercializzazione di vino senza alcol.

La proposta si è attirata l’ira funesta di Coldiretti che  immediatamente si è scagliata contro quello che definisce un inganno legalizzato e una truffa che potrebbe creare imbarazzo tra produttori e consumatori finali.

La posizione di Stefano Patuanelli

Stefano Patuanelli

Lo stesso Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha ribadito che la posizione del Governo italiano non intende accettare la proposta della Commissione di chiamare vino il vino senza alcool. “La posizione del nostro Paese in merito alla proposta di dealcolazione del vino è chiara e netta- afferma Patuanelli- e la ribadirò anche al prossimo Consiglio europeo che si terrà a fine maggio”.
Patuanelli si è detto anche preoccupato “per l’atteggiamento di Francia e Spagna che si sono dette d’accordo con la proposta di compromesso del comitato speciale Agricoltura, in base alla quale il vino potrà essere etichettato come dealcolato o parzialmente dealcolato, mentre i vini Doc potranno essere catalogati come parzialmente dealcolati”.

Unione Italiana Vini: voce fuori dal coro

Ernesto Abbona, presidente UIV

Ma non tutti la vedono così. Ernesto Abbona, presidente UIV, si è fin da subito mostrato favorevole alla proposta UE, chiedendo a gran voce di mantenere il nome vino in etichetta, ovviamente ben specificato che si tratta di vino senza alcol.

“Le polemiche sul vino dealcolato sono speciose. Unione italiana vini non è in sintonia con la posizione politica assunta dalle nostre istituzioni e chiederemo un incontro urgente al ministro Patuanelli per ribadire la linea condivisa dagli imprenditori del vino in vista della discussione sulla riforma della Pac prevista a Bruxelles i prossimi 25 e 26 maggio”.

Abbona sottolinea che si tratta di una pratica enologica in voga in Europa dal 2018, dove si consente la dealcolazione fino al 20% e utilizzata, invece, da Germania e Spagna per la produzione di vini totalmente dealcolati.

Secondo Ernesto Abbona, il vino senza alcol è un prodotto che apre una ghiotta opportunità di mercato, che se non verrà colta dai produttori, andrà certamente in pasto alle multinazionali del beverage. “Non solo perché è un’occasione di sviluppo dal punto di vista commerciale, ma anche a garanzia del consumatore: il comparto vitivinicolo ha certificazioni e controlli molto più stringenti rispetto alle altre filiere. E non si parla di dealcolare totalmente i vini Dop e Igp, né tantomeno di aggiungere acqua al vino: alcune tecniche prevedono la reintroduzione di acqua endogena estratta dallo stesso vino durante il processo di dealcolizzazione, pratica che comunque vogliamo limitata ai vini da tavola e varietali, che sono gli stessi prodotti per cui si chiede la distillazione perché in eccesso”.

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