Inganno o cattiva interpretazione? La proposta UE del vino senza alcol non piace ai produttori
Da qualche tempo la proposta UE di mettere in commercio vino senza alcol fa discutere i produttori.
Coldiretti in particolar modo si è immediatamente scagliata contro la proposta definendola un inganno legalizzato e una truffa che potrebbe creare imbarazzo tra produttori e consumatori finali.
Vino senza alcol: cosa dice esattamente la proposta UE?
In attesa del nuovo incontro che si terrà a Bruxelles il 25 e il 26 maggio, dall’Europa arrivano precisazioni di non poco conto.
Il nodo della questione sta nel fatto che da alcuni Paesi è arrivata la proposta di estendere le etichette delle denominazioni d’origine, siano esse Dop o Igp, anche ai vini dealcolati, ossia quelli senza alcol all’interno.
Non si tratta, quindi, di frodare il cliente aggiungendo acqua al vino, ma piuttosto di produrre nuovi vini che abbiano esigue o inesistenti quantità di alcol all’interno.
A.A.A. Nuovi mercati cercasi!
Paolo De Castro, Eurodeputato
Scagliandosi contro Coldiretti, l’eurodeputato Paolo De Castro (Pd) ha sottolineato che la proposta Ue di commercializzare vino senza alcol aprirebbe le porte a numerosi mercati, così come già capitato per altri importanti prodotti che hanno conosciuto un successo insperato.
Non si andrebbe “a togliere nulla a quanto esiste già, creando solo un’enorme possibilità in quei mercati che non consumano bevande alcoliche, come nei Paesi Arabi. Si pensi alla birra analcolica”.
Ovviamente ai produttori non verrebbe data alcuna imposizione, ma solo una possibilità in più.
Di non poco conto anche il commento del segretario generale della UIV Paolo Castelletti: “è importante che queste nuove categorie di prodotti dealcolizzati rimangano all’interno della famiglia dei prodotti vitivinicoli, per evitare che possano divenire business di altre industrie estranee al mondo vino e che dunque siano le imprese italiane a rispondere alle richieste di mercato, specialmente di alcuni Paesi asiatici”.
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