Post pandemia gli italiani tornano alle degustazioni di vino fuori casa e all’acquisto di vino in presenza, dopo i lockdown. Frena l’e-commerce
Il piacere delle degustazioni di vino a casa e con gli amici, della scelta in enoteca, dell’acquisto di persona torna nel periodo post pandemia. Tra gli addetti ai lavori si parla con convinzione del ritorno alla centralità della convivialità dopo la pandemia.
La tendenza emerge anche dagli ultimi dati, elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea partendo da un campione Nielsen. Spicca il segno meno accanto ai numeri che riguardano l’e-commerce, un canale che sembra aver esaurito il boom dei mesi precedenti, segnando il passo.
E-commerce vs Convivialità e Degustazioni
Se tra il 2019 e il 2021, con l’aiuto delle restrizioni e dei lockdown, le vendite online hanno registrato un picco del 250%, il 2022 si è chiuso con un -15% nei volumi e un -23% nei valori. La flessione, contro la quale non è bastato abbassare i prezzi delle etichette anche del 9,5%, sarebbe dovuta soprattutto al cosiddetto ritorno alla normalità della vita pre-pandemica. Con il consolidamento della ripartenza, gli italiani preferiscono l’acquisto dei vini in presenza e la loro degustazione fuori casa.
Il giro di affari dei vini online, dopo l’exploit di quei due anni in cui le richieste sono triplicate, attraversa ora un momento di assestamento e stabilizzazione, come sottolineato dall’Unione Italiana Vini. Nel 2022 sono comunque state vendute online 10,2 milioni di bottiglie da 0,75 litri, per un valore totale di circa 52 milioni di euro, il triplo rispetto al 2019.
Il piacere dell’acquisto di vino in presenza nel periodo post pandemia
Nel frattempo la grande distribuzione organizzata (Gdo) raggiunge il miliardo di etichette vendute. Come riporta Ansa.it, il presidente di Feudi San Gregorio Antonio Capaldo è sicuro che nel mondo del vino sia tornata a vincere la convivialità, anche se il web continuerà a fare la sua parte, perché al di là dei numeri non è certo un canale di cui si possa più fare a meno.
Di sicuro, superate le difficoltà e le problematiche legate al Covid-19, gli italiani hanno potuto assaporare di nuovo pienamente il piacere di acquistare il vino personalmente, di sorseggiare un buon calice in compagnia delle persone care di partecipare alle degustazioni organizzate in tutto il Paese.
Il consumo di vino e le degustazioni fuori casa
Come certificano i numeri dell’Osservatorio Federvini, il consumo di vino è cresciuto così del 38% insieme a tutto il mercato. Nei primi nove mesi dell’anno scorso il settore ha visto aumentare i consumi fuori casa da un punto di vista generale.
Questo è avvenuto sempre più all’insegna della convivialità e della ripresa dopo gli anni di stop dovuti alle misure anti-Coronavirus, quando di certo le degustazioni non erano incoraggiate. Non è un caso che le performance migliori abbiano fatto riferimento ai consumi serali grazie alle riaperture di bar, ristoranti e locali.
La “convivialità” d’altronde è al centro del rapporto tra gli italiani e il vino dalla notte dei tempi. L’ultima ricerca di TradeLab ha individuato proprio in questa parola, accompagnata dall’allegria, la prima voce da abbinare immediatamente all’idea dei vini fuori casa, una modalità di consumo che piace a ben nove connazionali su dieci.
Nell’ambito di questo studio sono state effettuate oltre mille interviste ad un campione rappresentativo della popolazione del Belpaese, partendo dai maggiorenni per arrivare fino ai 74enni. È interessante notare che nel sondaggio il concetto di allegria, legato ai calici, arrivi a essere indicato da quasi un giovane su due, tra i 18 e i 24 anni.
Inoltre la categoria più numerosa dei consumatori fuori casa, pari al 40% del totale, è soprannominata “Fun e social”, perché vive il bicchiere di vino come un momento di socialità e gioia.
Il boom degli spumanti low cost
In questo panorama di grande convivialità, le bollicine low cost restano centrali nella routine quotidiana dei nostri connazionali e fanno registrare un exploit. Il loro segmento è l’unico che durante l’ultimo anno ha messo davvero a segno una buona crescita. Gli spumanti diversi dal Prosecco hanno chiuso il 2022 con un incremento in volumi del 13%, sempre secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Ismea.
Il loro prezzo medio, rimasto vicino ai 4,4 euro al litro, è aumentato poco o comunque in maniera parecchio più limitata, sui listini, rispetto agli altri vini. Inoltre, nonostante il ridotto potere d’acquisto degli italiani nell’ultimo anno, il periodo natalizio è stato caratterizzato da un vero e proprio boom, con 101 milioni di bottiglie stappate.
L’e-commerce funziona per i vini pregiati
Anche se fatica nel confronto con la Grande distribuzione organizzata, in questo contesto l’e-commerce continua a essere il canale privilegiato per i cosiddetti fine wines, ovvero le bottiglie pregiate, solitamente caratterizzate da una qualità eccellente, da un prezzo elevato e da una produzione affidata a cantine storiche e prestigiose.
Da questo punto di vista, i dati dell’Osservatorio Wine Monitor 2022 di Nomisma hanno evidenziato il notevole incremento dei canali web, sia specializzati sia generalisti, sempre più protagonisti nelle vendite dei fine wines.