Vinitaly: record di incidenza di buyer stranieri sul totale degli ingressi

25000 buyer stranieri per questa edizione di Vinitaly

Si è chiusa questa 4 giorni di Verona tanto discussa e controbattuta: Vinitaly segna un record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi.

25000 operatori stranieri provenienti da 139 paesi, ovvero il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000). Numeri positivi se si pensa alla forte contrazione che gli spostamenti hanno subito sia per le limitazioni pandemiche (Cina e Giappone), che belliche (Russia).

5000 presenze in meno, in sostanza, che non hanno comunque impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud – in rialzo – con quelle del Nord.

Tanti i buyer provenienti da Stati Uniti, Germania e Regno Unito.

A seguire Canada, Cina, Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Ottime le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri.

Vinitaly buyer stranieri

Vinitaly 2022: cosa dicono i produttori circa la presenza dei buyer stranieri

Michele Bernetti- Umami Ronchi

“È stato un Vinitaly entusiasmante, la prima vera occasione dopo tanto tempo di rincontrare fisicamente persone che non vedevamo da tre anni. Abbiamo avuto contatti con molti buyer internazionali: la nostra azienda è rivolta infatti principalmente all’estero con circa il 65% delle nostre produzioni destinate all’export. Abbiamo incontrato tutti i nostri clienti europei, una discreta rappresentanza di America e Nord America mentre l’Asia è mancata per ovvie ragioni. Il numero di buyer è stato forse minore degli altri anni ma tutti i clienti incontrati sono stati contatti di grande qualità”.

Diego Bosoni- Cantine Lunae 

“Noi abbiamo avuto diverse visite di acquirenti stranieri, quindi ho trovato soddisfacente anche questo aspetto. È chiaro che manca quella parte del mondo condizionata da una serie di eventi, ma nell’insieme anche considerando questo aspetto siamo contenti”.

Alessandro Cellai- Vallepicciola

“Abbiamo trovato un clima di grande entusiasmo, persone che avevano voglia di rincontrarsi sotto il comune denominatore di questa materia prima straordinaria che è il vino, che trasmette una grandissima comunione di intenti. Positivo anche il riscontro sugli acquirenti stranieri. Sapevamo della mancanza di alcuni Paesi per ovvie ragioni, compensati però da altri”.

Andrea Farinetti– Fontanafredda

“Bene gli ingressi limitati e le presenze di qualità. Siamo riusciti ad ottimizzare bene gli appuntamenti con buyer e fornitori. È finalmente tornata una fiera business con nuove opportunità e nuove conoscenze. Emozionante anche rivedere partner internazionali: dagli Stati Uniti, dall’Europa, dal Giappone. Abbiamo rilevato sempre più attenzione verso i veri tesori italiani, ovvero tutti quei vini non facilmente replicabili”.

Massimo Gianolli- La Collina dei Ciliegi

“Abbiamo avuto tantissimi clienti italiani, un horeca di assoluta qualità, così come privati e investitori di assoluta qualità provenienti anche dal mondo della finanza e molta affluenza dall’estero”.

Andrea Orsini Scataglini– Marchesi Frescobaldi

“Gli importatori sono venuti, li abbiamo avuti sia dagli Stati Uniti che dall’Europa, abbiamo visto un po’ meno la parte asiatica ma le aspettative sono state molto rispettate. Anche perché questa volta Vinitaly è stata la prima fiera internazionale, altri anni succedeva che venisse anticipata da altre fiere, quest’anno ha fatto da padrona”.

Sergio Zingarelli- Rocca delle Macìe

“In questo Vinitaly sono cambiati un po’ i numeri, però abbiamo riscontrato tantissimi operatori provenienti dall’estero. Bene anche le presenze italiane, in particolare è stata una giornata importantissima. Sicuramente c’è stata meno affluenza rispetto alle passate edizioni ma con più qualità. E questo è ciò che ci serve”.

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