Vinitaly 2023: successo straordinario con 93 mila presenze

Vinitaly 2023, la rinomata manifestazione enologica tenutasi a Verona dal 2 al 5 aprile, si è conclusa con un bilancio estremamente positivo. 93 mila le presenze, con un ritorno di buyers e operatori stranieri, che fanno ben sperare, registrando numeri pre-Covid. Tra le più importanti vetrine dell’economia nazionale, Vinitaly è stato anche parterre per molti esponenti politici, che hanno apportato il loro contributo sotto forma di promesse e impegni o progetti fisici, come mostre d’arte strettamente legate al mondo del vino.  

E intanto si guarda (con un po’ di ottimismo al futuro): la 56° edizione di Vinitaly si terrà dal 14 al 17 aprile 2024.

Novità e trend di mercato: di cosa si è parlato a Vinitaly 2023

Ecco alcuni tra le principali tendenze che hanno creato rumore a Vinitaly 2023.

Vino bianco cresce, vino rosso in calo

La prima novità importante, che è anche un trend di mercato, è l’arretramento dei vini rossi al cospetto dei vini frizzanti, che siano essi bianchi o rosé. Lo rivelano i dati dell’Osservatorio UIV-Vinitaly, che sulla base dell’export di vino, prendendo in esame il periodo 2016-2022, si è notato un drastico calo dei vini rossi di ben 11 punti percentuali, dal 55% al 44%. Crescono del 4% i vini bianchi (33%) e i vini frizzanti (15%), mentre del 3% i vini rosé (8%). Chiude di nuovo in crescita e raggiunge 978 milioni la produzione di spumanti italiani nel 2022.

Sostenibilità ambientale (e sociale)

Altro tema chiave, la sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche sociale. In questo senso va letta l’etichetta in braille, caratteristica distintiva dell’azienda Castrum Morisci di Moresco, in provincia di Fermo, con una produzione di circa 50 mila bottiglie all’anno, che consente ai non vedenti di consultare tutte le informazioni che si trovano di norma sull’etichetta di una bottiglia di vino. La sostenibilità sociale si affianca a quella ambientale, vista l’intera produzione biologica, che rispecchia un trend molto avanzato nella provincia di Fermo, con una incidenza “organica” di oltre il 46% complessivo.

Il Cocktail di Pasqua

Flair bartender professionista, Giorgio Facchinetti ha creato il cocktail ideale per le vacanze di Pasqua, che ha preso il nome di Ginger Easter, a base di Rum Bacardi, Vermouth e succo di Miyagawa (il mandarino asiatico), soda al Moscato d’Asti, zenzero e sciroppo alla colomba.

Vino e packaging: nuovi trend

Il design occupa sempre più spazio nei vari settori dell’economia e non può quindi essere da meno per un comparto elegante e di stile come quello enologico.

Così, dalla collaborazione tra Piero Lissoni, Verallia e Masi Agricola nasce la Bottiglia Masi, leggera e dedicata alla linea di vini biologici.

Ma non vanno dimenticati gli Svitati, ovvero la partnership tra cinque aziende che hanno scelto il tappo a vite per preservare il vino consentendo un’omogeneità qualitativa e un buon livello di evoluzione dello stesso nel tempo.

Tornando alla sostenibilità ambientale, si è parlato poi di riuso in termini di imbottigliamento: a partire dal 2030 spicca la proposta di riciclo di 5-10 bottiglie su 100 bottiglie sul mercato europeo.

Il vino arancione

Oltre al trend biologico, un’altra tendenza protagonista a Vinitaly 2023 è stata senza dubbio rappresentata dall’orange wine. Il vino arancione, già presente lo scorso anno, ha confermato la sua esistenza ricordando l’appuntamento a lui interamente dedicato il prossimo 28 aprile, ovvero l’Orange Wine Festival di Izola, in Slovenia.

Orange Wine Glass
Orange wine in big wine glass, fashionable modern drink, gray counter background, copy space, selective focus

Il vino entra nel metaverso

A Verona la Famiglia Cotarella, cantina di Montecchio, in partnership con Engineering, ha offerto un’esperienza immersiva nel suo territorio, tra le sue vigne e le botti: un vero e proprio viaggio virtuale in una delle cantine più importanti della zona, che ha illustrato le possibilità esplorative e le potenzialità del metaverso e di quello che si può fare in un futuro sempre più vicino, anche dal punto di vista enoturistico (per degustare, forse, meglio essere presenti in loco).

Dati partecipanti e presenza buyer

Con ben 93 mila presenze in totale, di cui 29.600 di origine straniera, la crescita è stata considerevole, trainata in prevalenza da buyers stranieri che sono stati il 20% in più rispetto alla precedente edizione, provenienti da 143 Paesi, rappresentando un terzo degli operatori accreditati. Grande interesse anche da parte degli Stati Uniti, che hanno registrato un incremento di presenze del 45% e soprattutto dall’Asia (+116%), trainata come detto da Cina e Giappone (+143%). Bene anche il Sudamerica, con il +46% registrato dal Brasile. Numero di presenze importante e in crescita anche per l’Australia (+130%).

L’obiettivo prioritario, ha spiegato il presidente di Veronafiere Federico Bricolo, è “costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da una parte gli investimento dell’incoming sull’Italia, dall’altra sul prodotto italiano all’estero, con un radicamento di VeronaFiera anche negli Stati Uniti, in Giappone, Corea del Sud e nel Far East”.

In tutto si sono contati 4.000 espositori provenienti da 30 Paesi. Le degustazioni “fuorisalone” hanno praticamente raddoppiato rispetto all’anno precedente, per un totale di 45 mila degustazioni.  

L’edizione 55 di Vinitaly ha ottenuto credito anche per gli 11 mila appuntamenti, che sono stati più di 5 volte il numero degli eventi della scorsa edizione. Inoltre, si è registrata una importante attenzione da parte del governo, che ha usufruito della vetrina per portare progetti e promettere impegni notevoli all’estero e investimenti sul sistema fieristico.  

I protagonisti di Vinitaly 2023

Sono stati numerosi gli eventi che hanno avuto spazio nella cornice del Vinitaly 2023, nei quali le Regioni hanno sfoggiato con orgoglio la loro tradizione vitivinicola mostrando al pubblico presente le eccellenze dei propri territori.

La Regione Marche ha lavorato molto sulla promozione focalizzandosi in prevalenza sull’enoturismo e sulla sostenibilità, tra degustazioni e premiazioni di istituti agrari che hanno confermato ancora una volta come la formazione sia il punto di partenza per fare impresa in questo settore.

Assoluto protagonista anche il Consorzio Garda DOC, per la prima volta a Vinitaly con un suo stand, che ha presentato Garda Wine Stories e Garda DOC a Bordo in due eventi con l’obiettivo di diffondere e promuovere i vini dell’areale gardesano.

Anche l’Alto Adige ha preso la parola, per voce del direttore del Consorzio Vini Alto Adige, Eduard Bernhart, il quale ha speso due parole sull’annata 2022, scacciando via i timori di una stagione difficile, e definendolo un “anno molto precoce”, con “il 2022 che risulta un’ottima annata per i vini rossi”.

Non è mancata la voce del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che ha approfittato della vetrina del Vinitaly per presentare il primo festival della letteratura del vino.

La Calabria ha incassato molto interesse per il suo comparto agroalimentare, confermando la sua partecipazione per il prossimo triennio, e aprendo nuove strade verso mercati esteri, in particolare nordamericane, avviando una collaborazione con l’Istituto del Commercio Estero.

Può dirsi soddisfatta anche la Puglia, che per voce del suo assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, ha dichiarato di aver rivisto compratori “provenienti dal sud est asiatico”, avendo inoltre la conferma “di come è ormai fondamentale presentare tutti i nostri prodotti enogastronomici come tratto identitario e riconoscibile della nostra Puglia”.

Non solo vino, infine: anche la grappa vuole la sua parte! E nel convegno organizzato dal Consorzio di Tutela della Grappa si è affermato che nel 2022 il mercato ha registrato un’ottima crescita nell’ambito dell’export, soprattutto negli Stati Uniti, e che nel 2023 le prospettive sono interamente positive.

Vinitaly 2023 grappa
Vinitaly 2023 grappa

Vinitaly 2023 in numeri

I numeri di Vinitaly 2023:

NumeroCaratteristica
100.000 m2Spazio espositivo netto di VeronaFiere per Vinitaly
Oltre 4.000Espositori
30Paesi espositori
17Padiglioni occupati
93.000Presenze
29.600Presenze straniere
143Paesi di origine degli operatori accreditati

Vinitaly alla conquista della Cina, il vino italiano alla conquista del mondo

Grazie al lavoro costante di ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Vinitaly 2023 chiude i battenti solo in Italia, fa le valigie e parte alla conquista della Cina. Il primo appuntamento è previsto per l’11 aprile a Chengdu, in Cina. Dopo 3 giorni, invece, sarà a Shenzhen, a occupare il Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan.

Il vino italiano nel mondo, tuttavia, non ha certo bisogno di presentazioni. Nel nostro Paese sono presenti 700 mila ettari di vigneti, mentre nel 2022 le esportazioni hanno fatto girare un volume d’affari attorno agli 8 miliardi di euro, portando al +80% l’incremento di vendite all’estero nell’ultimo decennio. Abbiamo registrato una crescita, così come la Francia, che è arrivata a 12,5 miliardi di euro, Paese da sempre rivale nel settore dal quale ci differenzia ancora il gap di prezzo, con un -40% del prezzo medio all’export dei vini italiani in confronto a quelli francesi, esattamente come 10 anni fa.

Intanto, saltando al mercato interno, secondo dati della Federvini, cala la vendita di vini nella GDO per colpa dell’inflazione, con il mercato che vede la luce nei vini di nicchia e deluxe. Stando ai dati Circana, che hanno esaminato le prime 11 settimane del 2023, nel primo trimestre di quest’anno le vendite di vino sono calate a volume del 6,2%, mentre quelle delle bollicine dello 0,5%. Nel mercato italiano sono stati venduti 800 milioni di litri nel 2022, per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro.

Quali sono le prospettive e le previsioni per il 2023? Il rallentamento economica continua a minacciare il settore, ma potrebbero esserci dei fattori che potrebbero migliorare la situazione, come una crescita del PIL oltre le attese e, ovviamente, l’assenza di minaccia di nuova guerra (o inasprimento di quella esistente) o di qualsiasi Cigno Nero.

Delle stime se né parlato durante l’IX Forum Wine Monitor. Francesca Benini, Sales&Marketing Director di Cantine Riunite & Civ, ha focalizzato due aspetti principali per il 2023: “Il primo coinvolge i costi, soprattutto del vetro, che continuano ad avere un trend ascendente, e che per tutto il 2022 non abbiamo riversato sul mercato; il secondo, riguarda il comportamento d’acquisto del consumatore”. L’inflazione e il carovita costringe i consumatori a rinunciare ai beni indispensabili: il mercato non conosce flessioni nel settore di lusso, quello dei vini costosi, perché ovviamente è orientato verso un target che non ha questo tipo di problemi.

Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, che ha curato il primo intervento, ha fatto trapelare però qualche spiraglio di ottimismo: “Un 16% non farà nessun cambiamento nella spesa alimentare. Il dato positivo è che questa quota, a giugno 2022, era ferma al 9%, quindi ciò significa che il clima generale di fiducia è migliorato negli ultimi sei mesi”. Inoltre, “tra i tagli al carrello della spesa, il vino è solo al sesto posto”.

Vino internazionale a Vinitaly: i Paesi in primo piano

Non solo Italia: a Vinitaly sono arrivati anche i balcanici, grazie al lavoro di Open Balkan, che ha portato in seno alla manifestazione circa 150 prodotti provenienti da Serbia, Albania e Macedonia del Nord.

L’area tasting, inoltre, ha proposto diverse degustazioni guidate organizzate, che hanno permesso ai presenti di assaggiare vini e distillati provenienti dai già citati Balcani, ma anche dalla Spagna, dalla Croazia, dall’Austria, dalla Slovenia, dalla Bulgaria, dal Portogallo e ovviamente dalla Francia.

Fuori dai confini europei, invece, il vino ha avuto anche un gusto africano (nordafricano e sudafricano, per l’esattezza), messicano e armeno.

Vinitaly 2023: le reazioni

L’amministratore delegato di VeronaFiere, Maurizio Danese, e il presidente Federico Bricolo hanno sottolineato la presenza di grossi buyer e top buyer, con preminenza cinese, e già si guarda con entusiasmo al 2024. “Chiudiamo un Vinitaly finalmente a pieno regime”, ha dichiarato entusiasta Bricolo. “Siamo molto soddisfatti per il riscontro riscosso da aziende e territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione”.

A fargli eco Danese, che ha parlato di un nuovo corso “iniziato, ma non certo terminate”, e che ha definito la manifestazione “un vettore sempiterno del made in Italy, sia qui sia all’estero, se si ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è proprio questa la direzione che stiamo intraprendendo”.

Lato governo, ampiamente soddisfatto si è dimostrato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, che al Tg2 ha parlato di un bilancio della manifestazione altamente positivo. “Al settore enogastronomico abbiamo affiancato l’arte con l’esposizione di opere prestigiose come il Bacco del Caravaggio e di Guido Reni”. Ma il focus è anche sulla formazione e sulle nuove generazioni: “Abbiamo coinvolto le scuole, perché consideriamo straordinariamente importante il ruolo degli istituti agrari, che insegnano ai nostri giovani a diventare imprenditori agricoli di successo”.

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