Home News Ricerca IRI a Vinitaly: acquisti del vino in calo, previsioni 2023

Ricerca IRI a Vinitaly: acquisti del vino in calo, previsioni 2023

La pandemia da Covid-19, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, gli aumenti dei costi di produzione e, di conseguenza, dei prezzi al pubblico finale hanno fatto sì che il 2022 si sia rivelato un anno particolarmente difficile per il mercato del vino (e non solo).

Con una chiusura “negativa” dell’anno precedente, il 2023 non si prospetta tutto rose e fiori, anzi: potrebbe essere un anno abbastanza complicato per i volumi, soprattutto per via dei prezzi aumentati a dismisura e non più a portata effettivamente di tutti, ma la svolta potrebbe essere dietro l’angolo; già nel secondo semestre dell’anno, infatti, se l’inflazione dovesse (finalmente) calare, le promozioni potrebbero diventare più incisive, consentendo al mercato del vino di riprendersi e rivedere la luce in fondo al tunnel.

Quanto detto finora fa parte di un quadro più ampio e più dettagliato di uno studio compiuto dall’Istituto di Ricerca Circana (conosciuto come IRI) che verrà presentato a Vinitaly, che si terrà a Verano dal 2 al 5 aprile 2023, in particolare in occasione della 19esima tavola rotonda su vino e Distribuzione Moderna promossa da Veronafiere.

I dati delle vendite del vino 2022

Le vendite e gli acquisti di vino nell’anno 2022 hanno, quindi, subìto un forte calo dovuto a motivi prevalentemente economici; a tenere botta ecco il Prosecco, in particolare quello prodotto in territorio veneto e friulano, che ha comunque mantenuto il primato di vendita con 46 milioni di litri venduti.

Al Prosecco seguono il Chianti toscano con 17 milioni di litri e il Lambrusco emiliano con circa 17 milioni di litri. Straordinarie le performance del Nero d’Avola siciliano, che si piazza al decimo posto con quai 8 milioni di litri, il Pignoletto emiliano, al dodicesimo posto con 6 milioni di litri e il Primitivo pugliese, che occupa il tredicesimo posto con circa 6 milioni di litri.

Se quelli elencati sono dei veri e propri evergreen della produzione vinicola italiana, nella lista non mancano di certo anche i vini “emergenti”, cioè i prodotti con il maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente. Il podio è così composto:

In questa classifica speciale hanno preso parte anche il Vernaccia toscano, l’Orvieto umbro e laziale e il Nebbiolo piemontese e lombardo.

Per quanto riguarda, invece, una percentuale più generale dell’intero comparto del vino, si conferma una flessione a volume del -5,4%, con il -7% dei vini rossi e il -4,7% degli spumanti (dato che scende a -0,2 se si esclude il Prosecco che, come già detto, ha mantenuti alti gli indici di vendita).

Le dichiarazioni di IRI e Veronafiere

A commentare l’andamento di vendite e acquisti di vini è stato, tra i primi, Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana, l’Istituto di Ricerca che si è occupato dello studio in merito: “Lo scenario geo-politico e le conseguenze sui prezzi hanno generato effetti non marginali sulle vendite, che però hanno resistito evitando un tracollo” ha dichiarato, sottolineando che: “La fine del Covid potrebbe dare più certezze a tutti. Nel corso della tavola rotonda presenteremo i dati dei primi mesi dell’anno, in modo da approfondire i primi segnali che vengono dai mercati e che potrebbero condizionare il 2023”.

Lo studio compiuto, quindi, serve non solo a dare una panoramica generale di quanto accaduto, ma anche ad avere un’idea di quello che possa accadere nel corso del 2023 che, secondo Romano, potrebbe non essere così catastrofico: “Senza drammatici ulteriori aumenti dei prezzi – ha precisato – le Cantine e la Distribuzione potranno tornare a confrontarsi sulla base delle scelte aziendali e delle strategie di medio-lungo periodo”.

Un pensiero lungimirante e, sicuramente, promettente. Ad appoggiarlo, le parole di Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, che si occuperà dell’allestimento della tavola rotonda di aprile promossa da Vinitaly: “Nel tempo è divenuta uno dei luoghi privilegiati del dialogo tra le cantine e le insegne distributive, spesso caratterizzato da posizioni lontane. Per favorire l’incontro, in un periodo non facile per le vendite del vino – ha aggiunto – abbiamo anche rinnovato la formula, che consentirà ai rappresentanti dei produttori di porre direttamente domande ai distributori, in modo che il confronto sia sempre più costruttivo”.

Dialogo, confronto e scambio di idee: sono questi i principi sui quali si baserà questa attesissima tavola rotonda che si terrà al Vinitaly il 3 aprile e alla quale parteciperanno, insieme a Virgilio Romano, anche:

  • Mirko Baggio (Responsabile Vendite Gdo di Villa Sandi), per Federvini;
  • Luca Devigili (Business Development Manager di Banfi), per Unione Italiana Vini;
  • Simone Pambianco (Category Manager Bevande), per Conad;
  • Francesco Scarcelli (Responsabile Reparto Beverage), per Coop Italia;
  • Flavio Bellotti (Responsabile Category Vino), per Gruppo Selex;
  • Lorenzo Cafissi (Responsabile Beverage Alcolico), per Carrefour;
  • Marco Usai (Wine Specialist), per MD.

La tavola rotonda si aprirà proprio con lo studio compiuto da IRI che, è bene ricordarlo, consiste nel più grande centro di analisi al mondo certificato ISO 9001: 2015. Ogni anno, analizza oltre 20 trilioni di record dati grazie agli oltre 200 esperti professionisti provenienti da diversi settori e alle numerose e specifiche competenze in ambito Analytics, Tecnologia e Innovazione.

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