Vendite vino 2022: le previsioni

Un anno che non si prospetta semplice, tra incertezze e rincari. La soluzione? Fare squadra! Ecco le previsioni sulle vendite di vino nel 2022 di The Wine Net

Non sarà un anno semplice, ma la risposta alle tante preoccupazioni delle cantine circa le vendite di vino nel 2022 c’è ed è quella di fare squadra ed unire le proprie forze in un obiettivo comune.

The Wine Net, la rete di 7 cooperative italiane nata 5 anni fa, presenta per la prima volta i risultati dell’osservatorio costituito per analizzare la situazione di mercato.

The Wine Net riunisce le seguenti realtà vitivinicole italiane con l’obiettivo comune di unire le forze:

L’indagine di The Wine Net

Lo studio mette in luce come, a partire dalla prossima primavera, a causa dei rincari delle materie prime, i prezzi dei vini in GDO e HORECA sono destinati a subire un aumento che sarà calcolato tra l’8% e il 12%.

Ciò chiaramente si ripercuoterà sui prezzi finali per il consumatore con un incremento che andrà dal 10 al 30%.

Il paradosso della GDO

Se da parte dell’Horeca l’aumento dei prezzi è considerato ormai inevitabile, le maggiori resistenze stanno arrivando dalla GDO.

Le resistenze si concretizzano in una costante campagna promozionale volta a rassicurare il cliente finale sull’assenza di aumenti.

Questo andrà a far ricadere il mancato profitto sulle cantine.

“La soluzione corretta- affermano da The Wine Net– dovrebbe essere la trasparenza verso il cliente finale, all’insegna di un’ economia etica che ripartisca i disagi su tutti gli attori, non solo su una categoria, consapevoli che solo stando assieme si può vincere. La situazione apre ora una nuova problematica: il posizionamento di alcune denominazioni molto importanti all’interno del Canale Moderno, che con questa situazione rischiano di non essere più appetibili per il consumatore”.

Se infatti i vini di fascia alta non subiranno contraccolpi troppi evidenti, i vini di fascia media avranno una nuova problematica da affrontare: nel caso, ad esempio del Valpolicella base o del Montepulciano d’Abruzzo, posizionate da sotto i 3 euro ai 7, il rischio è quello di uscire con un prezzo fuori mercato anche solo con l’aumento di meno di 1 euro.

“Se ciò accadesse- affermano da The Wine Net ci sarebbe il rischio che alcune tipologie di vino divengano più convenienti da vendere come “sfuso” anziché imbottigliato. Un danno questo che viene giudicato enorme, visti gli sforzi fatti in questi anni per promuovere la vendita di imbottigliato con propria etichetta per dare maggiore valore”.

Aumento dei prezzi e export: quale scenario?

Se la situazione interna preoccupa non poco, all’estero lo scenario appare decisamente meno drammatico.

Questo grazie al comportamento degli importatori che, intelligentemente, hanno accettato di ripartire in modo equo un rincaro previsto del 15 –18%, con un 8% sostenuto dalla cantina con il mancato guadagno, un 5% di aumento dei listini e un 5% di assorbimento da parte dell’importatore stesso.

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