Non si fermano le vendite di vino nel 2021: nei primi dieci mesi dell’anno si è registrato un aumento percentuale a doppia cifra
Non c’è pandemia che tenga, né chiusure che danneggino irreparabilmente il settore: come già anticipato qualche tempo fa, le vendite di vino nel 2021 crescono e, per la precisione, conoscono una crescita del 13% in più rispetto all’anno precedente.
Questo anche grazie all’importanza delle vendite online e allo sviluppo di e commerce sempre più strutturati.
Stando ai dati di Unione Italiana Vini le vendite a fine anno si sono assestate sopra i 7 miliardi di euro. Il che è un dato davvero confortante.
Ma, c’è un bel problema che si presenta con l’anno nuovo e di cui abbiamo già abbondantemente parlato.
Il rincaro delle materie prime
A lanciare l’allarme ribadendo la forte preoccupazione è sempre Unione Italiana Vini, che già nel 2021 si era pronunciata per porre l’attenzione su quello che oggi è un bel problema reale.
Per le aziende vinicole c’è stato un rincaro medio a carico delle aziende del 10% a bottiglia, a causa dell’aumento di bollette, materie prime e trasporti.
“La ‘bolletta’ supplementare per il settore- aveva detto Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini– supera ormai 1 miliardo di euro e questo al netto delle difficoltà nelle consegne del vino, che cominciano a evidenziarsi anche se in misura molto minore che in Francia. È del tutto evidente che le imprese saranno costrette entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori. Una partita le cui conseguenze non saranno semplici da gestire, perché rischia di stritolare le aziende più deboli con il pericolo di generare una pericolosa spirale al ribasso”.
Si calcola che la sola bolletta elettrica costi al settore quasi 350 milioni di euro in più rispetto a 2 anni fa, a cui si vanno a sommare i trasporti, la carta, il vetro, il legno e le chiusure.
Un rincaro che riguarda le aziende e i privati su scala mondiale, ma che vede l’Italia come il Paese più esposto al rincaro di gas naturale ed energia rispetto a Francia e Spagna che possono contare su approvvigionamenti energetici differenti e policy di contrasto più efficaci.
Cosa fa il Governo?
Il Governo ha già emesso un decreto che però da solo non può bastare.
“Il decreto- afferma Castelletti-…nel breve periodo andrebbe affiancato dal taglio dell’Iva sulle bollette e da misure per calmierare anche il costo del gas, non previste dal testo. In ottica di risparmio, nel medio periodo la parola chiave per un settore che è un buon consumatore di energia è quella degli investimenti. Macchinari più efficienti in vigneto e in cantina, autonomia energetica con fonti rinnovabili, materiali più sostenibili sono gli strumenti sui quali le aziende puntano. In tal senso, nuove opportunità arriveranno con il capitolo agricolo del Pnrr che prevede un budget di oltre 2 miliardi di euro per questo tipo di azioni. Chiediamo pertanto al ministro Patuanelli – ha concluso Castelletti – quali siano le tempistiche di attuazione dei primi investimenti del Pnrr e degli incentivi su parco solare, innovazione e meccanizzazione”.