Sicilia: com’è andata nel 2022 la vendemmia più lunga d’Italia?

L’annata 2022 nell’isola più a sud d’Italia

In Sicilia la vendemmia più lunga d’Italia, oltre 100 giorni, si concluderà a novembre 2022 nelle altitudini più elevate dell’Etna.

“Bacca piccola fa buon vino, – sottolinea Antonio Rallo, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – del resto il percorso dell’uva, a partire dalla fioritura, è stato buono: ci aspettiamo che la qualità, grazie alla gestione attenta dei vigneti e anche dell’irrigazione, sia certamente sopra la media”.

Vendemmia sicilia

Le considerazioni del Consorzio sono in linea sull’aspetto qualitativo con le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate negli scorsi giorni al Mipaaf: per quanto riguarda la qualità, si aspettano vini “eccellenti” in Sicilia. Si protrarrà ancora per qualche altra settimana, intanto, la vendemmia più lunga d’Italia, che parte a fine luglio dalla costa occidentale dell’isola, spostandosi gradualmente verso Sud Est e per poi concludersi a ottobre inoltrato, sui rilievi più alti.

In Sicilia un 2022 d’eccellenza proprio grazie alle condizioni climatiche

In piena vendemmia abbiamo parlato con l’enologo Paolo Caciorgna, che opera in Sicilia, nella zona dell’Etna dal 2006. Ci parla della situazione legata alle condizioni climatiche degli ultimi mesi.

Vendemmia sicilia

“Nel versante nord del vulcano le condizioni meteo non sono state difficili come nel resto della regione. Le escursioni termiche che si registrano normalmente anche d’estate hanno permesso al Nerello Mascalese di arrivare a maturazione gradualmente. Sicuramente c’è un leggero anticipo ma, nelle contrade tra i 700 e gli 800 metri di altitudine, la raccolta è cominciata a inizio Ottobre. Con il Carricante, l’uva principe dell’Etna Bianco, la raccolta invece è già iniziata a fine settembre”.

Le giuste risorse per superare le criticità

Queste condizioni saranno sempre più frequenti, Paolo Caciorgna ragiona insieme a noi su come si potrebbe lavorare preventivamente per arginare il problema.

“Dobbiamo pensare a tutte quelle operazioni agronomiche che portano la pianta ad avere le giuste risorse per superare certe criticità. Immaginare anche che alcune zone con esposizioni meno felici , con il perdurare di certe condizioni meteo , potrebbero divenire interessanti per la viticoltura.
Rimanendo sull’Etna , possiamo dire che questa zona resta un po’ un mondo a se’ , dove le precipitazioni piovose sono distribuite nelle stagioni abituali , dove le escursioni termiche sono di sollievo per la pianta e dove vitigni con un ciclo vegetativo più lungo come Nerello e Carricante garantiscono una costante qualità intesa anche come equilibrio dei vini.”

 

 

 

 

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