In questa difficile e caldissima annata, l’Emilia Romagna per la vendemmia 2022 ha potuto beneficiare delle piogge verificatosi a marzo e ad inizio maggio.
L’annata 2022 porta con sé il comune denominatore di siccità, calore estremo e anticipo sulla raccolta un po’ in tutta Italia. L’Emilia Romagna non fa eccezione, con una vendemmia di circa otto giorni prima rispetto ad alcune ottime annate precedenti (2016 e 2020) e 3/4 giorni rispetto allo scorso anno.
Le analisi evidenziano valori zuccherini in media più alti, che tradotti in alcool apporteranno un aumento generale pari a circa +0,5%, mentre sulle acidità si rilevano dati allineati con la 2021.

Fondamentali le precipitazione nei mesi primaverili.
Secondo Francesco Bordini, agronomo con dottorato di ricerca in impiantistica enologica e consulente, in questa difficile stagione l’Emilia Romagna ha comunque avuto due momenti fortunati: le piogge di marzo e quelle di inizio maggio. “I mesi torridi di giugno, luglio e agosto hanno lasciato una cicatrice nelle piante.

Francesco Bordini
Ma, grazie alla riserva idrica maggiore rispetto ad altre zone d’Italia, le viti hanno mantenuto condizioni accettabili” racconta Bordini. Alcune varietà, come il Pignoletto bolognese o il Sangiovese del riminese, sono state raccolte anche prima di Ferragosto. D’altro canto, l’autunno anticipato con le piogge di settembre e la buona escursione termica, hanno contribuito alla corretta maturazione delle uve in altri areali.
Previsto un calo del 25-30%.
“Una situazione esplosiva, che mette in allarme l’intero comparto e porterà a una netta flessione produttiva se confrontata con la media degli ultimi dieci anni, complessivamente nell’ordine del 25-30% (con picchi fino al 50%) in collina e almeno del 10% in pianura, salvo eventuali stop alle irrigazioni”, spiega il presidente dei viticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, Mirco Gianaroli.
“C’è bisogno di salvaguardare prima di tutto la vita della pianta. Poi di cercare soluzioni alternative, portinnesti resistenti e tecniche agronomiche di precisione in grado di garantire un maggiore risparmio idrico. Inoltre bisogna costruire bacini irrigui e investire in ricerca per arrivare a soluzioni alternative che possano offrire un sistema efficace di difesa delle produzioni vitivinicole da parassiti e malattie”.