Il progetto di Paola Ferraretto per un’enologia a basso impatto ambientale.
Ultrasuoni in vigna: è questo uno dei progetti di avanguardia cui si lavora a Udine. E se il lavoro con gli ultrasuoni è da tempi usato in ambito alimentare, la sua applicazione in campo enologico è cosa recentissima.
Fra i lavori recentemente saliti alla ribalta figura il progetto di Paola Ferraretto, che a differenza di ricerche già compiute in merito, ha un taglio estensivo e prevede anche un’applicazione pratica. La ricerca di Paola Ferraretto, che sfrutta gli ultrasuoni durante l’intero processo di vinificazione, consente di arrivare a un’enologia a basso impatto ambientale con una consistente diminuzione di additivi e coadiuvanti chimici, cui si aggiunge una riduzione dei tempi e dei costi di gestione.
Sono stati questi i fattori che hanno permesso al suo lavoro di Paola di essere premiato dal Comitato scientifico di Expo 2015 come progetto innovativo. Il concorso indetto da Expo intendeva promuovere proprio i progetti di ricerca legati all’innovazione e alla sostenibilità agroalimentare.
«Fino a pochi anni fa i lavori bibliografici in merito erano ben pochi e non riguardanti l’intera filiera enologica. Il mio progetto, presentato ad Expo, era uno dei pochi di applicazione pratica» spiega Paola in un’intervista. «A gennaio 2015 è partito il progetto legato all’innovazione d’impresa finanziato dalla Regione Veneto che ho presentato insieme a due aziende venete e all’università di Udine e che mi ha permesso di essere assunta come dottore di ricerca».