Unità geografiche aggiuntive Chianti Classico, si parte

Dal 1° luglio 2023 sulle etichette delle bottiglie del Chianti Classico comparirà l’indicazione delle Unità geografiche aggiuntive, le microaree di produzione, per un collegamento sempre più stretto tra vino e territorio.

Dal 1° luglio 2023 i borghi del Chianti classico saranno sulle etichette delle bottiglie di vino. In aggiunta Gallo nero, l’immagine che storicamente contraddistingue questo vino. È infatti giunto al termine l’iter ministeriale del progetto delle Unità geografiche aggiuntive. Tra poche settimane quindi le bottiglie di Chianti Classico saranno legate in maniera ancora più stretta al territorio di produzione.

La zona di produzione del Chianti Classico

Il Chianti Classico è uno dei vini più famosi al mondo, simbolo di un intero territorio. Nasce nel cuore della Toscana, a cavallo tra le province di Firenze e Siena. Si tratta di una zona di 70.000 ettari che comprende per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa. Dal 1° luglio prossimo il binomio tra il vino e il suo territorio sarà ancora più forte e significativo.

Cosa sono le Unità geografiche aggiuntive

Le Uga (Unità geografiche aggiuntive) sono un progetto, approvato circa un anno e mezzo fa dall’assemblea dei soci del Consorzio del Chianti classico, di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in zone più ristrette e dotate di maggiore omogeneità. Con l’obiettivo di arrivare ad indicare in etichetta il nome di queste aree. Per questo motivo sono state individuate e delimitate undici aree all’interno della zona di produzione del Chianti classico, distinguibili in base a criteri specifici quali la riconoscibilità enologica, la storicità, la notorietà e la significatività in termini di volumi prodotti. Le Unità geografiche aggiuntive, dopo la recente conclusione dell’iter burocratico per l’approvazione delle modifiche al disciplinare di produzione, entreranno in vigore dal 1° luglio prossimo. In questa prima fase si applicheranno alla sola tipologia Gran Selezione.

Le Uga individuate sono:

  • San Casciano
  • Greve
  • Montefioralle
  • Panzano
  • Lamole
  • San Donato in Poggio
  • Radda
  • Castellina
  • Gaiole
  • Vagliagli
  • Castelnuovo Berardenga

Come detto, lo scopo è quello di quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, aumentare la qualità in termini di identità e territorialità, consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve e, non ultimo, stimolare la domanda attraverso la differenziazione dell’offerta.

Il commento di Carlotta Gori, direttrice del Consorzio

Quello delle Unità geografiche aggiuntive è un progetto a cui il Consorzio del Chianti classico stava lavorando da tempo. L’annuncio della conclusione dell’iter e conseguente entrata in vigore delle Uga è stato dato ufficialmente a metà febbraio in occasione dell’evento Chianti Collection 2023. “Finalmente siamo riusciti a dare l’annuncio in conferenza stampa dell’entrata in vigore tra poche settimane dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della possibilità di indicare sulle etichette delle bottiglie di Chianti Classico Gran Selezione il nome dell’Unità geografica di provenienza – spiega Carlotta Gori, direttrice del Consorzio del Chianti Classico -. Abbiamo suddiviso il territorio in undici microaree, che portano il nome a volte dei comuni, a volte di zone ancora più piccole. Questa indicazione geografica verrà riportata sull’etichetta dei vini per stringere sempre di più il legame tra il vino e la sua microarea di provenienza. Nello stesso tempo vogliamo stimolare ancora di più la voglia del consumatore di conoscere il territorio e il legame con il vino”.

chianti classico simbolo gallo nero

Come cambia il packaging del Chianti Classico Gran Selezione

L’etichetta del vino Chianti Classico Gran Selezione, dunque, oltre al celebre simbolo del Gallo Neroavrà tra poco la particolarità di indicare la microarea di produzione. Si tratta di un dettaglio piccolo ma importante perché aiuterà il consumatore a legare quel vino a un territorio ben specifico. E, nello stesso tempo, permetterà ad ogni zona di diversificarsi e di mostrarsi sia all’interno del Consorzio sia per quelle specificità che la rendono, a suo modo, un unicum. “L’impronta digitale di un vino e di una denominazione coincidono spesso con il profilo del suo paesaggio – aveva scritto in una nota stampa il Consorzio nel presentare per la prima volta il progetto -. Imparare a leggerlo, ad apprezzarne le sfumature e a valorizzarne le differenze sono la chiave per rafforzare l’identità del prodotto. Da questi presupposti è nato il progetto di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità. Per arrivare, poi, ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Le norme nazionali ed europee consentono infatti che per i vini DOP si possa fare riferimento a unità geografiche aggiuntive, identificate all’interno della zona di produzione della denominazione”.

Il commento di Giovanni Manetti, presidente del Consorzio

Le Unità geografiche aggiuntive sono un progetto in chi il Consorzio del Chianti ha investito molto e sul quale punta molto. Lo ha confermato il presidente Giovanni Manetti in una recente intervista rilasciata a I Grandi Vini. “E’ un’iniziativa strategica per 500 aziende, che il mercato attende con forte attenzione, oltre a rappresentare un modello positivo, anche per altre denominazioni, nel rafforzare il legame tra un prodotto unico ed il suo territorio – aveva dichiarato -. Il mercato ci chiede prodotti unici: l’unico fattore produttivo inamovibile per farlo è il territorio. Per questo dobbiamo essere bravi a trasferire sempre di più questi aspetti identitari inimitabili all’interno delle nostre bottiglie, dando vita ad un prodotto contemporaneo, che piaccia a padri e figli. Le Uga possono soddisfare la domanda crescente di consumatori più esperti e appassionati ma anche quella dei giovani”.

Related Posts

Ultimi Articoli