Il nuovo Regolamento Ue punta a rafforzare il turismo eno-gastronomico

Il 20 aprile la Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Ue ha approvato la bozza di Regolamento delle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea. Il nuovo Regolamento Ue punta a rafforzare il turismo Dop, introducendo nuovi strumenti di promozione del settore vitivinicolo e dando nuovo vigore al ruolo dei consorzi.

Il ruolo dei Consorzi di tutela nel nuovo Regolamento Ue

Come sottolineato da Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita, tra le principali novità c’è proprio la definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di tutela. Questi ultimi assumeranno infatti un ruolo istituzionale nella promozione del “Turismo Dop”, cioè il turismo enogastronomico legato a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione Geografica.

Il nuovo ruolo assunto dai Consorzi di tutela permetterà di collaborare concretamente con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, oltre che con le istituzioni di settore come Ministero del turismo ed Enit, per prendere parte a iniziative di promozione internazionale che possono costituire un’ulteriore leva di crescita per le Dop Igp italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni.

Il Regolamento UE introduce inoltre numerosi strumenti di coordinamento dei Consorzi di tutela. In primis la formazione di consumatori consapevoli, attraverso l’organizzazione di attività esperienziali, trasferire tutti i valori della filiera, i fattori ambientali, il patrimonio artistico e culturale o quello storico e sociale. A ciò si aggiunge introduzione di una gestione sostenibile coordinata sul territorio in grado di salvaguardare le risorse naturali degli areali.

Il progetto Turismo Dop

Tra gli strumenti nati per rafforzare il ruolo dei Consorzi c’è il progetto Turismo DOP. Promosso dalla Fondazione Qualivita e da Origin Italia – Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Turismo Dop ha lo scopo di costituire una rete di Consorzi di tutela, e di imprese ad essi associate, impegnati in attività di turismo esperienziale sui prodotti DOP IGP italiani.

L’obiettivo è realizzare strumenti di marketing innovativi e iniziative di sistema capaci di dialogare al meglio, in Italia e all’estero, con il nuovo e crescente mercato del turismo eno-gastronomico.

In questi anni molti Consorzi di tutela si sono impegnati nella costruzione di eventi ad hoc per facilitare l’incontro fra le proprie imprese, i turisti e gli operatori del settore, sempre più desiderosi di proporre delle vere e proprie “esperienze enogastronomiche certificate”. Turismo DOP aggrega tutti questi soggetti che si sono già distinti nelle attività di incoming per promuovere su tutto il territorio le loro esperienze e far crescere in Italia il comparto del turismo enogastronomico di qualità.

Turismo Dop coinvolge già le principali filiere Dop Igp e Consorzi di tutela tra cui il Vino (Cantine Aperte, Gran Fondo Gallo Nero, Tempio del Brunello, ecc), gli Aceti balsamici (Acetaie Aperte) e gli Spirits (Distellerie Aperte, Grapperie Aperte, ecc).

Il progetto Turismo DOP promosso dalla Fondazione QualiVita

Secondo Rosati, Qualivita ha sostenuto fortemente l’introduzione nel nuovo Regolamento UE degli aspetti legati alla promozione dell’enoturismo e delle funzioni di coordinamento dei Consorzi di tutela.

Il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela permetterà loro di collaborare concretamente con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con le istituzioni di settore come Ministero del turismo ed Enit. Un’iniziativa che può dare già nel breve periodo dei riscontri tangibili alle Dop Igp italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni.

I punti cardine della riforma

Il nuovo Regolamento prevede inoltre l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti Dop e Ig il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale. A fronte delle discussioni dei mesi passati, Euipo (Ufficio europeo dei brevetti, ndr) assumerà un ruolo puramente consultivo, che non andrà a sostituire quello delle diverse denominazioni europee esistenti. La Direzione Generale Agricoltura della Commissione si conferma interlocutore principale dei produttori. Viene infine semplificato il processo di registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione.

Nel testo adottato, spiega De Castro, “abbiamo introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale. Non solo, su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche. Come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia”. “In particolare – spiega ancora l’eurodeputato del Partito Democratico –  è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.”

Dopo l’approvazione del testo in commissione Agricoltura, ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione in sede plenaria del Parlamento europeo. Infine, entro l’anno, gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità.

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