Il nuovo trend dello shopping vino per gli esperti

Usi e costumi del consumatore tipo italiano

Con l’obiettivo di interpretare l’andamento del mercato nella filiera vitivinicola del Belpaese, l’osservatorio italiano di Wine Monitor Nomisma dedicato al mercato del vino, sostiene che la catena della grande distribuzione ha perso quota. Secondo i dati rilevati nello shopping vino, dopo la fase di picco intenso vissuta durante il lockdown, per il 2023 si segnala in forte crescita il ruolo del canale Ho.Re.Ca., mentre si consolidano i consumi vino dell’e-commerce, in particolare per la vendita della alta gamma.

I dati nel dettaglio parlano di un ammontare totale di 1.800.000 di bottiglie vendute (dato complessivo rilevato a dicembre 2022, facendo un calcolo statico, che ha tenuto in considerazione: retail, e-commerce, bottiglie al tavolo e in mescita). A dare il contributo maggiore è stato il canale e-commerce che ha toccato i 97 euro di media d’acquisto, chiudendo con un +50% d’incasso, rispetto all’anno precedente. A gravare sulla GDO dello shopping vino sono gravanti quali le spese del punto vendita, con il relativo aumento al consumatore, che ha portato alla diminuzione nella frequenza d’acquisto. In parole semplici, l’importo medio dello scontrino è aumentato, ma non il guadagno per le enoteche.

Il futuro della tendenza nel mercato vini

Il futuro della tendenza nel consumo vino in Italia vede le preferenze pendere sul lato del marcato di prodotti biologici. “Con 70.000 produttori e 10.000 imprese di trasformazione l’Italia è leader in Europa”, Roberto Zanoni, presidente AssoBio. Ecco alcuni dati salienti:

·  siamo al primo posto nel mondo per export insieme agli Stati Uniti  

  • al 6% dell’export dell’agroalimentare nazionale (2,9 miliardi di euro)

  •    contro i 180 euro di Germania e Francia, i nostri consumi pro capite ammontano a 64 euro all’anno

Con il con il 19% delle superfici vitivinicole italiane convertite al biologico, la richiesta dei consumi è in costante aumento. Sono tantissimi i clienti, che tra abituali e sempre più curiosi, si affacciano al mondo del consumo vini anche per la prima volta e chiedono anche solo maggiori informazioni. Gli esperti di settore prevedono addirittura una crescita di valore pari a +5%, nel volume di affari annuo del settore. Generalmente anche questo settore per gli esperti vede consumatori che godono di una certa stabilità finanziaria. Si tratta quindi di un target che gode di un impiego sicuro e che sebbene si trovi in un momento di fragilità economica, causa la guerra, la post pandemia e la precarietà, preferisce non rinunciare a un consumo moderato e mirato ai vini di qualità e più conosciuti sul mercato.

Quali sono le preferenze del Belpaese a tavola

In base alla lettura della statistica, sulle tavole degli italiani emerge una costante crescita dei vini rossi in generale. Per quanto riguarda invece le bollicine, che tanto sono andate di moda negli ultimi anni i numeri dicono che lo shopping vino vede protagonista il metodo classico con una richiesta del +30%. Una percentuale che promette essere in costante aumento non solo per il mercato delle intramontabili etichette più famose, ma anche per le piccole produzioni di cantine locali. 

Infine i vini da dessert che non hanno registrato ingenti aumenti di domanda e anche per questo 2023 è prevista una richiesta tutto sommato stabile. Tra le tipologie più richieste, troviamo le cantine locali e regionali, confermando una tendenza di consumo che si sta confermando sempre più sui prodotti del territorio. Per quanto riguarda le tendenze per la mescita, il consumo dei grandi classici è assicurato, anche se si prevede una forte crescita di cantine meno note, che talvolta stupiscono e sorprendono per qualità.

Cosa dice la statistica all’estero, rispetto all’Italia

Secondo la stima dell’Iwsr nei prossimi anni, l’industria del vino dovrà puntare sui consumatori con un impiego sicuro.  L’Istituto britannico specializzato in analisi di mercato consiglia cioè di puntare alla fascia di persone con un reddito annuo pari a circa 100mila dollari Usa e con una bassa esposizione all’indebitamento. Capofila delle tendenze è come sempre più spesso accade la Cina, dove nel post pandemia a risentirne è stata soprattutto la fascia dei Millenial, che fino a qualche tempo fa invece avevano contribuito proprio a trainare la ripresa dei consumi in mercati importanti come Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Germania e Brasile.

“Il cambiamento è notevole rispetto al periodo Covid”, scrivono gli analisti di Iwsr, aggiungendo che sarà da questa nuova fascia dipenderà la crescita del segmento di acquisto vino, replicando così la tendenza italiana delle vendite nella gamma più alta.Da segnale è il caso del mercato Uk, da poco uscito dalle difficoltà causate dalla Brexit. Da solo, nel settore vitivicolo, il Regno Unito  attualmente muove il 15% degli acquisti del settore: il +14,9% sullo stesso periodo del 2021. Questo trend di shopping vino è stato rilevato nei primi nove mesi 2022, momento nel quale Londra è tornata a crescere, sfiorando i 582 milioni di euro in media di acquisto di vino italiano importato.