La cantina sarda Agripunica festeggia vent’anni di storia e la scommessa vinta di rilanciare i vini del basso Sulcis e la sua viticoltura. Un luogo dove si fa vino dai tempi dei Fenici
Era il 2002 quando Antonello Pilloni, il Marchese Nicolò Incisa Della Rocchetta e Giacomo Tachis diedero vita ad Agripunica. Un’azienda vinicola le cui vigne poggiano le loro radici in un territorio a suo modo unico, ricco di storia e tradizioni: quello del Basso Sulcis. Fu proprio questa compenetrazione di elementi diversi a far innamorare Tachis, affermato enologo di origine toscana, di questa terra. La collaborazione con Pilloni e Incisa Della Rocchetta fu il coronamento di un progetto pensato con l’obiettivo di farne conoscere le potenzialità non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
Dove nascono i vini del basso Sulcis: storia della viticoltura sarda da generazioni
La zona del Basso Sulcis è a suo modo unica, con inverni miti ed estati asciutte. Ma è il sole, come ha sempre sottolineato Tachis, a renderla davvero speciale: esso favorisce la maturazione dei grappoli e stabilizza il clima, contribuendo a creare quei profumi e aromi inconfondibili che si avvertono ogni volta che si stappa una bottiglia dell’azienda.
I vitigni tipici del Sulcis furono portati, probabilmente, nell’isola dai Fenici. La datazione è tutt’oggi incerta, ma molti indizi fanno pensare a una datazione remota. La storia della viticoltura sarda si è intrecciata, così, con quella della sua popolazione ed è andata avanti con essa fino ad oggi, quando anche grazie ai suoi vini l’isola è rinomata e conosciuta nel mondo.
Agripunica, così è nata la celebre cantina sarda
Come detto, la storia di Agripunica comincia dalla collaborazione tra Antonello Pilloni, il Marchese Nicolò Incisa Della Rocchetta e Giacomo Tachis. Quest’ultimo era sbarcato nell’isolanegli anni Ottanta per seguire il Consorzio dei Vini Sardi e la Cantina di Santadi, di cui lo stesso Pilloni era presidente. Tachis conosceva bene, dunque, le potenzialità dei vini dell’isola e decise di valorizzarli. Parte così l’avventura di Agripunica, una storia fatta di grandi successi e tanti riconoscimenti che ha portato in vent’anni i vini dell’azienda tra le pagine delle migliori guide italiane ed estere del settore.
“Il territorio del Sulcis è famoso per le uve a bacca rossa – spiegano dall’azienda -. Questo, ci permette di ottenere vini dalle caratteristiche importanti, non solo dal punto di vista del colore, ma anche per quello che riguarda la struttura e la densità alcolica. Nella nostra selezione, dunque, non potevano mancare due grandi vini rossi tipici sardi, a cui si aggiunge una nostra proposta di vino bianco fortemente legato al territorio”.
Vini Agripunica: ecco le grandi etichette del Basso Sulcis
Sono tre, dunque, i vini prodotti da Agripunica, a cui l’azienda dedica attenzioni e cure dal momento in cui l’uva è ancora nella pianta fino all’imbottigliamento. Si tratta di vini tipici sardi, anche se con un tocco internazionale, che portano con sé i profumi e i colori di questa terra.
- Barrua. Si tratta di un vino rosso ottenuto da uve tipiche della zona del Sulcis con una modesta aggiunta di varietà francesi. Un prodotto, questo, che ripercorre la storia della viticoltura nell’isola fino ai Fenici, i quali probabilmente per primi introdussero la vite in questa zona. La raccolta inizia ai primi di Settembre e termina ad Ottobre. Dopo la fermentazione in acciaio e la maturazione in barrique di rovere francese per 18 mesi, il vino passa in vetro dove attende circa6 mesi. Si ricorda per profumi complessi di frutta rossa matura, spezie e note di liquirizia e mirto.
- Montessu. Come Barrua, Montessu è un vino IGT Isola dei Nuraghi. L’uvaggio è 60% varietà autoctone e 40% francesi, mentre il colore è rosso rubino intenso, dal profumo fruttato con finale di liquirizia.
- Samas. Si arriva, infine, a un vino bianco tipico del Basso Sulcis, Samas di Agripunica. Siamo di fronte a un prodotto ottenuto da accurate selezioni di uve varietali Sarde e Francesi,vinifcate separatamente in vasche in acciaio nella prima fase, per poi completare il ciclo di maturazione in piccole vasche di cemento. Il suo colore giallo paglierino vivo si accomapgna a un bouquet tipico di frutti tropicali e note agrumate, con evidenti aromi mediterranei come la salvia. Ottimo da abbinare alle portate di pesce o come aperitivo.
Tutti e tre i prodotti di Agripunica sono vini IGT Isola dei Nauraghi, termine che richiama le antiche torri di pietra costruite dalla civiltà nuragica presente nell’isola dal neolitico fino al 238 a.C. Un ulteriore omaggio alla tradizione e al legame che la cantina ha stretto con il suo territorio, valorizzandola in Italia e nel mondo.