Venerdì 29 settembre il Campidoglio ha ospitato gli Stati generali del vino – Le politiche Ue per promuovere la competitività del settore. L’evento, organizzato dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione europea, ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali, oltre che di operatori del settore e stakeholders.
Tra questi, gli eurodeputati Herbert Dorfmann, (PPE-SVP), relatore della Strategia dal produttore al Consumatore, Paolo de Castro (S&D-PD), relatore della Riforma delle Indicazioni Geografiche, Nicola Procaccini (ECR-FdI), Beatrice Covassi (S&D-PD), Elena Lizzi (ID-Lega), Paola Ghidoni (ID-Lega), Tiziana Beghin (NI-M5S), Giuseppe Ferrandino (Renew-Azione) e Dino Giarrusso (NI). Sono intervenuti anche: Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza dei presidenti e della Regione Friuli Venezia Giulia; Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio; Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma Capitale; Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia; Antonio Parenti, capo della Rappresentanza della Commissione.
4 panel di approfondimento
Secondo il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il vino significa tante cose: storia, cultura, tradizione e benessere, ma anche eccellenza imprenditoriale e tutto quello che c’è dietro: lavoro, occupazione, ricchezza che si crea e si può ridistribuire. E in effetti i quattro panel di approfondimento previsti all’interno degli Stati generali pongono l’accento proprio su tutta una serie di temi oggetto di grande dibattito nel mondo vino.
La necessità di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni, introducendo nuovi standard di sostenibilità; ma anche nuove opportunità per l’export e necessità di internazionalizzare la filiera. L’importanza del turismo e l’introduzione di buone pratiche per una corretta comunicazione del prodotto e del suo patrimonio culturale. Ultimo, ma non per importanza, il nuovo regolamento introdotto dal Parlamento Europeo che, a partire dal prossimo dicembre, prevede l’inserimento obbligatorio in etichetta di nuove informazioni sui valori nutrizionali, per assicurare un corretto funzionamento del mercato europeo e migliorare la competitività dell’intero settore.
Etichette allarme, un no generale
Con 50,3 milioni di ettolitri l’Italia è il primo esportatore e produttore di vino al mondo. Il comparto dà lavoro a 1,3 milioni di persone e rappresenta uno dei principali brand del made in Italy, vantando un saldo attivo di export di oltre 6,5 miliardi di euro.
Il direttore del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza, ha ricordato come insieme a Francia e Spagna, l’Italia sia il principale produttore di vino dell’Unione europea e da sole queste tre nazioni rappresentano la metà della produzione globale. L’Ue, infatti, è leader mondiale del settore vitivinicolo, con una produzione media annua che negli ultimi anni ha superato i 165 milioni di ettolitri, il 45 per cento delle zone viticole mondiali, il 64 per cento della produzione e il 48 per cento del consumo.
Il settore vitivinicolo rappresenta uno dei punti di forza nel quadro della politica agricola comune, ed è “parte della cultura europea”, come affermato da Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, e ricordato più volte nel corso dell’evento.
Proprio per questo, gli obblighi previsti in materia di etichettatura dal nuovo regolamento non sembrano soddisfare nessuno.
Lo stesso Lollobrigida, nel corso della conferenza, ha ricordato che “Il Parlamento europeo ha accantonato alcune opinioni che noi non condividevamo, come il divieto di promozione del vino, ma dovrebbe fare di più per far rispettare la libera circolazione e vietare etichette allarmistiche”, ha aggiunto il ministro. “L’Europa dovrebbe ragionare su etichette che informino sul corretto uso di qualsiasi alimento, compreso il vino”.
Italia, sostegno alle aziende colpite dalla peronospora
Quanto alla promozione, “con il bando OCM vino abbiamo creato un procedimento che garantisce la trasparenza, necessaria in ogni azione che preveda uno stanziamento economico europeo, soprattutto a seguito di problematiche che hanno fatto perdere risorse all’Italia”.
Tra le iniziative più recenti che il Governo italiano ha messo in atto c’è l’approvazione dell’emendamento al Decreto asset, che prevede l’erogazione di altri sei milioni di euro per sostenere gli interventi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale a favore delle aziende colpite dalla peronospora, dando ristoro economico ma chiedendo al contempo di curare bene le piante con le buone pratiche previste dalla PAC.
Sempre durante il suo intervento al Campidoglio, Lollobrigida ha ricordato un altro intervento in deroga, dal punto di vista normativo, che permette di usare su un periodo biennale, le quantità di vino prodotto e che risolve anche in parte il problema degli eccessi di stoccaggio, come segnalato dalle associazioni.