Spagna e Francia chiedono la distillazione per il vino extra, l’Italia per ora no

Paesi come Spagna e Francia hanno chiesto la distillazione per il vino extra, mentre l’Italia ancora no. Come mai? Questo sta accadendo in quanto, da diversi anni, a livello globale, nonostante vi siano state annate più produttive e altre molto scarse, la produzione di vino sembra essere ben più grande del consumo.

Facendo un’analisi degli ultimi 5-10 anni e seguendo quelli che sono gli studi dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino guidata da Luigi Moio, parliamo di una produzione di 260 milioni di ettolitri nel Mondo e un consumo pari a 236 milioni di ettolitri. Questi dati pubblicati nella primavera del 2022 (relativi al 2021), hanno fatto emergere una sintesi molto dura. Ovvero, c’è troppo vino nel Mondo e, quindi, bisogna prendere dei provvedimenti.

Vediamo nel dettaglio i dati del vino, quelli sulla sua produzione e il rapporto tra domanda e offerta.

Frasi sulla produzione del vino

Andando a leggere i dati relativi al rapporto sullo “State of the world vine and wine sector” per il 2022, viene fuori, come ha detto la stessa Organizzazione Internazionale della vite e del vino (Oiv) guidata da Luigi Moio, la produzione del vino è molto più ampia del suo consumo. Nn è un caso, infatti, che in Spagna e Francia hanno già chiesto la distillazione di crisi mentre l’Italia, ancora no. In attesa che arrivino i numeri statistici veri e propri, l’offerta del vino sembra superare la domanda.

Chiaramente alcuni territori del Mondo dove vi sono ad esempio i cinque vini più costosi al Mondo, che sono particolarmente blasonati non hanno di questi problemi. Però, in realtà, altri territori ne hanno e come punto è per questo che francescane chiedono una destinazione di alcuni prodotti cosa che l’Italia ancora non è arrivata a fare.

I territori che non hanno problemi di distillazione

Alcuni dei territori più plasmati al Mondo, come ad esempio Borgogna in Francia o Champagne nonché Bolgheri, le Langhe in Piemonte, Montalcino in Toscana, Chianti classico in Toscani, l’Etna in Sicilia, Valpolicella in Veneto, zona di Verdicchio delle Marche, non hanno un problema di extra produzione. Stesso discorso per il prosecco al Franciacorta all’alta Langa e l’Asti al Trentodoc.

Questi vini, in particolare, non hanno problemi di mercato. Le cose vanno diversamente invece, a Bordeaux dove sebbene vi siano risultati molto buoni per i migliori Chateaux, vi è anche da dire che la crisi di sovrapproduzione per i vini di fascia più bassa ha portato non poche problematiche in termini economici.

La crisi di Bordeaux

Anche se vi sono dei risultati positivi sparsi e in lieve miglioramento, in realtà, il territorio di Bordeaux sta vivendo una vera e propria crisi. Infatti, è stato chiesto un piano di impianto di 30.000 ettari di viticoltura per i quali però, non si trovano abbastanza risorse secondo i viticoltori. Per cercare di affrontare il boom dei vini di fascia bassa, i viticoltori hanno anche chiesto la distillazione. Francia e Spagna si sono mosse verso la distillazione, cosa che in Italia non è ancora successa.

La cosiddetta distillazione di crisi dovrebbe essere finanziata con l’aiuto del Ministero dell’Agricoltura che ha messo a punto un sistema fatto di due tranche per 80 milioni di euro, finanziate con i Fondi Europei. Parliamo di una distillazione da fare attraverso Franceagrimer che ha chiesto 2,5 milioni di ettolitri, soprattutto tra Occitania, Rodano e Langue doc.

Si parla di una distillazione di crisi che riguarda un costo pari a 75 euro per i vini DOP, 70 euro a ettolitro per i vini IGP. Anche in Spagna è arrivata la richiesta di distillazione di crisi da parte della Cooperativas Agro-alimentarias de España, che chiede la distillazione di 3 milioni di ettolitri.

L’Italia non ha ancora chiesto la distillazione di crisi

Nel 2002 le esportazioni hanno fatto il record di valori sfiorando gli 8 miliardi di euro. Vi sono state delle lievi oscillazioni di prezzi, però, l’Italia a differenza di Francia e Spagna non ha ancora chiesto la distillazione di crisi. Infatti, secondo i dati di Circana, come vi abbiamo illustrato a proposito dei vini più venduti nella catena della grande distribuzione, le cantine del BelPaese sono più in positivo.

Se da una parte il costo del vino francese è più alto al litro, dall’altro però, l’Italia sta resistendo e non ha chiesto – a differenza di Spagna e Francia – la distillazione. Ma nonostante tutto, le difficoltà vi sono. Parliamo, ad esempio, di quelle vissute dai viticoltori che ne hanno parlato anche durante Vinitaly 2023 a Verona. Eppure di distillazione, in Italia ancora non si parla a differenza di Spagna e Francia.

Secondo alcune voci di corridoio, ciò dipende dal fatto che le risorse per il piano di sostegno nazionale al settore vino sono esigue per il ciclo in corso. Quindi, la distillazione non è pensabile. Inoltre, l’Italia sta valutando di spendere questi soldi per misure di tipo qualitativo e di mercato, più che arrendersi alla questione della distillazione.

Cos’è la distillazione di crisi

Abbiamo spiegato finora i dati relativi alla distillazione in Europa, ma di cosa si tratta? La distillazione di crisi è la trasformazione in alcool del vino prodotto in eccedenza con l’aiuto dei fondi pubblici. Questo è per cercare di dare una mano a chi non riesce a vendere tutto il vino prodotto. Secondo gli esperti, la distillazione che Spagna e Francia hanno chiesto per alcuni loro prodotti, non sarebbe una buona scelta in Italia. Ciò in quanto la distillazione di crisi farebbe calare i prezzi, soprattutto, dei vini più comuni italiani, ma non solo.

Stando alle rilevazioni di Ismea, i prezzi dei vini italiani già non sono troppo alti. Basti pensare che a marzo 2023 arrivavano a 3,8 euro al litro, a ottobre hanno avuto un calo del meno 8,1% su marzo 2022, mentre, vi è il ribasso pari a 9 punti in percentuale con una quota di 3,69 euro a ettolitro. Quindi, in questo quadro di incertezza, seppure il vino italiano è in difficoltà, di certo, rispetto a Spagna e Francia che chiedono la distillazione, l’Italia per ora non ne ha bisogno. Questo dimostra che il “malato” è molto meno grave di quello che si potrebbe pensare.

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