Per chi non ha ancora piantato le barbatelle il suggerimento è di farlo in fretta. Per gli altri, ecco alcune importanti accortezze
“A questa altezza temporale le barbatelle dovrebbero già essere state messe a dimora nel terreno da alcune settimane visto che il caldo estivo certamente non è ideale per la loro ambientazione” ci dice Silvano, titolare dei Vivai Sommadossi.
Ma per chi fosse in ritardo sulla tabella di marcia, Silvano ha qualche dritta su come procedere. Innanzitutto evitare stress termici: quindi tirare fuori le barbatelle dalla cella frigo alcuni giorni prima del trapianto, in modo da permettere loro di ambientarsi alla temperatura estiva. Immergerle in acqua per consentire una giusta idratazione e una volta piantate assicurarsi di annaffiarle subito: questo non tanto per il bisogno idrico della pianta quanto per favorire la porosità del terreno così che le radici possano attecchite meglio. Seguendo questa procedura è indifferente effettuare il trapianto di prima mattina o nel tardo pomeriggio.
Per chi invece ha già effettuato la messa a terra il consiglio è comunque quello di tenere ben idratate le barbatelle.
Il secondo punto da tenere presente è la difesa della pianta contro oidio e peronospora, nel rispetto di quella che è la filosofia aziendale. Annate piovose come la 2014 rischiano infatti di creare non pochi problemi alle barbatelle, impedendo loro di superare l’inverno. Per evitare ciò è indispensabile far sì che la pianta si sviluppi, fortificando il legno in maniera opportuna e sana.
Infine, la terza raccomandazione di Silvano riguarda la lavorazione del terreno: la primavera appena trascorsa, con le sue abbondanti piogge, ha creato, soprattutto in zone dai terreni argillosi, ristagni d’acqua, dannosi per la pianta perché potrebbero provocare fenomeni di asfissia radicale. Silvano consiglia dunque di tenere lavorato il terreno del filare in modo da drenare l’acqua in eccesso garantendo così un ambiente sano.
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