Home News La siccità minaccia il vino in Piemonte: la regione corre ai ripari

La siccità minaccia il vino in Piemonte: la regione corre ai ripari

È allarme siccità per l’intera industria del vino e a farne le spese sembra essere una regione in particolare: il Piemonte, dove un tempo i ghiacciai alimentavano i fiumi della pianura, oggi reso sempre più arido dal cambiamento climatico.

Una crisi idrica ormai consolidata

Secondo i dati condivisi dall’Osservatorio sulle Risorse Idriche dell’Anbi, l’Associazione Nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, il deficit pluviometrico è stato dell’87,3% e i comuni considerati al massimo livello di severità idrica sono passati da 7 a 19. 

Secondo Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, quella che il Nord Ovest sta affrontando è una crisi idrica ormai consolidata che non può risolversi con qualche sporadica precipitazione.

Le condizioni del fiume Po restano drammatiche con portate che rimangono largamente deficitarie a monte e che peggiorano man mano che ci si sposta verso il delta (praticamente dimezzate rispetto alla media del periodo). I valori sono ovunque inferiori all’anno scorso (a Torino : – 46%) ed a Piacenza si registra il nuovo minimo storico (306,09 metri cubi al secondo contro il precedente record di mc/s 333).

In Piemonte, la situazione risulta maggiormente compromessa nei bacini idrografici sud-occidentali, dove i fiumi Maira e Pellice (ad Ovest) hanno portate, che si aggirano intorno al 50% rispetto al già deficitario 2022, mentre la Bormida (a Sud) registra valori, che si attestano intorno al 42% dello scorso anno ed all’Orba manca quasi il 30% della portata.

“Nel breve periodo climatologico – commenta Francesco Vincenzi, Presidente Anbi – si ripete una tendenza, che continua a cogliere impreparato il territorio settentrionale del Paese: ci sono più risorse idriche al Centro- Sud Italia che al Nord. L’esempio arriva proprio dal Piemonte, dove oggi sono presenti solo 4 invasi mentre altri da anni aspettano scelte concrete e poi il Piano Laghetti che ne prevede, a breve, altri 10, i cui progetti definitivi ed esecutivi sono solo in attesa di finanziamento: permetterebbero di trattenere oltre 25 milioni di metri cubi d’acqua, garantendo irrigazione a quasi 17.000 ettari di campagne.”. 

Salvare il vino dalla siccità si può, risparmiando acqua e proteggendo il terreno

Donato Lanati è l’enologo fondatore del centro di consulenza e ricerca applicata Enosis, che si trova a Fubine Monferrato, in provincia di Alessandria. All’interno del centro, gli esperti analizzano la qualità del vino, molecola per molecola. In una recente intervista su RaiNews, Lanati ha espresso la sua preoccupazione per la crisi climatica, ma anche la profonda convinzione di riuscire a salvare la qualità dei vini che hanno reso celebre la regione Piemonte nel mondo.

“Il primo obiettivo – sostiene Lanati – è risparmiare acqua: per ogni litro di vino la pianta traspira da 350 a 700 litri d’acqua ma si può abbassare la temperatura, utilizzando la chioma della vite”. Tagliandola in maniera strategica (eliminando per esempio le femminelle, che traspirano molta acqua) la parte di chioma cresciuta funge da protezione, impedendo ai raggi ultravioletti di raggiungere gli acini ed evitando che questi ultimi superino la temperatura di 50 gradi. “Quando gli acini (specialmente di uva rossa) vengono esposti a temperature superiori ai 45-50 gradi, i polifenoli si ossidano e non riescono più a legarsi agli antociani – responsabili del colore rosso – e a formare un colore stabile” spiega Lanati. Fondamentale, poi, proteggere la fisiologia del terreno (il cosiddetto hummus) perché l’ottanta per cento della vita della pianta si svolge sotto terra. 

Le azioni della regione Piemonte

Nel corso del convegno “100 anni di bonifica. l’acqua tra disponibilità, sostenibilità e sicurezza, quali infrastrutture per una miglior gestione” organizzato da Anbi Nazionale, Anbi Piemonte e Ovest Sesia presso il Teatro Civico di Vercelli, il presidente Alberto Cirio e gli assessori all’Agricoltura Marco Protopapa e all’Ambiente Matteo Marnati hanno ribadito l’impegno della Regione Piemonte per trovare rapide soluzioni alla situazione di emergenza che la prolungata siccità sta provocando alle colture.

Tra i provvedimenti messi in atto per far fronte al cambiamento climatico in atto e proteggere la biodiversità dei suoi territori: il “Tavolo di Coordinamento Siccità”, inaugurato a giugno 2022, per monitorare e affrontare la situazione di emergenza, coordinato dall’Assessore all’Ambiente.

A dicembre 2022 la regione ha supportato attivamente presso il Ministero delle Infrastrutture la candidatura per il finanziamento del progetto del nuovo invaso Valle di Lanzo (nell’ordine di 50 milioni di mc/anno) ad uso plurimo (idropotabile, irriguo e di produzione di energia rinnovabile).

Il modello di acquedotto di valle che deriverà dal nuovo invaso sarà il terzo in Piemonte, dopo l’acquedotto della Valsusa, recentemente entrato in esercizio, e quello della Valle Orco, in via di realizzazione. Inoltre è in fase di emanazione un nuovo provvedimento per promuovere un solidale utilizzo delle acque e miglioramenti gestionali. A partire da giugno 2023 si prevede l’apertura di bandi per finanziare infrastrutture verdi, utilizzando i fondi Fesr 2021-2027 per circa 22 milioni di euro di contributi.

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