Scozia, stop vendita di vini online? Ecco cosa sta accadendo

In Scozia potrebbe arrivare lo stop alla vendita di vini online, così come di altre bevande. A dirlo è lo Scottish Retail Consortium che ha affermato che i supermercati potrebbero vedersi costretti a interrompere le vendite delle bevande online perché stanno arrivando delle modifiche normative che renderebbero dispendiosa l’alienazione.

Si tratta di modifiche definite dai più “impraticabili, insostenibili e non consegnabili”. Nel mirino dei retailer vi è il sistema di restituzione dei depositi proposto dalla Scozia, ossia il cosiddetto Deposit Return Scheme (DRS). In pratica, con questa nuova norma in corso di approvazione, i retailer sarebbero costretti a ritirare latine e bottiglie vuote dalle case dei loro clienti e questo potrebbe comportare una difficoltà immane.

Il risultato? Lo stop alla vendita sul web di vini e altre bevande. Per adesso è arrivato il rinvio per l’attuazione del programma, ma cosa accadrà successivamente? Vediamo insieme cosa prevede questa modifica normativa chiamata Deposit Return Scheme (DRS) e in che modo si potrebbe cercare di arginare il problema.

Gli emendamenti sulle norme del Deposit Return Scheme (DRS)

Sotto accusa per lo Scottish Retail Consortium vi è il nuovo schema di modifica normativa chiamato Deposit Return Scheme (DRS). Con una serie di emendamenti, infatti, si prevede che i rivenditori debbano ritirare tutte le bottiglie e le lattine vuote vendute, dalle case dei loro clienti. Questo sarebbe un po’ più difficile nel caso in cui la vendita viene fatta a domicilio, ovvero con i negozi online. Per questi motivi, i supermercati sarebbero restii a continuare le vendite sul web.

Il nuovo schema prevede che i rivenditori gestiscano dei punti di restituzione e tengano, tra le altre cose, un registro sulle vendite di alcolici. In più, devono occuparsi del ritiro. Grazie a questo sistema si metterebbe in campo un programma di riciclaggio delle bottiglie. Questo piano permetterà ai negozi scozzesi di aggiungere 23 centesimi di euro al prezzo delle bottiglie evitando la diffusione del monouso. I clienti potranno, cioè, avere indietro i loro soldi in più, restituendo anche le bottiglie, in modo tale da riciclarle o riutilizzarle. Stesso discorso per le lattine. L’obiettivo è quello di andare a raggiungere un tasso di raccolta di lattine e bottiglie pari almeno il 90% entro il 2024.

I problemi del Deposit Return Scheme (DRS)

Il Deposit Return Scheme (DRS) è considerato, nel territorio scozzese, molto controverso. Il problema principale sottolineato è che – secondo gli addetti ai lavori – lo schema è dannoso sia per i consumatori, che per le imprese. Questo perché richiede un sistema di restituzione abbastanza complesso che rende difficile per i rivenditori mettere in campo quello che il Governo chiede. Complesso, ma anche dispendioso economicamente parlando.

Secondo le aziende vi saranno ulteriori costi per loro, rispetto a uno scenario dove i prezzi risultano già in rovinoso aumento e considerando il trend del mercato del vino 2023.

Innanzitutto, il Deposit Return Scheme (DRS) prevede che i produttori dovranno etichettare gli articoli destinati alla vendita nel Paese con un codice a barre speciale, valido solo in Scozia. Già questa aumenterebbe i costi. Poi, c’è la questione della restituzione.

Per far sì che il sistema di consegna funzioni, bisognerebbe implementare l’intero comparto con degli investimenti cospicui che per adesso non sono stati previsti. Dunque, per questo motivo, per adesso è arrivata la proroga sull’attuazione del programma che doveva iniziare ad agosto 2023. La nuova data di inizio è stata fissata a marzo 2024.

Rischio stop vendita di vini online in Scozia

A dire il suo “No” sulle nuove regole circa la vendita dei vini in Scozia è lo Scottish Retail Consortium. Il Consorzio scozzese ha sottolineato che i supermercati potrebbero finire per ritirarsi dal mercato scozzese di vini per quanto riguarda la vendita online e questo comporterebbe una diminuzione dei numeri del comparto. Una sorta di debacle.

Secondo i membri del Scottish Retail Consortium, il Deposit Return Scheme (DRS) scozzese porta un danno inutile, soprattutto, ai supermercati che commerciano online.

Questi regolamenti comportano l’obbligo di raccogliere tutte le bottiglie e le lattine vuote da casa dei clienti: sarebbe troppo dispendioso. Il vice capo dello Scottish Retail Consortium, Ewan MacDonald Russell sugli emendamenti proposti ha avvertito che i ministri scozzesi potrebbero comportare la fine delle vendite delle bevande online in Scozia.

Questo ultimatum arriva in quanto, secondo il rappresentante, gli emendamenti sono impraticabili, insostenibili e irrealizzabili, specie per quanto riguarda il regolamento di rientro. Ma i rischi ci sono anche per i consumatori.

DRS, quali sono i rischi per i consumatori

Secondo lo Scottish Retail Consortium vi sarebbero anche dei rischi per i consumatori con questo nuovo schema e le imposizioni sul ritiro di bottiglie e lattine vuote. I consumatori vulnerabili che non riuscirebbero a essere presenti alla “restituzione” dopo aver comprato delle bevande a domicilio e potrebbero fare nuovi viaggi per portarli nei punti di raccolta. Il risultato? Vi sarebbero maggiori emissioni di carbonio, costi più elevati e tempi di consegna più alti.

A questo punto, sarebbe sempre più conveniente prevedere lo stop di tutte le vendite di vini online in Scozia per i rivenditori più grandi, ma non solo. Piuttosto, si chiede al Governo di intervenire per risolvere i problemi della categoria e non crearne degli altri. Insomma, questo schema è abbastanza controverso e l’applicazione rischia di arenarsi per le forti posizioni assunte dagli addetti del comparto.

Le proposte per non fermare la vendita di vini online in Scozia

Secondo i rivenditori di genere alimentari scozzesi, l’unico modo per riuscire a non fermare la vendita di vini e altre bevande in Scozia è implementare il programma con un “modello centralizzato” che richiederebbe tanti investimenti. Diversamente, i supermercati non potranno sicuramente prevedere di consegnare bottiglie e lattine a casa dei clienti, con il commercio a domicilio.

Non è “ambientalmente”, legalmente ed economicamente sostenibile andare a ritirare questi contenitori utilizzando i propri veicoli. Senza una soluzione centralizzata per i rivenditori, di certo molti dovranno decidere per lo stop alla vendita dei vini online. Stesso discorso per le altre bevande. Quindi si chiede una mediazione, prima che arrivi la scadenza di marzo 2024.

Related Posts

Ultimi Articoli