Le nuove disposizioni dell’Unione Europea mettono a rischio il vitigno autoctono della Sardegna
La Sardegna rischia perdere il Cannonau, vino Dop, che in seguito alle nuove disposizioni dell’UE, potrebbe essere prodotto e commercializzato con lo stesso nome anche nelle altre regioni del Paese.
Questa legge mina una tradizione di oltre 3 mila anni, confermata da alcune evidenze archeologiche ritrovate nel sito ‘Duos nuraghes’, a Borore, nella provincia di Nuoro.
Ora il vitigno rischia di essere “desardizzato”, e con esso altri vini tipici dell’isola. Questo è l’allarme lanciato dagli enologi sardi.
“Cannonau di Sardegna, Nuragus di Cagliari, Nasco di Cagliari, Giro di Cagliari; Sardegna Semidano – spiega Mariano Murru, responsabile di produzione, ricerca e sviluppo della Cantina Argiolas – non saranno più blindate, ma i vitigni che ne fanno parte potranno essere utilizzati in altri territori e nelle indicazioni in etichetta dei vini prodotti in questi territori al di fuori della nostra isola. Tra questi vitigni più esposti ci sarà sicuramente il Cannonau, diffuso e commercializzato in altre regioni con altri sinonimi e che gode di grande interesse da parte di altri Consorzi di tutela e dei produttori non sardi, per la maggiore notorietà e quindi appetibilità commerciale rispetto ai sinonimi equivalenti”.
Gli enologi protestano e sono pronti a lottare per uno dei simboli della regione: “Il Cannonau – continua Murru – rappresenta per la Sardegna una bandiera, un elemento fortemente distintivo tale da non poter parlare delle tradizioni e della cultura della Sardegna senza includere Il Cannonau e viceversa; è uno degli elementi identitari, un simbolo della nostra isola; un legame rafforzato recentemente dalle scoperte archeologiche, che ne attestano la presenza in Sardegna dà migliaia di anni e da analisi genetiche che mostrano importanti differenze rispetto ai suoi sinonimi”.
Gabriella Murgia, assessore dell’Agricoltura della Regione ha dichiarato: “Chiederò un confronto al ministro delle Politiche agricole, Bellanova, per tutelare il Cannonau e gli altri vini sardi dalle nuove disposizioni dell’Ue” L’esponente della giunta spiega inoltre che “vi è l’esigenza di proseguire nella tutela e nella protezione di quelle denominazioni che sono intimamente correlate a determinati territori, tradizioni e cultura. È il caso, in particolare, del Cannonau”, sottolinea, “la cui tutela ritengo non possa essere né messa in discussione e tantomeno dispersa, dopo sforzi e sacrifici degli operatori del settore.
Il Cannonau – sottolinea la Coldiretti – il vino di gran lunga più prodotto in Sardegna al quale è destinato il 27% della superficie vitata dell’isola: 7.411 ettari su 27.217, dei quali 4.875 si trovano nella vecchia provincia di Nuoro”.