Per salvare la vendemmia del 2023 servono almeno 20.000 giovani nei campi. A lanciare l’appello è Coldiretti Italia, nel corso della manifestazione Vinitaly 2023 che si è conclusa mercoledì 5 aprile 2023. L’associazione del comparto, ha condotto un’analisi che ha diffuso in occasione della visita presso la manifestazione nazionale, della Premier Giorgia Meloni. L’indagine di Coldiretti ha evidenziato come il settore vitivinicolo è una componente molto importante dell’economia italiana e a oggi mancano circa 100.000 lavoratori nell’agricoltura, di cui oltre 20.000 giovani.
Solo con queste forzesi potranno garantire le operazioni colturali primaverili e quelle per la prossima vendemmia. Secondo Coldiretti, la mancanza di manodopera potrebbe comportare la perdita di parte dei raccolti, considerando quello che già è successo lo scorso anno relativamente alle campagne.
L’appello di Coldiretti Vinitaly per salvare la vendemmia 2023
Secondo l’inchiesta condotta da Coldiretti per salvare la vendemmia 2023, è necessario prevedere più manodopera. Serviranno almeno 20.000 giovani. Coldiretti ha, infatti, sottolineato che il settore vitivinicolo è uno di quelli a elevate intensità di lavoro e vi sono delle operazioni che molto difficilmente possono essere meccanizzabili.
Dunque, per garantire un buon funzionamento della vendemmia servono professionalità e manualità . Vi è un bisogno medio di 80 giornate lavorative tra vendemmia e coltivazione. Quindi bisogna calcolare l’ingresso di nuova manodopera. Il lavoro stagionale è una delle parti centrali di questo tipo di lavoro.
La vendemmia salvata solo grazie ai lavoratori stranieri
Secondo Coldiretti vi sono dei picchi di domanda di personale per il comparto vitivinicolo, soprattutto nei periodi della vendemmia. Fino a oggi il lavoro è stato garantito solo grazie alle persone provenienti da altri Paesi che si fermano in Italia per qualche mese. Questi lavoratori – che tornano anno dopo anno con reciproca soddisfazione – sicuramente non aiutano del tutto l’economia italiana.
Coldiretti ha sottolineato che nelle vigne italiane un lavoratore su 6 è straniero e anche nei molti distretti agricoli, gli immigrati rappresentano una componente integrata del tessuto sociale ed economico. Ad esempio, questo vale nella preparazione delle barbatelle in Friuli Venezia Giulia oppure nella raccolta dell’uva in Toscana, Piemonte, Veneto nonché nelle altre Regioni dove si produce vino.
Vi è anche una forte presenza di giovani sotto i 35 anni in tale comparto: sono un terzo del totale degli occupanti delle campagne.
Qual è la situazione attuale per la vendemmia 2023
Coldiretti nel corso di Vinitaly 2023 ha spiegato che la situazione attuale relativa alla vendemmia, si scontra con una carenza netta di personale. L’unico modo per salvare la vendemmia è prevedere nuova manodopera. Purtroppo la situazione attuale è molto complicata anche a causa della guerra e del post pandemia che hanno complicato il quadro.
La carenza di manodopera è diventata strutturale e ha provocato non poche difficoltà negli ultimi anni alle imprese che hanno avuto problemi a trovare tutti i collaboratori necessari per la raccolta, le potature e anche per la vendemmia stessa. L’ultimo Decreto flussi con l’ingresso di 44000 stagionali, poi, risulta assolutamente insufficiente a colmare la domanda di lavoratori nei campi. Quindi si attende un nuovo Decreto, in modo tale che possa essere garantita la manodopera.
L’idea di Coldiretti per salvare la vendemmia 2023
Per salvare la vendemmia 2023 Coldiretti specifica che le porte sono aperte a pensionati, studenti, disoccupati e tutti coloro che vogliono trovare un’occasione di reddito. Si tratterà di un modo per fare un’esperienza all’aria aperta e di conseguenza, entrare a contatto con la natura o in un nuovo sistema di prestazione occasionali, come quello introdotto dalla Legge di Bilancio 2023.
Parliamo dei nuovi voucher lavoro che hanno regole riviste, rispetto a quelli che esistevano in passato. Tali voucher garantiscono una semplificazione burocratica per le aziende agricole, in modo tale da facilitare l’avvicinamento anche dei giovani al settore vitivinicolo (e non solo).
Come funzionano i voucher lavoro occasionali proposti per salvare la vendemmia
I voucher di lavoro occasionale proposti da Coldiretti come metodo per salvare la vendemmia 2023 possono essere un’occasione d’oro, secondo gli esperti dell’associazione nazionale, per guadagnare nel periodo indicato. Rappresentano per disoccupati, studenti, pensionati, percettori di reddito di cittadinanza, detenuti ammessi al lavoro, percettori di ammortizzatori sociali o di Naspi, un modo per fare soldi.
Vale la pena sottolineare, però, che la durata della prestazione non potrà superare per ogni singolo occupato, 40 giornate di lavoro effettivo in un anno. Inoltre, deve emergere che queste persone non abbiano già lavorato nel settore agricolo.
Al contempo, si tratta di un rapporto di lavoro subordinato di tipo agricolo che garantisce tutele previdenziali, contrattuale e assistenziali per coloro che sono già occupati a tempo determinato. Inoltre, è cumulabile con qualunque tipo di trattamento pensionistico.
Il futuro della manodopera per la vendemmia 2023 in Italia
Dai dati mostrati al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni da Coldiretti nel corso di Vinitaly, viene fuori anche una proposta ad ampio raggio. Infatti, Coldiretti ha sottolineato che per garantire la sovranità alimentare del Paese, occorre assicurare manodopera nelle campagne. Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato che per riuscire in questo intento è necessario ridurre il costo del lavoro in agricoltura e, poi, riversare il risparmio ottenuto dai datori di lavoro ai lavoratori agricoli, così da aumentare il potere d’acquisto.
Secondo Coldiretti, se non si interviene subito a livello legislativo in questi termini, c’è il rischio che questo settore – che ha raggiunto un fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022 e che è leader mondiale davanti a Spagna e Francia – possa andare in seria difficoltà .
La produzione vitivinicola italiana ha sfiorato 50,3 milioni di ettolitri proprio grazie all’impegno di oltre 310.000 aziende agricole con un patrimonio di:
- 332 vini di denominazione di origine controllata DOC;
- 76 vini di denominazione di origine controllata e garantita DOCG;
- 118 vini d’indicazione geografica tipica IGT.
L’appello rivolta al Premier Giorgia Meloni, si incrocia con le diverse misure che il Governo sta mettendo in campo proprio per salvaguardare l’agricoltura e la produzione made in Italy in tutti i comparti.