Rincaro materie prime: anche nel mondo del vino si rivedono i listini

Il rincaro delle materie prime colpisce anche i produttori di vino: il mondo del vino chiede attenzione del governo in legge di bilancio

Le aziende non sono più in grado di reggere la crescita a doppia cifra del costo di energia e il rincaro delle materie prime nel mondo del vino. E l’aumento si ripercuote inevitabilmente sui listini.

L’emergenza è nazionale e i produttori si trovano in una situazione di significativa difficoltà, che non sembra superabile in poco tempo.

Stando ai dati raccolti dal Corriere Vinicolo, ammonta a 800 milioni di euro la “bolletta” che il vino italiano dovrà pagare per far fronte alla crisi di materie prime e trasporti.

Rincaro materie prime del vino: quali prodotti riguarda?

I rincari influiscono nell’ordine del 30% sul prodotto finito: l’aumento dei costi riguarda tutto, dalle materie prime secche al prodotto, quindi dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusure delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container lievitate del 400%) all’energia elettrica fino al prezzo medio del vino stesso.

Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, aveva affermato un mese e mezzo fa che “l’aumento dei costi industriali sta ridimensionando la ripresa economica del settore, minando la redditività delle imprese nonostante le buone performance delle vendite”. A distanza di pochi giorni ribadisce che la crisi di materie prime e trasporti “costa al settore anche più di quanto stimato solo un mese e mezzo fa: allo stato attuale la ‘bolletta’ supplementare per il settore supera ormai 1 miliardo di euro e questo al netto delle difficoltà nelle consegne del vino, che cominciano a evidenziarsi anche se in misura molto minore che in Francia. È del tutto evidente che le imprese saranno costrette entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori. Una partita le cui conseguenze non saranno semplici da gestire, perché rischia di stritolare le aziende più deboli con il pericolo di generare una pericolosa spirale al ribasso. Chiediamo pertanto massima attenzione da parte del Governo nei prossimi provvedimenti di legge di Bilancio e delega fiscale, per assicurare misure di alleviamento dei costi fissi (tassazione sul lavoro ed energia) che possano sostenere il mondo produttivo e non mortificarne la competitività”.

Grave il quadro presentato da Daniele Simoni, amministratore delegato di Schenk Italian Wineries, che parla di una rivisitazione dei listini a partire dai primi mesi del 2022.

Stessa preoccupazione si riscontra nelle parole di consigliere delegato, Alessio del Savio, amministratore delegato dell’azienda Mionetto: “Non possiamo pensare di assorbire tutti questi aumenti con le nostre forze: cartone, vetro, capsule ed etichette presentano un conto superiore del 20% ma oltre alla spesa si sta manifestando un problema non secondario di approvvigionamento”.

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