Proposta di revisione del sistema delle indicazioni geografiche per il vino: sarà norma entro il 2023

La proposta di revisione del sistema delle indicazioni geografiche per il vino non fa tutti contenti: ecco perché

E’ stata adottata dalla Commissione Ue la proposta di revisione del sistema delle indicazioni geografiche (IG) per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli.
Lo scopo principale è quello di rivedere la normativa europea in tal senso al fine di aumentare la diffusione delle IG in tutta l’Unione.

Ha così inizio, con la pubblicazione della proposta di revisione, l’iter legislativo del dossier con l’obiettivo di ottenere una nuova norma entro la fine del prossimo anno, il 2023.

Relatore del dossier per la Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Ue, sarà l’On De Castro.

A oggi, sono 3.458 le denominazioni registrate:

  • 1.624 denominazioni di vini
  • 1.576 denominazioni di prodotti alimentari e agricoli
  • 258 bevande spiritose.

I tre punti fondamentali dell’azione delle indicazioni geografiche

Si tratta di tre punti principali che hanno lo scopo di arrivare a raggiungere un più alto livello di protezione, soprattutto online, che sta diventando canale di vendita sempre più importante.

  1. procedura di registrazione abbreviata e semplificata: a tal proposito le diverse norme tecniche e procedurali sulle indicazioni geografiche saranno fuse, dando vita a un’unica procedura di registrazione semplificata per i richiedenti Ue e non Ue;
  2. maggiore protezione online: il nuovo quadro aumenterà la protezione delle IG su internet, in particolare per quanto riguarda le vendite tramite piattaforme specializzate di e-commerce;
  3. più attenzione alla sostenibilità, tema tanto caro alle cantine: la norma arriva come diretta conseguenza della strategia Farm to Fork. A tal proposito sarà possibile per i produttori valorizzare le loro azioni in materia di sostenibilità sociale, ambientale o economica nei loro disciplinari di produzione.

La proposta in un certo senso moltiplica gli interlocutori istituzionali per i produttori di IG poiché, oltre alla Commissione europea, in futuro coinvolgerà anche l’EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale).

Federdoc e le indicazioni geografiche

Riccardo Ricci Curbastro
in foto: Riccardo Ricci Curbastro

Non tutti si dicono entusiasti del provvedimento. Particolarmente dura la nota stampa di Federdoc, che la definisce una “riforma poco ambiziosa e che manca di chiarezza”.

A fronte di una proposta annunciata come una semplificazione, in realtà l’unica semplificazione presente, sempre stando a quanto dichiarato da Federdoc, è quella a beneficio della Commissione Europea e non per il singolo produttore che si troverà di fronte a nuovi interlocutori.

“La Commissione Europea- commenta Riccardo Ricci Curbastro– vuole semplicemente una delega in bianco per decidere il futuro della politica delle IG, senza il contributo dei due co- legislatori, il che non è democraticamente accettabile…Il rischio è l’indebolimento del legame tra le IG e la politica di sviluppo rurale, in quanto se approvate come tali le regole contenute nella riforma possono mettere a repentaglio un sistema che dagli anni 70 ha dimostrato di essere strumentale per la valorizzazione delle denominazioni vinicole e lo sviluppo di molte regioni e territori europei”.

Ma non solo. Oltre alla difficoltà riscontrata in questo senso, Federdoc attacca la proposta perché con la delega a un’associazione privata si andrebbe a delegare a pochi la gestione del patrimonio di molti, con inevitabili ricadute negative per il nostro settore.

Il caso Prosek, portato come esempio da Federdoc, ha dimostrato che c’è necessità di una maggiore tutela per le IG e che la necessità è quella di fare sempre e comunque strada.

Ad oggi la proposta della Commissione non proteggerebbe niente, anzi alcune delle disposizioni incluse nella proposta sembrano minare quanto concordato dai co-legislatori nella riforma della PAC, entrata in vigore il 7 dicembre 2021.

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