Prosek Croazia: l’UE ha deciso, ma il Prosecco ora è definitivamente salvo?

Prosek Croazia, l’UE ha deciso, ma come stanno le cose adesso?

La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha finalmente dato il suo assenso per step al provvedimento che va a rafforzare le regole di controllo sui prodotti IGP e DOP.

Una decisione per niente semplice, che ha tenuto Consorzi, produttori e parti politiche in bilico per anni, con alti e bassi di difficile gestione.

Oggi finalmente arriva la definitiva risoluzione della questione. Ma in realtà il Prosecco italiano non è salvo.

Il divieto UE sul Prosek della Croazia, l’iter

Sul Prosek della Croazia, la decisione UE non è ancora definitiva. Infatti, il provvedimento che è stato approvato nella Commissione Agricoltura deve assolutamente essere discusso nel Consiglio dell’Unione Europea. Dopo quanto approvato dalla Commissione del Parlamento Europeo, infatti, adesso bisognerà avere il voto definitivo. Chiaramente le possibilità che questo divieto possa essere confermato anche in Consiglio sono molto alte. Vi è un buon ottimismo se si considera che la presidenza della Spagna insieme Italia e Francia ora insistenti, hanno il maggior numero di prodotti IGP e DOP in Europa. Tali Paesi hanno tutto l’interesse a concludere positivamente questo iter.

Per l’Italia la questione della decisione dell’UE sul Prosek croato è molto importante ed è un primo passo in avanti netto che fa evolvere il sistema in maniera positiva. Ecco perché vi è una grande attesa per la definizione burocratica della decisione.

Le altre novità dell’emendamento approvato dall’UE

Oltre a quelle già citate, l’emendamento approvato dall’UE che blocca l’ascesa del Prosek della Croazia introduce anche altre novità. Infatti, vengono introdotti nuovi obblighi di trasparenza. Cioè:

  • deve essere specificato il nome del produttore IGP e DOP sulle etichette;
  • per i prodotti IGP deve essere anche scritta l’origine della materia prima principale. Quindi, deve essere anche indicato nel caso provenga da un Paese differente rispetto allo stato membro in cui è stato prodotto.

Come facilmente comprensibile si tratta di un’ottima soluzione che di certo cambierà il mercato dell’agroalimentare e quello del vino, a 360 gradi.

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