Prosecco: mercato in crescita ma nessun nuovo impianto nell’area Docg

Il Prosecco punta alla qualità, anche a discapito della quantità, per entrare nel gotha dell’enologia mondiale. Per questo non sono previsti nuovi impianti nell’area Docg, che si concentra totalmente sul valore del prodotto.

“La sfida – spiega Innocente Nardi, del Consorzio di Tutela Docg – è far capire a chi compra una bottiglia del nostro vino cosa c’è dentro. Puntiamo a far rimanere i viticoltori in collina permettendo loro di produrre un vino autentico, artigianale, culturale, storico, il nostro obiettivo è quello di arrivare ai livelli dello Champagne”.

Chi si apre, anche se relativamente, ad aumenti di produzione, è invece il Consorzio Doc, dove per i prossimi tre anni è previsto un aumento di 1200 ettari l’anno. Ampliamenti che però saranno concessi solo sulla base di criteri rigidi, con un meccanismo che limita l’accesso ai grandi produttori e con l’obiettivo di soddisfare la domanda che si sta facendo sempre più forte.

“Abbiamo deciso il blocco degli impianti nel 2011 – spiega il presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette – proprio per contenere e regolare la produzione ed evitare che ci fosse una deregolamentazione del valore. Ora però il mercato continua a crescere più della produzione. Per questa ragione abbiamo deciso di concedere piccoli aumenti di produzione, circa il 5 per cento.”

A ogni produttore quindi verranno concessi massimo tre ettari, favorendo i giovani, chi garantisce la produzione bio e chi pianta alberi e siepi per tutelare la biodiversità e il rispetto del paesaggio.

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