Quali sono i numeri della produzione di vino nelle Marche nel 2021? E quali zone hanno registrato una crescita più rapida? E infine: come procede la vendemmia?
L’evento in scena al rifugio Chalet Principe Corsini, sul Monte Nerone, è stato nei giorni scorsi l’occasione per rispondere a queste domande e scattare la fotografia di un settore, quello vitivinicolo marchigiano, che appare davvero in salute. Presenti il Presidente di Camera di Commercio Marche Gino Sabatini e il Vice Presidente della Regione Marche Mirco Carloni, che è anche Assessore regionale all’agricoltura. Con loro, Tommaso di Sante, viticoltore e componente di Giunta camerale con delega all’agricoltura e Alessandro Urbini, Sindaco di Piobbico.
I dati della produzione di vino nelle Marche nel 2021
L’incontro è entrato nel vivo con la presentazione dei dati sulla produzione di vino marchigiano che, negli ultimi anni, hanno registrato una crescita importante.
Le cantine dove si produce vino nelle Marche sono 1176 – aggiornamento al 31/08/2021. Di queste, la maggior parte si trova in provincia di Ascoli Piceno, seguita da Ancona. Nella classifica di province dove si produce vino nelle Marche ci sono anche Macerata, Fermo e Pesaro-Urbino – dove nasce il Bianchello del Metauro DOC, protagonista di una degustazione alla fine dell’evento.

Interessante sottolineare anche il numero di aziende vitivinicole presenti nelle Marche. Nel 2016 eran 969, mentre ora oltrepassano nettamente il migliaio. Una crescita del +4,5%, che supera anche la media italiana che, per lo stesso lasso di tempo, segna +3,4%.

Export vino Marche nel 2021
Nonostante le difficoltà legate alla Pandemia, le esportazioni di vino marchigiano all’estero hanno tenuto. In questo, la regione si dimostra tendenzialmente in linea con i trend del mercato del vino italiano nel 2021, dove l’export, insieme all’e-commerce, ha giocato un ruolo importante.
“Nonostante emergenza climatica e sanitaria, le esportazioni al secondo semestre 2021 mostrano una sostanziale tenuta – si legge nel report -. Il loro valore (26, 4 milioni di euro) è di poco inferiore a quello registrato 12 mesi fa. I principali mercati di sbocco per il vino delle Marche sono Stati Uniti, Germania e Svezia.

La vendemmia 2021 nelle Marche: quantità in calo
Non poteva mancare un accenno alla vendemmia nelle Marche, che proprio in questi giorni è nel pieno dell’attività. Le previsioni vendemmiali per il centro – Italia indicavano, per la regione, un inizio della raccolta in ritardo a causa dei fenomeni meteorologici estremi, tra caldo e temporali. Confermati anche i dati delle previsioni vendemmiali in Italia 2021, con Assoenologi, UIV e Ismea a segnalare un calo generale della quantità di uva raccolta.
“Calo che in Italia ha segnato un meno 13%, che si stima ancora maggiore nelle Marche e che ha colpito anche la DOC del Metauro, il Bianchello, per una percentuale analoga” afferma Tommaso Di Sante. Sempre lui, sottolinea anche “il calo della piovosità sui nostri territori di quasi l’80%: una carenza che mette a rischio l’allevamento (un campo bovino consuma 1 quintale di acqua al giorno) come le colture”.

Enoturismo Marche, “la riscoperta dei piccoli borghi”. Ma non dimentichiamo il digitale
Infine, spazio a uno dei temi più dibattuti del vino italiano: l’enoturismo. Le mete enoturistiche nelle Marche sono tante e diverse. Ma la scelta di parlare del vino dell’intera regione in una location nell’entroterra, lontana dalle “vie più battute”, è per il sindaco di Piobbico Alessandro Urbini un segnale importante.
“Uno dei portati del post Covid – ha sottolineato Urbini – è stato il rilievo attribuito alla questione di borghi e aree interne. Una questione che, la presenza di Regione e Ente camerale marchigiano, riporta ancora al centro di analisi, comunicazione e interventi politici (ed economici)”.
Il concetto è stato ripreso anche da Tommaso Di Sante, che ha aperto il suo intervento sottolineando “la necessità di visitare i piccoli borghi, protagonisti dell’entroterra e presidio della sua economia”.
“Il modo di fare impresa agricola – continua Di Sante – di intraprendere nell’agroalimentare, è cambiato. Di sicuro è una stagione complessa, ma conforta l’aumento della presenza dei giovani (+5%), il ruolo della formazione, il numero di iscritti agli Istituti agrari. Importante il ruolo del digitale nell’enoturismo, attraverso il quale raggiungere la realtà e fare esperienza di luoghi e prodotti”.
Che l’enoturismo fosse una leva su cui puntare, la regione Marche lo aveva fatto capire con i progetti presentati negli ultimi mesi. Tra questi, il Marche Digital Tasting, le degustazioni digitali promosse dalle Marche che uniscono esoterismo e web.
L’importanza di promuovere il territorio
Una conferma di questo arriva anche dalle parole del Presidente Sabatini. Egli ha evidenziato, dati del sistema camerale alla mano, l’incidenza della presenza di prodotti enogastronomici nella scelta di una meta turistica. “È il momento dell’unione, di fare sintesi. Lo abbiamo dimostrato al MICAM. È evidente anche sul fronte agroalimentare dove la filiera è istituzionale, produttiva. Dove si possono e si devono promuovere insieme moda, cibo, paesaggio. Il digitale è un’opportunità da non dismettere: anche i dati della vendita on line del vino degli ultimi due anni lo dimostrano (+140% dal 19 al 20, +350% dal 20 al 21). Ed evidenziano consumatori digitali più attenti alla sostenibilità e alla qualità”.

Dello stesso avviso il Vice Presidente della Regione Marche Mirco Carloni. “Altrove gli stessi nomi dei vini veicolano i luoghi. Basta pensare al Chianti. Una riconoscibilità che poi si traduce in maggiore presenza di consumatori in regione. La nostra fama deve precederci, non dobbiamo essere più il posto sotto Rimini”. E ha annunciato il lancio di due progetti regionali per un ammontare di 30 milioni di euro destinati a fronteggiare il rischio idrogeologico. E la crucialità dello strumento di finanziamento del PNRR.