Previsioni Vendemmia 2022, dati positivi su quantità e qualità

Conferenza stampa sulle previsioni di Vendemmia 2022: La stagione anomala non compromette il vigneto italiano sul fronte quantità e qualità

Previsioni di vendemmia 2022 e dati statistici presentati oggi in conferenza stampa al Mipaaf portano all’attenzione due importanti criticità che il vigneto italiano deve affrontare nel prossimo futuro: il cambiamento climatico, che sebbene sembra non aver determinato forti perdite resta comunque una priorità, e ovviamente il fatturato. Da viale XX Settembre si è tirato un sospiro (di sollievo) per un’annata definita soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità. E’ necessario però un maggiore sforzo per migliorare la crescita in valore del vino italiano.

Piogge di agosto, grande lavoro in vigna e vite resiliente hanno vinto la siccità

Analizzando le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate. A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.

Produzione stimata intorno ai 50,3 milioni di ettolitri, +3% (su quinquennio)

Secondo i dati presentati oggi alla presenza, tra gli altri, del ministro e del sottosegretario alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e Gian Marco Centinaio, la produzione 2022 dovrebbe infatti attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.

Fabio Del Bravo, resp. Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea

Secondo Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea: “In termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti. I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa”.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi

“La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha dichiarato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti. Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali”.

Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini

Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Ma la partita non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiunturale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino. Il tanto declamato record produttivo non è infatti una condizione sufficiente per generare ricchezza: le “rese valoriali” del vigneto Italia – secondo un’analisi realizzata dall’Osservatorio Uiv – registrano performance nettamente inferiori rispetto a quelle francesi, che segna una redditività tripla per ogni ettaro coltivato (16,6mila euro vs 6 mila) e per ogni ettolitro prodotto (294 vs 82 euro). Serve fare ancora strada per garantire una remuneratività direttamente proporzionale alla qualità prodotta, con un percorso che parta da un governo del settore più razionale in materia di denominazioni di origine fino al vino comune. Dobbiamo ambire a scrivere – o riscrivere – una vera carta vocazionale dei nostri territori, ancorata a indicatori reali, con poche regole ma chiare per tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli enti di controllo per finire al trade e ai consumatori”.

Andamento climatico e vegetativo

Si è arrivati alla vigilia della vendemmia 2022 con grande apprensione a causa degli effetti, ormai cronici, dei mutamenti climatici che si manifestano con decorsi meteorologici molto incerti e spesso estremi, che hanno determinato, anche in territori limitrofi, importanti differenze qualitative e quantitative. I fattori chiave che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’ultimo mese:

  • Le piogge di agosto in taluni casi hanno cambiato radicalmente il quadro previsionale
  • Sono entrati in produzione dei nuovi impianti
  • Sono state messe in atto scelte agronomiche e vendemmiali frutto dell’esperienza acquisita negli anni da produttori e tecnici del settore. Le viti sono state in grado di resistere e adattarsi alle anomale condizioni climatiche anche grazie all’innovazione che ha interessato, in questi ultimi anni, le operazioni colturali e le tecniche di lavorazione e di conduzione dei vigneti.

Questa è una di quelle annate da cui ci si attendono prodotti di alta qualità, le ragioni sono diverse e non globali:

  1. La scarsa incidenza di patogeni ha consentito di limitare gli interventi in vigna, con vantaggi sia per la salubrità del prodotto che per i costi di gestione del vigneto.
  2. Dai primi riscontri analitici preventivi sulle uve, si evidenziano delle gradazioni potenziali medio-alte.
  3. Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa indicatori di possibili aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento.

Rimane grande, comunque, l’attenzione al meteo delle prossime settimane dove si concentrerà il grosso della vendemmia. Se le condizioni climatiche permetteranno una maturazione ottimale delle uve, la previsione potrebbe virare verso un segno positivo. Viceversa, ci si potrebbe orientare verso una flessione qualora il clima non dovesse essere favorevole soprattutto con le uve più tardive.

Annata siccitosa e con lunghi periodi di esposizione ad alte temperature ma mitigate dalle precipitazioni estive

Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi.

Per comprendere meglio la portata dell’anomalia di questo 2022, basti pensare che da un’analisi condotta sulla piovosità media per il periodo 1902-2002 le 12 stazioni meteorologiche storiche (dati Histalp, Gsod, servizi meteo regionali) del Nord riportano un totale medio di 426 mm di pioggia dall’inizio dell’anno idrologico, dato che si colloca al secondo posto dopo il 1922, la cui media era di 424 mm.

Geografia del vigneto Italia e Europa 2022

Volumi 2022: numeri variabili di regione in regione

Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane:

  • Il podio spetta al Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano. Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale.
  • Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile.
  • Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%).
  • Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).

Qualità 2022 dal buono all’ottimo per quasi tutte le regioni con punte di ottimo per Trentino Alto Adige e Sicilia

Per quanto riguarda la qualità:

  • ECCELLENTE: in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia
  • OTTIMO: mentre puntano l’asticella ijn alto Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna,
  • BUONO/OTTIMO: Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute.
  • BUONO: per le etichette Lombardia e Veneto.

L’Europa tira le somme su una stagione difficile ma che ha saputo rispondere alle avversità

Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima.

Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

Dati di mercato del primo semestre

Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese.

In tema di prezzi alla produzione, la campagna 2021/22 si è conclusa con un bilancio piuttosto positivo. L’indice Ismea, infatti segna un +12% del settore vino nel suo complesso in confronto alla campagna precedente, nonostante una produzione piuttosto abbondante:

  • per i vini comuni si registra un +19%
  • per i vini fermi l’incremento si è fermato al 9%
  • aumenti dei listini anche nelle Igt (+6%)
  • vini Doc-Docg che, nella campagna appena terminata, hanno visto i prezzi medi crescere del +17%, con i bianchi che hanno sfiorato il +20% mentre i rossi si sono fermati sulla
    soglia del 16%

Record in valore globale di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) ma fermo a +0,4% il trend dei volumi esportati.

  • I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%.
  • Gli spumanti nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%.

Buona tenuta dell’export nella componente valore (sostenuto dall’andamento dell’euro debole rispetto al dollaro Usa e con in pancia una forte componente inflattiva di base data dall’impennata dei costi di produzione ed energetici) mentre sul fronte consumi si osserva una decisa frenata degli acquisti nei canali della Distribuzione moderna, bilanciata dalla totale riapertura dell’Horeca.

Sulle sorti del mercato dei mesi prossimi peseranno anche i volumi delle scorte che, in attesa del dato ufficiale delle dichiarazioni di giacenza, al 31 luglio Cantina Italia colloca a 47,5 milioni di ettolitri rispetto ai 45,3 milioni del 2021.

Analisi del vino italiano all’estero del primo semestre 2022: meno volume, più valore; bene gli spumanti, meno i vini fermi

I principali Paesi (Russia esclusa, data la scelta sovietica di oscurare i dati dall’inizio della guerra) hanno visto calare globalmente i volumi dell’1% suddivisi:

  • spumante +9%
  • fermi confezionati -3%
  • sfusi a saldo zero

Sulla variabile valore (complice anche l’apprezzamento del dollaro americano sull’euro) il dato globale segna +4%:

  • spumanti +19%
  • fermi + 0,4%

In netta crescita il prezzo medio che sale del 13,1% (addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti). Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

Analisi trimestri

Segmentando per trimestri, lato volume, la tendenza globale va verso l’appiattimento degli scambi con un saldo zero nel quarto trimestre 2021 e nel primo 2022, e -1% nel secondo quarto dell’anno così ripartiti:

  • le bollicine planano a +4% dopo aver viaggiato attorno a quota +15% da fine 2021 a marzo 2022.
  • i vini fermi aggravano la già pesante situazione di fine 2021/inizio 2022, piombando a -4%.

È evidente che vi sia in atto una dinamica di ritracciamento, che sta spingendo i vini fermi verso 700-800 milioni di litri per trimestre contro medie pre-pandemia di 800-900 milioni. Sulla parte spumante, la fase espansiva è da considerarsi invece ancora in atto, anche se con toni più smorzati rispetto al recente passato.

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