Post-Brexit, la Camera dei Lord chiede di semplificare procedure import vino

Meno burocrazia, procedure più snelle: la Camera dei Lord ha discusso un emendamento per rendere più semplice l’import vino dai Paesi UE dopo la Brexit

 

Il 55% del vino bevuto nel Regno Unito arriva dall’Europa, ma dal 2021 farlo approdare nell’isola governata dalla Regina Elisabetta sarà meno semplice. Almeno, dal punto di vista burocratico.

Come riporta Federvini, la Camera dei Lord ha discusso un emendamento al disegno di legge sull’agricoltura, che riduce il volume di documenti necessari alle importazioni di vino in Uk dopo il periodo di transizione della Brexit.

Allo stato attuale – continua Federvini – il vino importato dall’Europa nel Regno Unito dal 1 ° gennaio 2021, indipendentemente dal fatto che sia concluso un accordo con l’UE, deve avere un modulo VI-1. Tale documentazione è stata bollata come un “onere non necessario” dall’industria del vino britannica. Il modulo richiede inoltre che le bottiglie di ciascuna linea di prodotti siano sottoposte a test di laboratorio.

600mila moduli cartacei aggiuntivi, con la piattaforma online del trade di vini pregiati Liv-ex che stima di doverne utilizzare da sola oltre 65mila: queste le previsioni per il prossimo anno.

Attualmente, i moduli VI-1 sono richiesti solo per il vino importato al di fuori dell’UE. Alcuni paesi, tra cui Australia e Stati Uniti, utilizzano versioni semplificate.

E i costi? Secondo il governo di Londra – sottolinea Federvini – l’onere per l’industria del vino britannica sarebbe “trascurabile o nullo”. La Wine and Spirit Trade Association (WSTA), che occupa oltre 130mila  persone nel Regno Unito, al contrario stima in 19 miliardi di sterline il costo aggiuntivo.

Lord Holmes, che ha presentato gli emendamenti, sostiene l’opportunità di una “soluzione digitale”. Non approvare le modifiche significherebbe, secondo Holmes, “aumentare il prezzo del vino e ridurre la scelta dei consumatori“.

“Lasciare l’UE offre un’importante opportunità per rendere il Regno Unito un polo centrale del vino nel mondo – ha aggiunto Holmes – Il VI-1 non è adatto allo scopo: rimuovendo il modulo per un tempo limitato dopo il periodo di transizione, il Regno Unito può aprire la strada. Il passo successivo è la creazione di un nuovo passaporto elettronico semplificato del vino che faciliti il commercio da tutto il mondo e apra nuove opportunità per questa grande industria britannica”.

“Il vino – ha concluso – è la sesta voce dell’export alimentare britannico, per un valore di circa £ 650 milioni. Facilitando il commercio e rimuovendo norme prescrittive non necessarie, possiamo rafforzare la posizione del Regno Unito come leader mondiale nel vino e garantire che i consumatori possano continuare ad acquistare una vasta gamma di vini provenienti da tutto il mondo. ”

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