Il periodo giusto per pensare alle barbatelle

L’inverno è il periodo giusto per acquistare le barbatelle. Ecco le indicazioni per dar vita a una nuova vigna secondo Polsinelli, da oltre 60 anni accanto ai produttori di vino

Quasi tutte le viti, un tempo, sono state una barbatella: questa piccola piantina, ottenuta da un tralcio di vite, è il capitolo iniziale di una storia affascinante, che darà vita a un nuovo vino con caratteristiche tutte sue. Ma quali accortezze avere per non sbagliare? E qual è il periodo giusto per impiantare le barbatelle? A queste e altre domande risponde Daniele Polsinelli, titolare dell’omonima azienda di famiglia che, da oltre 60 anni, lavora a fianco delle cantine per fornire loro gli strumenti necessari per la produzione di vino. Dall’innesto all’imbottigliamento.

Quando piantare le barbatelle?

“Il periodo migliore per piantare le barbatelle va generalmente da metà novembre a inizio marzo – spiega Daniele, che sin da piccolo ha osservato suo padre, Celestino, lavorare a contatto con i produttori di vino -. Ecco perché, ai clienti che ci chiedono consigli su quando acquistare nuove barbatelle, rispondiamo di muoversi entro la primavera”. La barbatella, infatti, è costituita da una parte superiore da cui si svilupperà la pianta e una inferiore che darà, invece, vita a un vero apparato radicale.

“Il periodo in cui le radici crescono meglio è l’inverno – prosegue Daniele -. Appena piantate vi sembrerà che le vostre barbatelle sono esattamente come quando le avete acquistate, ma non è così: sottoterra, le radici si stanno sviluppando”. 

Come scegliere le barbatelle?

“Solitamente è il viticoltore, a volte anche su consiglio di un enologo o di un agronomo, a decidere quale tipo di vitigno impiantare e su quale parcella di territorio – afferma Daniele -. Esistono, infatti, tantissime varietà di barbatelle. Noi, ad esempio, siamo rivenditori autorizzati di Vivai Cooperativi Rauscedoche produce decine di milioni di barbatelle l’anno. Avere il supporto di una grande azienda è per noi motivo di orgoglio, ma anche di crescita. Quest’anno, ad esempio, hanno inaugurato un centro sperimentale dove stanno lavorando a nuove varietà di vigneti resistenti, che sono in grado di contrastare le malattie della vite ricorrendo a un minor uso di trattamenti”.

All’interno dell’e-commerce di Polsinelli Enologiaè possibile vedere i diversi tipi di barbatelle che si possono acquistare, da barbatelle per uva da vino biancoa quelle per vino rosso, passando per barbatelle per uva da tavola e le nuove barbatelle resistenti per uva. “All’interno della sezione dedidicata nello shop online di Polsinelli Enologia l’utente può leggere i caratteri ampelografici dei prodotti, conoscerne l’epoca di germogliamento e quella di maturazione, ma anche la forma di allevamento e potatura – spiega ancora Daniele -. Acquistare barbatelle onlineè possibile, ma per chi preferisce un supporto si può anche contattare la nostra assistenza, che saprà consigliarvi e risolvere ogni dubbio”. 

Come piantare un nuovo vigneto: che cosa serve?

Nel momento in cui si decide di dar vita a un nuovo vigneto, non c’è bisogno solo di acquistare barbatelle, ma anche di avere a disposizione una serie di strumenti specifici. “Supportiamo il cliente in ogni fase della produzione e questo include anche il periodo successivo all’impianto delle barbatelle, quando queste cominciano a crescere. Nel nostro shop online si trovano pali per vignafili per vigneto e tutto il necessario per far crescere la vite nel miglior modo possibile”.  

Barbatelle e vitigni autoctoni del Liri: il legame con il territorio

Sin dalla sua fondazione, nel lontano 1958, la storia di Polsinelli Enologia si è sempre intrecciata con quella del suo territorio. “Qui a Isola del Liri e nelle zone circostanti si fa vino da anni – conclude Daniele -. Mio padre iniziò a lavorare in questo settore proprio producendo torchi per vino: un’arte antica che, allora, veniva ancora realizzata interamente a mano. I vitigni autoctoni del Lazio sono prevalentemente cinque. Il più famoso è il Maturano, a bacca bianca, iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite da vino nel 2010. Ci sono poi il Lecinaro, l’Olivella – a bacca rossa – e il Pampanaro, quest’ultimo da tempo immemore presente nel Frusinate. Infine, il Capolongo, anch’esso a bacca bianca e censito come varietà della zona già a meta Ottocento”. 

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