“Non produrre non significa non essere autentici. Saper lavorare una materia prima fa la differenza”

Carlotta Andrea Buracchi racconta come si è evoluto il ruolo di “affinatore” nella nuova dimensione vinicola dell’azienda di famiglia 

 

L’azienda Buracchi ha già lanciato la Riserva Nobile Montepulciano Ultimo 2014 e nonostante la mancanza di un vigneto sullo sfondo, ci spiega la sua “essenza e autenticità più vera”. Perché qualità ed eccellenza fanno parte dell’azienda, nonostante l’assenza dei classici “filari da cartolina”. Con Buracchi si apre un nuovo modo di comunicare il vino, che ridisegna il ruolo del viticoltore con un prezioso lavoro di post-produzione.

L’azienda Buracchi si definisce un “affinatore” di vino: perchè vi siete focalizzati solo su questa fase? “Abbiamo venduto i nostri vigneti nel 2015, conservando la proprietà della cantina di invecchiamento e del Nobile D.O.C.G. frutto delle raccolte 2013, 2014. Ci siamo quindi focalizzati sull’affinamento, con una tecnica messa a punto in 40 anni di produzione, creando un nuovo marchio per differenziarci dal passato. Le nostre Riserve subiscono due anni d’invecchiamento in botti grandi di Rovere, altrettanti in botti di cemento vetrificato, quindi un anno di affinamento in bottiglia. Un metodo che prima era difficile e dispendioso da mettere a punto: oggi, concentrandoci solo sul vino, abbiamo potuto puntare su una linea di Riserve di altissima qualità”.

Quali difficoltà si riscontrano nello “story telling” del vino così tanto in auge ? “Devo lavorare duramente per scardinare il pregiudizio che solo chi produce sia in qualche modo “autentico”: saper lavorare una materia prima fa la differenza! Per questo per “Ultimo” lo storytelling è essenziale: raccontando la nostra realtà quotidiana intercettiamo nuovi pubblici e facciamo informazione. Nella nostra cantina di Chianciano Terme creeremo un polo esperienziale e museale dedicato a invecchiamento e degustazione. Niente vigne, solo botti, cibo e vino”.

 

 

 

“If it does not  produce it does not mean not being authentic. 
Knowing how to work a raw material makes the difference “. 

 Carlotta Andrea Buracchi describes how the role of “refiner” has evolved in the new wine dimension of the business family

The company Buracchi has already launched the Riserva Nobile Montepulciano Ultimo 2014 and despite the lack of a vineyard in the background, it explains its “essence and true authenticity”. Because the quality and the excellence are part of the company, despite the absence of the classic “postcard rows”. With Buracchi it opens a new way of communicating wine, which redesigns the role of the winemaker with a valuable post-production work. The Buracchi’s company defines itself as a “refiner” of wine: why did you focus only on this phase? “We sold our vineyards in 2015, retaining the ownership of the aging cellar and the Nobile D.O.C.G. as the result of the 2013, 2014 collections. We therefore focused on refining, with a technique developed over 40 years of production, creating a new brand to differentiate ourselves from the past. Our reserves have two years of aging in large oak barrels, the same in vitrified cement barrels, then a year of aging in bottle. A method that was previously difficult and expensive to develop: today, focusing only on wine, we have been able to focus on a line of high quality of Riserve. “What difficulties are encountered in the” story telling “of wine so much in vogue? “I have to work hard to undermine the prejudice that only those who produce are in some way” authentic “: knowing how to work a raw material makes the difference! For this reason, for” Ultimo “storytelling is essential: telling our daily reality we intercept new audiences and make information. In our winery in Chianciano Terme we will create a zoom experiential and museum dedicated to aging and tasting. There are not  vineyards, only barrels, food and wine”.

www.buracchiultimo.it

 

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