Carlotta Salvini: “Il mondo del vino è fatto di dettagli, bisogna essere curiosi di capire cosa c’è dietro”

Carlotta Salvini, laureata in Agraria e in Viticoltura ed Enologia, WSET e “Miglior Sommelier d’Italia FISAR”, ci racconta la sua passione per il vino e l’importanza della comunicazione nel settore.

Com’è nata la tua passione per il mondo del vino?

La mia passione per il mondo del vino nasce più o meno durante gli studi universitari: ho frequentato la facoltà di agraria e poi ho deciso di fare un’esperienza in un’azienda di vini, diciamo per fare pratica nella campagna: partecipai alla vendemmia e iniziai così a Castellina in Chianti. Iniziai proprio perché era parte del percorso di studio fare delle esperienze di stage in aziende vinicole. Studiando agraria, tra l’altro, avevo comunque già un’idea di come funzionano le aziende, però del vino in sé non sapevo quasi nulla, anzi mi sentivo anche un po’ “ignorante” in materia. Allora mi sono iscritta a un corso di sommelier; all’università non hai modo di approfondire tutti questi aspetti di degustazione sensoriale. Mi sono molto appassionata, ho continuato, mi sono diplomata sommelier e poi ho fatto anche il percorso universitario nelle discipline di viticoltura e tecnologia.

Poi ho iniziato a lavorare in un’azienda vitivinicola e, anche se avevo comunque un background più di carattere tecnico, volevo fare esperienza nella parte di vendita, di tour e di degustazione iniziando proprio dal basso: questo mi ha permesso di capire che l’aspetto della comunicazione era una cosa che mi piaceva molto. Per quanto riguarda, invece, la parte internazionale, ho fatto il percorso di WSET. Questa è la mia strada, che mi ha appassionata molto, mi sento anche fortunata del fatto che il mio lavoro è anche una grande grande passione. Adesso sono responsabile della promozione Italia ed estero per il “Consorzio del Brunello di Montalcino”.

Quanto l’essere sommelier ti ha aiutata nel settore della comunicazione del vino?

Attualmente, nella formazione in Italia, i percorsi di qualifica di sommelier formano alla cultura del vino e quindi aprono a tutto ciò che riguarda la comunicazione della degustazione, quindi tradurre quello che è un linguaggio chiaramente fatto da caratteri più schematici, per certi termini più rigidi e renderlo accessibile e fruibile. Questo sicuramente ti dà le basi, gli strumenti per poi avere campo di manovra in questi in questi ambiti. Quindi sicuramente sì, per me è stato molto importante. È stato anche un percorso che io ho concluso con il premio dell’anno 2019-2020. È un percorso molto individuale, però ti dà la possibilità di confrontarti sia con i docenti e i formatori, ma anche con i tuoi colleghi; diventa anche motivo di condivisione anche delle prime degustazione, le prime partecipazioni agli eventi… Sono tutte cose che fanno crescere la passione, soprattutto se condivisa.

Quanto è importante la comunicazione nel settore vitivinicolo e come dovrebbe essere fatta nel modo giusto?

È un settore che sta cambiando molto, soprattutto nell’aspetto della comunicazione. Ma non cambia solo la comunicazione, cambiano anche le modalità di incontro. Si comunica un prodotto per promuoverlo, per venderlo, per raccontarlo, quindi c’è una leva chiaramente di marketing in questo e la comunicazione passa adesso molto anche dai canali digitali, che sicuramente sono un supporto sempre più importante per le aziende, per poterli utilizzare bene e anche per affidarsi a dei professionisti.

Anche i social media credo che siano uno strumento importante per avvicinare anche le persone più giovani a questo settore: sono attratti, incuriositi, ma fino a poco fa era questo mondo era considerato molto di nicchia, quasi per l’Italia snob, invece qualcosa sta cambiando, anche attraverso i social media. La comunicazione del prodotto passa attraverso delle leve più creative, più evocative, motivo di avvicinamento anche per le nuove generazioni che comunque sono sempre molto più interessate al settore del vino.

Tu conti oltre 20.000 follower sui social, ti senti un po’ influencer del settore?

Sui miei canali social faccio divulgazione, racconto anche un po’ la mia attività, il mio lavoro e sempre più ragazzi, anche più giovani di me, mi chiedono come si fa, come ci si può formare, come ci si può avvicinare a questo mondo, come si può imparare un po’ il mestiere e questo per me è molto gratificante. Sono ragazzi tutti molto attivi, è veramente bello, cerco di interagire il più possibile. Voglio far passare il messaggio che il vino è una cultura e va diffusa, comunicata, perché è veramente parte della nostra civiltà, è parte della nostra tradizione. Credo che sia una cosa molto bella anche innescare questo senso di responsabilità, responsabilità nel bene, perché c’è una grande differenza tra bere e degustare. Quindi questo per me è molto importante e mi fa molto piacere. Mi sento gratificata a sapere che ci sono tanti ragazzi più giovani che si stanno appassionando alla materia.

Proprio a proposito dei giovani, cosa ti senti di consigliare a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

Sicuramente di non sottovalutarsi, di non sentirsi sopraffatti da tante informazioni: perché, appunto, il mondo del vino è fatto di dettagli, è fatto di geografia di territori e l’Italia in questo fa da padrona. Abbiamo tantissimi vitigni autoctoni, tantissime denominazioni e molto spesso la paura è quella di non farcela, quindi consiglio di non arrendersi pensando di non essere in grado di riuscire ad avere questo livello di conoscenza. Sono percorsi belli, ma sono percorsi individuali fatti di studio e di conoscenza: quindi quello che mi sento di consigliare è di provarci! Un altro aspetto molto importante è la condivisione: cioè condividerlo, fare attività di gruppo, partecipare ad eventi e degustazioni. Anche visitare le cantine, perché per conoscere il vino e conoscere i territori bisogna anche viaggiare. È molto affascinante perché il vino, in quanto prodotto, lega tanti contesti: culturale, storico e territoriale. Bisogna, quindi, concentrarsi sul prodotto e insieme essere curiosi di capire cosa c’è dietro.

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