Ecco i migliori vini Piwi 2022, vincitori della rassegna nazionale FEM

Si è svolta ieri la premiazione dei migliori vini Piwi 2022 nell’ambito della rassegna nazionale organizzata dalla Fondazione Edmund Mach. Lo scopo? Quello di promuovere i vitigni sostenibili, nati – come si legge nel comunicato di FEM – , “per offrire resistenza (o meglio tolleranza) alle principali malattie della vite: oidio e peronospora”. Proprio per questa particolare caratteristica, tale tipologia di prodotto viene indicata anche come vini da vitigni resistenti.

migliori vini piwi 2022

Cosa sono i vini PIWI?

Se ne parla ormai da qualche anno, ma non tutti hanno ancora chiaro cosa si intende quando si parla di vini PIWI. Questo nome deriva dal termine vini pilzwiderstandfähige, che in italiano si può tradurre come “vini resistenti ai funghi”. Si tratta di una particolare tipologia di prodotto ottenuta da vitigni resistenti, capaci cioè di resistere a determinate malattie della vite senza dover ricorre necessariamente a prodotti chimici.

“Con il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre 2021, l’Unione Europea ha dato il suo via libera all’inserimento dei vitigni resistenti alle malattie fungine o “PIWI”nei vini a Denominazione di Origine” ricorda la nota di FEM.

Per saperne di più, leggi l’approfondimento sui vini PIWI su I Grandi Vini.

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I vini PIWI in Italia

Quanti vini Piwi ci sono in Italia? Ad oggi, il Registro Nazionale delle Varietà di Vino comprende 36 varietà PIWI. “E la superficie coltivata con queste varietà supera alcune centinaia di ettari – si legge ancora nel comunicato -. La coltivazione delle varietà risulta autorizzata in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna e Marche. Ed è in via di autorizzazione in altre region”.

Proprio la Fondazione Edmund Mach si impegna per valorizzare questa particolare tipologia di vini sostenibili, promuovendone la conoscenza. E valorizzando il lavoro di tante cantine che lavorano con metodi green.

“Con questo evento la FEM intende valorizzare anche l’attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà tolleranti. Impegno che ha portato ad iscrivere del Registro nazionale delle varietà di vite quattro nuove selezioni provenienti dall’attività di miglioramento genetico, grazie alla collaborazione del consorzio CIVIT: Termantis, Nermantis, Charvir e Valnosia. Di recente tramite il progetto VEVIR queste varietà sono risultate ottimali per la coltivazione in Trentino accanto a Solaris, Souvignier gris, Bronner, Palma, Johanniter e Pinot Regina”

Migliori vini PIWI 2022: la rassegna

Alla seconda edizione della rassegna nazionale dei vini PIWl organizzata dalla Fondazione Edmund Mach hanno partecipato molte aziende vinicole del Belpaese.

L’evento sui vini PIWI, supportato dal Consorzio Innovazione Vite e dall’associazione PIWI international, ha visto partecipare 44 cantine italiane. Gli 82 vini in gara, suddivisi in sei categorie (rossi, bianchi, orange, frizzanti, charmat, metodo classico) sono stati valutati il 9 e 10 novembre da una commissione composta da 30 qualificati esperti e supportata dagli studenti del corso enotecnico” spiega la nota.

“Questa manifestazione di cui si è fatta promotrice la Fondazione Mach intende far conoscere e valorizzare i vitigni resistenti. Vitigni che rappresentano un progetto concreto, tangibile, da perseguire, anche non potranno costituire l’unica soluzione ai problemi che affliggono la viticoltura” ha affermato in apertura il presidente FEM, Mirco Maria Franco Cattani,

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Quali sono i migliori vini resistenti

I vini premiati come migliori della rassenga provengono da diverse parti d’Italia. Un traguardo che testimonia l’attenzione e l’impegno dei viticoltori verso questa tipologia di vino sostenibile. Curiosi di conoscerli? Ecco tutti i vincitori nella scheda all’interno del sito ufficiale della Fondazione Edmund Mach.

Vino e innovazione: guardando al futuro

Il momento della premiazione dei migliori vini PIWI 2022 è stato anche un’occasione per riflettere sull’argomento a 360°, con uno sguardo attento al futuro.

“Il professor Mario Pezzotti, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, ha moderato il seminario, lanciando un nuovo, ulteriore, appello alla politica nazionale” spiega la nota. Un appello “affinché dia corso alle scelte che liberino l’Italia dallo stallo in cui è relegato l’utilizzo dell’innovazione genetica in viticoltura, riferendosi sia all’inserimento nel Testo unico del vino della possibilità di coltivazione nelle doc dei vitigni resistenti ottenuti mediante incrocio con viti selvatiche. Sia della possibilità di valutare in pieno campo i prototipi di varietà già coltivate, migliorate mediante cisgenesi o genome editing (New Genomic Techniques – NGT, o Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA, in italiano)”.

“L’innovazione genetica e l’agricoltura di precisione sono al centro di una rivoluzione in agricoltura- ha evidenziato il dott. Gabriele Di Gaspero – sottolineando le potenzialità delle Tecnologie di evoluzione assistita e al tempo stesso l’esigenza di far cambiare la percezione dell’opinione pubblica verso l’innovazione genetica in agricoltura: una soluzione che diventerà necessaria per raggiungere l’obiettivo di incrementare in modo sostanziale la sostenibilità nei vigneti”.

 

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