Il miglior Vinsanto d’Italia viene dalla Val di Chiana, ad Arezzo e si è distinto tra oltre 2000 campioni in degustazione
2000 vini provenienti da 8 nazioni: tra questi il premio miglior Vinsanto d’Italia secondo Vinitaly se lo è aggiudicato il Vinsanto di Santa Vittoria 2015, che si è visto aggiudicare un punteggio di 95/100.
Come si ottiene il Vinsanto
“Per ottenere un ottimo Vinsanto- afferma l’avvocato Niccolai, titolare dell’azienda- bisogna anzitutto produrre un’uva adatta alla conservazione ed all’appassimento: questa si ottiene lavorando bene nella vigna per produrre uva sana e “spargola (con i chicchi ben distanziati, in modo da non formare muffe, ndr). Le uve sono quelle tradizionali il Trebbiano Toscano e la Malvasia del Chianti”.

L’ appassimento del Vinsanto di Santa Vittoria dura fino al momento in cui non raggiunge una concentrazione zuccherina non superiore al 35%. A questo punto le uve vengono pressate ed il mosto messo nei “caratelli” poi sigillati con ceralacca secondo la tradizione. Nei caratelli, ovvero le piccole botti in cui il vino si conserva, avviene sia la fermentazione alcolica che l’affinamento.
L’invecchiamento nella fattoria Santa Vittoria avviene per 5 anni, durante i quali il vinsanto si concentra e si riduce di oltre il 50% del suo volume.
Proprio per questo un Vinsanto fatto a regola d’arte ha costi di produzione elevati: non solo tutte le lavorazioni sono fatte a mano, ma su un totale di 100 Kg d’uva, il prodotto risultante sarà circa 1/5 del totale.
“Si dice spesso che il Vinsanto è conosciuto ed apprezzato solo in Toscana – continua Francesco Niccolai – ma questo non è più vero, prova ne è che circa la metà della produzione di Santa Vittoria viene esportata, prevalentemente negli Stati Uniti quindi se il prodotto è fatto bene si trovano ovunque degli estimatori”.
L’azienda è rimasta felicemente sorpresa quando loro importatore di New York ha segnalato che un gruppo di 5 ristoranti stellati, specializzati in cucina francese, non solo l’hanno inserito nella carta dei vini (a 100 dollari), ma lo suggeriscono espressamente in abbinamento ai dolci nei menù tipo che inviano ai loro clienti.