Home News I dati sul mercato del vino relativi al 2022 dell’Oss. Uiv-Ismea-Vinitaly

I dati sul mercato del vino relativi al 2022 dell’Oss. Uiv-Ismea-Vinitaly

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Il mercato regge gli aumenti di prezzo, ma rallenta nell’ultimo trimestre

L’Osservatorio Uiv, Ismea, e Vinitaly, come ogni anno ha elaborato i dati del mercato del vino che Istat ha rilasciato relativi ai 12 mesi del 2022.

L’Italia del vino sfiora il traguardo degli 8 miliardi di euro chiudendo l’export 2022 con un nuovo record commerciale: 7,9 miliardi di euro di euro (+9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, -0,6%). Il mercato ha resistito anche davanti alle inevitabili quanto parziali variazioni dei listini, anche se l’escalation dei costi di produzione ha abbondantemente danneggiato i margini della filiera. A risentirne particolarmente sono stati i prodotti entry-level e popular (fino a 6 euro al litro).

Il risultato finale, vista anche la congiuntura, è senz’altro positivo per uno dei settori del made in Italy più virtuosi nella bilancia commerciale, che chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi di euro. Dobbiamo però ricordare che il record commerciale è determinato senza dubbi da un doping dei prezzi, necessario al fine di limitare l’erosione dei margini causata dal surplus dei costi, allo stesso tempo pericoloso sul fronte dei consumi previsti per il 2023.

Il mercato del vino nel 2022 ha segnato un forte rallentamento nell’ultimo trimestre, con chiusura nei valori a +5% contro +19% di marzo, +11% di giugno e +12% di settembre, mentre i volumi si mantengono in scia negativa (a -3% medio da giugno, con il solo primo trimestre positivo).

Uno sguardo ai mercati esteri nel 2022

Tra i competitor, la Francia si conferma leader mondiale con 12,3 miliardi di euro (+11% valore e -5% volume) mentre l’Italia mantiene la posizione di primo fornitore a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi di euro, che chiude a +3,5% nei valori e -9% nei volumi).

Si evidenzia un incremento a valore di tutti i principali mercati della domanda:

  • gli Stati Uniti (+10%) che si confermano primo mercato export italiano con una quota di mercato del 23%
  • seguono la Germania (15% lo share), che sale del 5% a 1,2 miliardi di euro
  • Regno Unito (+10%)
  • Canada (+11%)
  • Svizzera (+3%)
  • Francia in forte progressione (+25%)
  • Diverso il quadro dei volumi, in calo o stazionari in tutte le principali destinazioni (Usa a -6%, Germania a -2%, Uk a -4%) a eccezione di quella transalpina (+16%, dovuto alla poderosa crescita del Prosecco, +20%). Ancora in caduta la domanda cinese, che chiude i conti a -28% sul fronte dei vini in bottiglia.

L’export trainato dagli spumanti con una buona crescita dei vini premium

Tra le varie tipologie, l’Osservatorio targato Unione italiana vini, Ismea, evidenzia il forte traino degli spumanti che volano a +19% in valore (Prosecco a +22%) e confermano la positività sui volumi (+6%, di cui +6% Prosecco e +9% Asti Spumante), mentre faticano i vini fermi imbottigliati (-3% volume), con i rossi in sofferenza che chiudono a -4% volume e +4% valore, contro il +12% dei bianchi. In particolare, sui rossi, risultano in contrazione i volumi nelle fasce di posizionamento più basse (sotto i 3 euro), mentre tengono molto bene e anzi risultano in buona crescita i vini premium, in particolare piemontesi (+9%), veneti (+4%) e toscani (+6%). I frizzanti cedono il 7% in volume ma guadagnano il 6% a valore.

S volessimo stilare una classifica regionale si piazzerebbe al primo posto il Veneto, la regione che produce più vino in Italia. Con oltre 2,8 miliardi di euro di fatturato all’estero e una performance nei dodici mesi superiore alla media italiana (+13,4%) il il Veneto rafforza la sua leadership sulle esportazioni tricolore, guadagnando una quota pari al 36% sul totale nazionale.

Si confermano anche il secondo e terzo posto del podio, con il Piemonte in crescita rallentata (+4,6%, a 1,28 miliardi di euro) e tallonato dalla Toscana, che chiude in linea con i risultati nazionali (+10,4%, 1,25 miliardi di euro). A seguire le 3 regioni, responsabili complessivamente del 68,2% dell’export enologico made in Italy, il Trentino Alto-Adige (-1,1% il risultato tra gennaio e dicembre 2022) e l’Emilia-Romagna (+8,9%). Sul fronte delle performance nelle principali regioni enologiche, spiccano le accelerazioni di Friuli-Venezia Giulia (+39,7%), Marche (+25,9%) e Sicilia (+21%).

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