A poche ore dall’accaduto il mondo dell’enologia si stringe attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Marco Bettollini, l’enologo di 46 anni residente a Bassano che nella giornata di ieri ha perso la vita in un gravissimo incidente nel luogo di lavoro, mentre cercava di tirare in salvo il collega, che si trovava all’interno di una cisterna, dove però permanevano dei gas asfissianti. Sono stati questi a causare la perdita di conoscenza del ragazzo poi tratto in salvo dallo stesso Marco, il quale però non è riuscito ad uscire dalla cisterna. La presenza di residuo di vino e l’intossicazione da gas sono stati fatali e per lui non c’è stato nulla da fare. Immediata la chiamata ai soccorsi. Sul posto i sanitari del Suem con elisoccorso e ambulanze, due squadre di vigili del fuoco da Motta di Livenza e Conegliano che hanno recuperato i due operai, i Carabinieri e lo Spisal.
Ancora morti sul lavoro. In Italia da inizio anno si sono registrati più di 559 incidenti mortali nei luoghi di lavoro, una media straziante di 80 vittime al mese.
Il cordoglio commosso da parte del titolare dell’azienda dove i due erano impiegati e delle autoritÃ
“Siamo stravolti dal dolore, per noi sono due fratelli, due figli – ha detto scosso Simone Cecchetto a nome della sua famiglia, titolare di Ca’ di Rajo – I miei pensieri vanno solo a questi due ragazzi, che sono cresciuti con noi, e alle loro famiglie. Preghiamo perché il ragazzo rimasto ferito si riprenda il prima possibile”.
“L’apertura della vendemmia, un momento tanto atteso per l’annata vinicola e per l’economia della nostra regione, oggi invece si è trasformato in una tragedia. In attesa che la dinamica di questo evento gravissimo venga chiarita, la UIL Veneto non può che intervenire manifestando una grande preoccupazione per l’escalation di incidenti, anche mortali, che stanno interessando quasi ogni giorno il territorio veneto. Come ho detto in occasione della recente morte nel padovano, lo ripeto ora con maggior forza: dobbiamo, con urgenza, riunire il tavolo per rivedere e tenere vivo il protocollo di sicurezza. Basta aspettare, non si può stare fermi”. Con queste parole interviene sull’incidente di oggi pomeriggio il segretario generale della UIL Veneto Roberto Toigo che, “coglie anche l’occasione per esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia della vittima e l’augurio di una pronta guarigione all’operaio che è rimasto ferito”.
“Non basta neppure l’appello del Presidente della Repubblica a spingere a fare di più per la sicurezza, per fermare questa strage quotidiana di morti sul lavoro. Troppa superficialità e poca formazione rimangono ancora concause che spengono vite umane di padri di famiglia e di giovani che trovano la morte sul posto di lavoro”. Queste le parole di Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso. “Le dinamiche e soprattutto le responsabilità di questa tragedia verranno chiarite dalla magistratura – prosegue Paglini -, certo è che non si può non chiedersi se i due lavoratori fossero dotati di dispositivi di protezione individuali e, in caso affermativo, se fossero funzionanti”.
“Non solo – aggiunge Andrea Meneghel, segretario generale della Fai Cisl Belluno Treviso, la Federazione dell’agricoltura, “bisognerà appurare anche se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza e se i lavoratori coinvolti nell’incidente avessero fatto la necessaria e obbligatoria formazione prima di iniziare a lavorare. Quello del vitivinicolo è un settore molto parcellizzato, difficilmente raggiungibile a livello sindacale e spesso con scarsa sensibilità riguardo alla formazione sulla sicurezza. Se poi si trattasse di lavoratori stagionali, il fatto sarebbe ancora più grave, perché spesso per questa categoria la formazione viene del tutto tralasciata. La Fai, attraverso la contrattazione territoriale in agricoltura, da anni si batte affinchè vengano inserite le figure dei rappresentanti per la sicurezza territoriale, con il compito e l’obiettivo di fare la formazione specifica nelle aziende; una proposta che non risolverà del tutto il problema, ma che potrebbe essere utile a prevenire situazioni di rischio, perché è evidente che il problema riguarda la prevenzione e la formazione dei lavoratori e delle stesse aziende che tendono a considerarla ancora un costo e non un investimento necessario per salvare vite umane”.
“Una tragedia immane, un incredibile accanimento del destino. Mentre davamo l’addio a Giorgio Cecchetto, nell’azienda di un suo congiunto si è consumato un nuovo dramma. Sono addolorato e vicino alle famiglie dell’operaio deceduto e di quello che speriamo tutti possa riprendersi dopo il ricovero in ospedale. É una giornata dolorosissima, che ricorderemo a lungo”. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Carabinieri e tecnici dello Spisal cercheranno di dare una risposta sulle modalità di questo dramma, ma nessuno di noi troverà mai una risposta alla domanda che tutti ci facciamo: perché? Perché proprio oggi? Perché tanto dolore a chi non lo meritava di certo? Esprimo il mio più profondo cordoglio alle famiglie travolte da questa tragedia e a tutti coloro che hanno amato e conosciuto la vittima e che ora stanno in ansia per il collega ricoverato”.