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Made in Italy Summit: trainano meccanica, chimica e agroalimentare

In foto: Micaela Pallini, presidente Federvini Foto da sito federino.it

Un successo il primo Made in Italy Summit: tanti gli interventi degli attori della filiera e 11000 utenti connessi.

Si è da poco concluso il Made in Italy Summit, organizzato dal Sole 24 Ore e Financial Times, in collaborazione con Sky TG24.
Sotto i riflettori il mondo del Made in Italy in generale, in cui l’export lascia ben sperare: dopo il record del 2021, in cui si sono raggiunti ben 516 miliardi di esportazioni (+18,2% sul 2020 e +7,5% sul 2019), nel 2022 si vede confermata la tendenza ad una crescita costante.
Nei primi sette mesi dell’anno, l’Istat ha, infatti, registrato un ulteriore incremento del 21%

Made in Italy Summit: il focus sul mondo del vino

Non poteva mancare un’attenzione particolare al mondo del vino, primo settore in termini di export dell’agroalimentare italiano, del valore di circa 12 miliardi di euro.

Forte l’attacco da parte di Micaela Pallini, presiedente di Federvini che ancora una volta si scaglia contro le nefaste idee di OMS, che non vedono differenziati i concetti di consumo e abuso di alcol, andando così a impattare fortemente su tutto il mondo del vino.

“Vediamo un attacco a livello globale sui consumi di alcool ma non all’abuso ma si parla tout court di consumo. Per le nostre aziende c’è un danno reputazionale oltre a problematiche economiche che il nostro settore si trova a combattere. Il vino è il primo contributore all’export agroalimentare italiano. L’export di vino vale 12 miliardi di euro», ha aggiunto Pallini, spiegando che anche per questo valore «è importante che i nostri rappresentanti parlino in Europa a voce alta, cosa che non sempre è avvenuto».

Di fondamentale importanza resta il fatto che venga compresa la distinzione tra consumo moderato e consapevole e abuso e che questa sia portata avanti dal nostro governo in Europa e all’OMS.

“Il rischio- continua Micaela Pallini- è che il vino possa uscire dagli accordi di libero scambio. Con il vino esportiamo uno stile di vita italiano: in Italia il consumo è soprattutto condiviso e non solitario come in altri paesi, quindi si deve puntare a un bere consapevole e responsabile, in abbinamento con la tavola che fa parte della nostra cultura”.

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