La Vendemmia 2022 in Veneto si contraddistingue per anticipo ma con uve sane. Inoltre si evidenzia una buona tenuta dell’export.
Come ha reagito il Veneto a questa situazione climatica avversa?
“Il Veneto anche con ordinanze regionali ha cercato di fronteggiare la crisi idrica soprattutto dei mesi di giugno e luglio. Questo in virtù di un’annata eccezionalmente asciutta e calda. Si stima in generale un 60% in meno di precipitazioni nell’arco della stagione vegetativa e circa +1,5°C di temperatura media. Nei prossimi anni sarà importante la gestione concertata del flusso idrico in agricoltura, compreso il vitivinicolo. Questo con opere importanti sul territorio per tutelare le produzioni agricole”.

Che vini ci aspettiamo dall’annata 2022?
“Considerata un’annata così siccitosa, malgrado rese in vigneto leggermente inferiori alla media, al contrario il profilo sanitario per tutte le varietà è stato molto buono garantendo così un profilo qualitativo dei vini molto interessante a partire dal quadro aromatico e gustativo. Importante sarà capire nelle prossime settimane il mantenimento dell’equilibrio fino alla bottiglia”.
Che differenze ha riscontrato rispetto all’anno scorso?
“La vendemmia anticipata del 2022 (almeno una settimana) rispetto alla media generale fa da contraltare a quella del 2021 leggermente in ritardo, contraddistinta da uve che hanno avuto una maturazione più lineare. Una vendemmia quindi più lunga e scalare, a differenza del 2022 dove molte varietà precoci (Pinots e Chardonnay) si sono sovrapposte ad altre con maturazione più tardiva (Glera), o addirittura a qualche varietà a bacca rossa, con susseguenti problematiche a livello logistico di cantina. Tuttavia la forte radiazione e la sanità di quest’annata favoriranno una potenza e intensità superiori rispetto ai vini del 2021“.

Quali sono le prospettive per i vini veneti sul territorio nazionale e internazionale?
“I numeri parlano chiaro, visto che i 100.000 ettari vitati e 14 milioni di quintali di uva prodotta fanno del Veneto la regione leader sul mercato vitivinicolo nazionale. L’export dà grande fiducia, malgrado una congiuntura non rosea per le prospettive legate alle impennate dei prezzi energetici e le difficoltà. Riscontrate anche in vendemmia nella reperibilità della manodopera. Tuttavia, il lavoro costante sulla qualità in vigneto e in cantina alla lunga può premiare in valore. Favorendo una fluidità nel mercato al dettaglio e all’ingrosso premiante per le aziende del settore e per tutto l’indotto”.