Nel mercato del vino norvegese l’aumento del costo delle materie di produzione segna un + 5%.
Fabio Borgianni, product manager di La Marc Wines, ci racconta quali sono le opportunità di crescita delle aziende produttrici di vino italiano nel mercato norvegese.
Quali sono i principali canali di vendita e le tendenze?
“Sono sostanzialmente due. L’Horeca e i negozi monopolistici statali per la vendita al dettaglio gestiti da Vinmonopolet, di proprietà del governo. I vini che vanno per la maggiore sono i vini bag in box, soprattutto i rossi. A livello di tendenze invece il mercato si muove principalmente verso i vini naturali, con un occhio alla sostenibilità del prodotto“.
Che requisiti deve avere un’azienda per avere successo nel mercato norvegese?
“ E’ importante puntare costantemente sull’innovazione e avere alle proprie spalle una solida base finanziaria. Inoltre è necessario ottenere la licenza presso il monopolio statale per potersi muovere”.
Quanto hanno inciso i rincari sulle materie, come ad esempio il vetro?
“Abbiamo registrato un aumento dei prezzi che si attesta intorno al 5%”.
Come riporta Wine Intelligence in un recente approfondimento, le vendite di vino fermo nei negozi al dettaglio del monopolio statale Vinmonopolet sono aumentate di oltre il 40% tra il 2020 e il 2021. Già nel 2022, con la diminuzione delle restrizioni ed il conseguente aumento dei movimenti transnazionali al confine, le vendite di Vinmonopolet si stanno equilibrando, ma la categoria dei vini fermi manterrà probabilmente un certo volume.
In che modo i vini italiani possono vincere la sfida del valore?
“I produttori italiani devono prendere esempio da quelli francesi e agire in modo molto più unito nei mercati esteri, ed essere così molto più competitivi. Infine una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale non solo quando si produce il vino, ma anche nel packaging”.
Un articolo a cura di Tommaso Nutarelli.