Rincaro materie prime: come si risolve il problema per le cantine

Abbiamo approfondito il tema rincaro materie prime con gli ideatori di The Wine Net, una rete d’impresa che riunisce sette importanti cantine cooperative italiane

Che il mondo del vino fosse palesemente preoccupato e colpito dal rincaro delle materie prime per le cantine è cosa nota e scontata.

Che la questione sollevata gli ultimi giorni dell’anno dai tanti attori della filiera fosse solo all’inizio anche. Ma come evolverà la faccenda e come si potrà reagire è ancora tutto da vedere.

Ne parliamo con gli ideatori di The Wine Net, che proprio qualche giorno fa hanno posto l’accento sul problema delineando un quadro non esattamente roseo per le vendite di vino nel 2022.

Rincaro materie prime: quali cantine ne faranno le spese?

Di fatto tutte le cantine sono coinvolte sul fronte dei rincari, nessuna esclusa in quanto gli aumenti toccano tutte le materie prime, dall’energia ai cosiddetti materiali secchi come vetro e cartoni, ad esempio, che sono fortemente utilizzati da tutte le tipologie di imprese del vino del nostro Paese. E’ chiaro che chi rischia di più sono quelle aziende che hanno meno potere contrattuale nei confronti della distribuzione e queste rischiano fortemente di non vedersi riconosciuti nemmeno piccoli aumenti dei listini.

Rincaro materie prime: quale può essere una soluzione per far fronte alle difficoltà che si registrano con la GDO?

Non è semplice trovare soluzioni anche perché i rincari toccano anche la distribuzione in tutte le sue forme, a partire dalla GDO. Non esistono tra l’altro al momento ipotesi di contrattazione collettiva tra imprese del vino e GDO e quindi ogni azienda si muove singolarmente nei confronti dei propri clienti della distribuzione.

I brand più forti avranno ovviamente qualche chance in più. Altra problematica è l’assenza di strumenti interprofessionali all’interno della filiera vitivinicola che potrebbero tentare di aprire un confronto più forte tra produzione e distribuzione come avviene invece in Francia.

Fare sistema sembra essere sempre la soluzione migliore: in questo momento cosa dovrebbero fare le cantine?

Sicuramente fare sistema, fare rete è una soluzione alla portata di tutte le aziende del vino italiane che dovrebbero per ridurre il loro atavico individualismo. Fare rete significa anche, per esempio, fare acquisti collettivi anche sul fronte energetico o di materie prime e questo può consentire notevoli risparmi.

Alla luce di tutto questo, che 2022 si prevede a livello di consumi in Italia?

Difficile fare previsioni adesso perché l’impatto dell’aumento dei listini si sentirà soprattutto a partire dal mese di aprile.

Le preoccupazioni maggiori sono nei confronti delle cosiddette denominazioni “entry level” che potrebbero vedere un forte calo di acquisti nella GDO a causa del rincaro del prezzo sullo scaffale. Per vini al di sopra dei 6/7 euro probabilmente si sentirà di meno il peso degli aumenti perché si rivolgono a quella fetta di mercato più disponibile a pagare di più per vini di più alto posizionamento.

export vino 2021

All’estero la situazione sembra meno grave, anche vista la volontà di collaborazione da parte degli importatori. E’ così per tutti i paesi o ci sono delle differenze?

La situazione export è più rassicurante anche perché vi è una maggiore possibilità di contrattazione con i buyer internazionali. Anche in questo caso, però, le difficoltà maggiori si avranno con quelle denominazioni oggi riconosciute a livello mondiale con posizionamenti più bassi e un loro rialzo può creare disaffezione da parte di ampie fasce di consumatori. Tra i mercati che appaiono oggi più riottosi ad accettare questi rincari, ascoltando le esperienze di numerose aziende, vi è la Russia.

Preoccupa più il rincaro delle materie prime o eventuali altre chiusure?

Sul tema delle chiusure tutti si auspicano di poter uscire velocemente da questa emergenza. E’ chiaro che ulteriori chiusure dell’horeca avrebbero risvolti drammatici anche per molte imprese del vino del nostro Paese che vedono in questo canale uno sbocco determinante. Sul rincaro delle materie prime si auspica e si prevede, oltre ai supporti governativi, un ridimensionamento degli aumenti entro il mese di giugno.

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