Prosecco Doc: “Il focus di oggi è la sostenibilità ambientale, accompagnata dall’ulteriore internazionalizzazione del vino simbolo del lifestyle italiano nel mondo”.
Giancarlo Moretti Polegato è un’icona nel mondo Prosecco. Membro del CdA e del Comitato Esecutivo del Consorzio Doc fin dalla sua costituzione, ha contribuito a definire la strategia di valorizzazione del Prosecco, forte della lunga esperienza come uno dei maggiori produttori con la sua Villa Sandi.

Quali sono le tappe più significative del Consorzio e le prospettive dell’export?
“La nascita del Consorzio è una pietra miliare nella storia del Prosecco. Ha legato il prodotto vino ad una specifica area di produzione: dal 2009 il Prosecco Doc è identificato da un territorio preciso, cinque province venete e l’intera regione del Friuli Venezia Giulia e solo da uve coltivate qui si può ottenere il Prosecco Doc. Il Consorzio è determinante per la promozione nel mondo e oggi lo è anche per la sostenibilità. Il Prosecco non conosce flessioni, le prospettive sono dunque molto buone”.
Lei è un illustre figlio di questo territorio. Qual è il segreto dell’unità di quest’area?
“Produrre Prosecco fa parte della tradizione in tutta l’area della Doc. Pur in uno spazio ampio (oltre 24 mila ettari) condividiamo il senso di appartenenza, l’impegno a diffondere qualità, la cura per un territorio da proteggere, che ci dà tanto. I viticoltori si sono uniformati ad un unico concetto di valorizzazione, con attenzione alla sostenibilità, accomunati dalla volontà di tenere alto il nome del Prosecco come simbolo del lifestyle italiano”.

In una situazione internazionale così complessa, ci sono particolari criticità da affrontare?
“È necessario mantenere stabili i prezzi per continuare a garantire un prezzo democratico, che è una delle leve del successo mondiale. Oggi ci confrontiamo con i rincari delle materie prime e la difficoltà di approvvigionamento del vetro, ma per il Prosecco ci sono ampi margini di crescita in mercati dove è appena esploso e in quelli dove ancora non c’è una cultura diffusa sul consumo di bollicine”.
Il Prosecco rosè ha esordito nel 2020. Nel 2021 ne sono state vendute 71,5 milioni di bottiglie. Un successo enorme.
“L’inserimento della versione rosé ha aumentato i volumi e la diffusione della categoria Prosecco. Nei mesi della pandemia ha rappresentato una novità. È molto versatile in tavola e ha incontrato il gusto dei consumatori superando ogni aspettativa. Il merito del Consorzio è di averci creduto, lavorando con una visione a lungo termine, regolarizzando la produzione rispetto all’esponenziale crescita della richiesta”.
Un articolo di: Giulia Spagnol.