Con il progetto “Olio in Cattedra”, l’Associazione Nazionale Città dell’Olio porta sui banchi delle scuole l’olio extra vergine di oliva per educare all’eccellenza.
Che in Italia ci sia bisogno di consapevolizzare il consumatore alla tematica dell’olio di oliva e delle sue caratteristiche e peculiarità, è cosa nota, di cui a più riprese abbiamo parlato.
Oggi a raccontarci questa bellissima iniziativa, che coinvolge le scuole in un progetto ben strutturato di conoscenza dell’olio è il presidente della Città dell’Olio Michele Sonnessa.
Come nasce l’idea di dar vita ad un corso di assaggio di olio da portare nelle scuole?
“La formazione e l’educazione alimentare sono le prerogative dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, noi lavoriamo da oltre vent’anni per promuovere la cultura dell’olio EVO.
Questo è uno dei nostri progetti di punta, ci teniamo molto perché per noi la qualità non è solo il prodotto, che fa bene alla salute ed è principe della dieta mediterranea, ma significa anche identità, territorio, storia e tradizione”.
In cosa consiste il progetto “Olio in cattedra”?
“Questo nostro nuovo format è destinato alle scuole e si articola su quattro progettualità distinte, perché è declinato su diversi livelli scolastici: elementari, medie, istituti agrari e istituti alberghieri.
Oltre all’assaggio dell’olio in classe noi partiamo da alcuni progetti che le diverse scuole presentano in concorso e ognuno ha la propria tematica.
Il tema generale del concorso di quest’anno è “prendiamoci cura del mondo con l’olio EVO”, poi i vari progetti sono suddivisi per grado di scuola.
Il progetto per i bambini delle scuole elementari è “L’olio evo racconta la cura di sé, dell’altro e del territorio” e ha lo scopo di insegnare agli alunni l’ascolto degli altri attraverso l’olio. In particolar modo loro completeranno un album con attività e giochi sensoriali.
Per le scuole medie, invece, il titolo è “Suoni d’olio”, ovvero raccontare l’olio come strumento di cura: sostanzialmente loro dovranno produrre un breve podcast dedicato alla relazione tra cura e olio.
Per gli istituti agrari il titolo è “Orizzonti d’olio”, quindi si parla di paesaggio: costruiranno una campagna di sensibilizzazione sulla cura e sulla tutela del paesaggio olivicolo.
Per gli istituti alberghieri, invece, il titolo è “Olio evo che cura”: dovranno produrre uno o più mini-spot rivolti a un pubblico giovane, in cui parleranno dell’olio evo, la cura di sé, dell’altro e del territorio.
Sono quattro tematiche diverse, ma l’obiettivo comune è parlare dell’olio come elemento che cura, sia dal punto di vista dell’alimentazione che da un punto di vista ambientale e paesaggistico”.
E, invece, il corso di assaggio dell’olio come funziona?
“Questa è la novità di quest’anno. Abbiamo fatto un protocollo di intesa con la fondazione EVO School, per la prima volta abbiamo deciso di portare direttamente in classe un corso di assaggio. Al di là della progettualità e del concorso, la cosa importante per noi è che tutti i ragazzi possano partecipare a un mini-corso di assaggio che permetta loro di conoscere realmente l’olio e le sue proprietà organolettiche. Saremo nelle classi, anche grazie ai professionisti messi a disposizione dalla fondazione Evo School, per spiegare ai ragazzi perché l’Olio Evo di qualità è un prodotto importante.
Per quanto riguarda i più piccoli abbiamo concesso a tutti di partecipare al corso di assaggio direttamente in classe, mentre per gli istituti è diverso: le due classi superiori dell’istituto agrario e alberghiero vincitrici del progetto saranno ospitate a Roma per un corso intensivo di assaggio, direttamente nella sede della fondazione dell’Evo school. Se per i più piccoli si tratta di un mini-corso, per i più grandi è un corso intensivo, perché loro rappresenteranno le professioni“.
Quante classi partecipano a questo progetto?
“I numeri di quest’anno sono molto interessanti: abbiamo 8213 alunni, 514 classi, 119 scuole di 100 comuni delle città dell’olio che hanno aderito al progetto. Riteniamo che questo corso sia un elemento di novità:raccontare è importante, ma lo è anche far percepire direttamente ai ragazzi cosa significa olio extra-vergine di oliva, bisogna spiegare bene cosa l’olio rappresenta anche dal punto di vista della biodiversità. Io sono anche stato personalmente in alcune classi a parlarne, la formazione noi la intendiamo a 360 gradi verso le professionalità. Bisogna partire dai ragazzi, che rappresentano il futuro.
Abbiamo, inoltre, sottoscritto un protocollo d’intesa con RENAIA e con RENISA, che sono le associazioni nazionali degli istituti agrari e alberghieri, quindi quest’anno anche l’adesione da parte di questi istituti superiori è più significativa.
Attualmente i corsi sono già partiti e finiranno a maggio, e noi stiamo già organizzando il progetto del prossimo anno; sicuramente ci sarà un ulteriore aumento delle classi che aderiranno”.
Cosa vuol dire educare alla conoscenza e al consumo consapevole dell’Olio Evo?
“Educare al consumo consapevole significa far comprendere innanzitutto che l’olio è un alimento che grazie alle sue proprietà fa bene alla salute, infatti da questo punto di vista noi lavoriamo molto. Pensi che abbiamo sottoscritto anche un accordo con la Fondazione Italiana Fegato: ci sono studi che dimostrano come l’olio sia importante anche nella prevenzione delle malattie.
Poi significa anche cura del territorio: dobbiamo lanciare un messaggio per il recupero degli oliveti abbandonati.
In generale parlare di olio significa parlare di salute e di benessere, ma significa anche parlare di ambiente e cultura. L’olio è un prodotto straordinario che ci caratterizza, è una garanzia sotto tutti i punti di vista”.