L’incremento dei costi delle materie spinge i consumi verso vini più economici
Morten Belling Nielsen, e-commerce manager di Kb Vin, racconta il mercato danese.
Quali sono i principali canali di vendita?
“La nostra realtà si muove su molti canali, da quello della grande distribuzione, fino ai ristoranti e ai wine shop, senza dimenticare l’online”.
Che tipologia di vini vendete maggiormente?
“I rossi, soprattutto Primitivo o blend a un costo più basso e, salendo di prezzo, Barolo, Brunello e Amarone”.

Che tendenze avete riscontrato negli ultimi mesi sul mercato danese?
“Le persone comprano sempre meno a causa dell’inflazione e il valore del vino è sempre più modesto rispetto a qualche mese fa”.
Quali sono le prospettive di consumo per il 2023?
“Una crescente attenzione ai vini naturali, e un focus su vini siciliani e sardi, con un occhio alle aree di produzione più piccole e di nicchia”.
Quanto sta incidendo l’aumento dei costi delle materie, come il vetro?
“Il continuo aumento delle materie prime influisce notevolmente, ne è prova che il mercato sta virando verso vini sempre più economici”.
In che modo i vini italiani possono vincere la sfida del valore?
“Mentendo alta la qualità e riversando sugli importatori solo gli aumenti dei costi realmente necessari. Infine una maggiore attenzione alla narrazione del prodotto e alla sua tracciabilità”.
Il mercato danese
La Danimarca è al 27^ posto mercato al mondo per consumi assoluti di vino con poco meno di 1,5 milioni di ettolitri nel 2021. Il con consumo pro capite è invece tra i più alti in Europa (24,3 L/anno).
Le importazioni di vino lo scorso anno hanno registrato ottimi risultati con un trend i crescita a due cifre. Secondo i dati Nomisma Wine Monitor, infatti, nel 2021 l’import di vino in Danimarca è arrivato a superare gli 800 milioni di euro.
La Danimarca è stato il primo paese dell’Unione Europea a rimuovere le restrizioni legate al Covid-19, ha registrato ultimamente un numero crescente di casi che ha portato a chiedere la reintroduzione di misure per alleviare la pressione sul sistema sanitario. Questo potrebbe portare al ritorno delle restrizioni per il settore on-trade che limiterebbe il potenziale e il recupero a breve termine.
A questo si aggiunge l’incertezza tra i consumatori più giovani, specialmente riguardo ai loro futuri piani di consumo. Quattro su dieci consumatori mensili di vino tra i 18 e i 34 anni prevedono di aumentare il loro consumo di alcol, mentre il 23% dice che lo ridurrà.
Intervista di Tommaso Nutarelli