Franciacorta: l’intervista a Mattia Vezzola

Lo sguardo di Mattia Vezzola, storico enologo per 40 anni di Bellavista e figura emblematica nel mondo del Franciacorta

Il presente e il futuro del Franciacorta secondo Mattia Vezzola, enologo per tanti anni di Bellavista.

Lei ha lavorato per ben 40 anni nella Franciacorta, cosa è cambiato in questi anni?

“Nel ‘72 c’erano 100 ettari vitati, oggi ce ne sono 3 mila, ma è soprattutto cambiato lo spirito con cui il territorio si è appropriato del valore della grande qualità viticola ed enologica della Franciacorta. È cresciuta la coscienza di appartenenza dei franciacortini per il loro territorio. Poi c’è tutto l’aspetto di una viticoltura di valore estremo per la produzione di uve destinate a produrre Franciacorta e di un’enologia estremamente raffinata. La Franciacorta è diventata il riferimento nel mondo paragonabile sia come valore del territorio, sia come metodologia di lavorazione, sia come disciplinare di produzione ai nostri cugini d’Oltralpe”.

A cosa è dovuto questo successo?

“È dovuto alla vocazionalità del territorio, cioè alle condizioni pedoclimatiche estremamente favorevoli a produrre un vino e anche al lavoro degli uomini. Einstein diceva: “l’Intuizione è un dono sacro”. Nel 1961 Franco Ziliani intuì che in quell’area geografica c’erano le condizioni per fare un grande metodo classico ed aprì la pista”.

Quali sfide si prospettano per il futuro?

“La sfida più importante è quella con sé stessi: occorre creare una coscienza civica e che i bresciani diventino contagiosi nella distribuzione e nella filosofia della qualità della Franciacorta, in Italia e nel mondo”.

Cosa potrebbe fare la Franciacorta per rafforzare la propria identità e farsi conoscere ulteriormente all’estero?

“Si stappa una bottiglia effervescente per festeggiare un momento felice. Questo atteggiamento, al contrario di quello che pensa il marketing internazionale, è valorizzato sul mercato esclusivamente se parte dalla famiglia. In Francia quando entra un amico in casa gli viene offerto lo Champagne. Questo è il prossimo passo da fare in Italia. Deve essere un’amplificazione del valore intrinseco, che da Franciacorta si estende in tutta Italia e all’estero. Per far questo occorre formare una coscienza civica che parta dalla scuola. Dobbiamo formare nella mente di chi verrà dopo di noi, la convinzione che nascere in Franciacorta e in Italia è un grande privilegio”.

Chi è Mattia Vezzola

Enologo emblema del Franciacorta, nel 1973 produce il primo Metodo Classico del Lago di Garda. Poco più di 10 anni dopo ha reinterpretato il vitigno Groppello dandogli la dignità e nobiltà.

Riconosciuto ben tre volte, nel 2004, nel 2008, nel 2014 e nel 2020, come Miglior Enologo dell’Anno dall’Associazione Italiana Sommelier, dalla Guida Vini d’Italia, dalla Fondazione Italiana Sommelier e da Food&Travel Italia, ha lavorato per ben 40 anni a Bellavista, dal 1979.

(Intervista di Stefania Tacconi)

 

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